Sono trascorsi quasi 50 anni. Era il 15 dicembre 1972. Il Secolo XIX titolava: ‘Per il Melogno si preannuncia battaglia grossa. Calizzano non rinuncia agli impianti sciistici’. Le nuove generazioni non erano ancora nate. La memoria storica non è da tutti e contribuisce a conoscere il passato per valutare presente e futuro. Un tema che appassionava soprattutto per i risvolti economici. Un futuro migliore e meno incerto per i paesi di montagna rispetto allo sviluppo delle città costiere e attigue aree collinari. E da Bardineto inedito discorso (1980) della ‘nascita’ della sua prima autoambulanza.
19 dicembre 2014- Da fanpage.it- Sci di fondo a Calizzano.
Da qualche anno a questa parte la Regione Liguria ha intrapreso un massiccio investimento per rilanciare il turismo montano, puntando sulle poche località sciistiche che storicamente hanno da sempre attirato i visitatori. Ma all’interno di questo progetto, Calizzano sta facendo una scommessa tutta sua: diventare il nuovo punto di riferimento dello sci di fondo in Liguria. Scommessa recente, risalente proprio agli ultimi anni: ma non nasce dal nulla. Negli anni Settanta Calizzano era già una piccola località turistica frequentata per lo sci di fondo. In località Frassino era presente una manovia, ovvero un piccolo impianto di risalita che corrisponde a una fune trainata da un argano alla quale gli sciatori si agganciano per farsi trascinare. Così facendo si superano piccolo dislivelli in salita: in pratica serve ai principianti del fondo.
DAL WEB SI TROVA UN TITOLO (25 Settembre 2020): Lo sci che fu. L’elenco delle (311) stazioni sciistiche fantasma in Italia. Alberola -Sv- Calizzano e Monesi di Triora che è situata a 1376 metri alle pendici del monte Saccarello, (2201 metri), il monte più alto della Liguria, la cui sommità è per pochi metri in territorio francese. La piccola località sciistica delle Alpi Liguri è stata rinnovata nel 2008 con l’installazione di una nuova seggiovia biposto che è andata a sostituire un vecchio impianto, e di 1 tapis roulant. 2 skilift erano gestiti da un’altra società e momentaneamente sono fermi. In totale le piste per lo sci alpino erano 9, adatte agli sciatori intermedi ed ai principianti. Il campo scuola servito da un tapis roulant era posizionato a pochi passi dalla scuola e dalla partenza degli impianti.
Per lo sci di fondo è presente un anello da 5 km a Upega (1350 metri); il tracciato è omologato Fisi ed è adatto a fondisti di ogni livello. A 20 km da Triora, a Colle Melosa, ci sono 4 anelli di 1,5 – 3 – 4 – 5 km per i fondisti con diverse capacità. 8 sono i percorsi di…
ERA IL 1972- 15 DICEMBRE- IL SECOLO XIX TITOLAVA: CALIZZANO NON RINUNCIA AGLI IMPIANTI DI SCIISTICI. Per il Melogno si preannuncia battaglia grossa.
Nel lungo e minuzioso articolo che scrisse il redattore Luciano Corrado pare utile rileggere le dichiarazione di un ex assessore, Mario Rolfo: “A Calizzano esistono almeno cinque località nelle quali realizzare le piste da sci, e tutte in posizioni tali per cui il turista è obbligato ad usufruire delle strutture del paese. Al Melogno l’impianto sarebbe da giovimento ad una sola persona o ad un solo gruppo e loo skilift non sarebbe altro che il supporto per una speculazione edilizia privata”.
Mentre i consiglieri di maggioranza erano favorevoli e criticava gli organi regionali preposti, e la stessa Provincia, contrari all’abbattimento di una parte della faggeta che deve restare integra. La tesi favorevole si pioteva sintetizzare in queste dichiarazioni: ” Lungo la Riviera ormai sempre più povera di verde si è consentito e tollerato l’abbattimento e la distruzione di migliaia di piante, piante che hanno lasciato il posto alle speculazione edilizia- immobiliare, anche a quella più vergognosa e che viene ora indicata da tutti gli urbanisti e dai giornali di mezza Italia: gli stessi organi pubblici vedono invece nell’abbattimento di un migliaio di piante nel nostra mare verde, il disastro, l’attentato alla natura. A parte questi paradossi, continuavano gli esponenti della maggioranza consiliare – vorremmo sapere quale strada , costoro indicano per risolvere concretamente il problema dell’abbandono e del decadimento dei paesi di montagna, dell’Alta Val Bormida. Noi ci batteremo fino all’ultimo affinché la popolazione di Clizzano non debba essere costretta a lasciare la propria casa, le proprie terre, i sudori di generazioni, per la crisi mortale dell’economia che avanza. E’ una questione di civiltà, di cultura popolare, è la nostra storia, altro che salvaguardia del patrimonio di tutti”.
E DALL’ARCHIVIO DI TRUCIOLI.IT. BARDINETO IL DISCORSO DEL SINDACO BALBIS:
DI BENVENUTO ALLA SUA PRIMA AUTOAMBULNAZA