C’era una volta una televisione educata, che entrava con timore nelle case degli italiani. E c’era una volta un calcio commentato con garbo, professionalità, competenza. Il suo mentore era Nando Martellini che, quando si dice il destino, fu proiettato nei telecronisti di prima fascia ai Mondiali del 70 per una carognata ai danni di Nicolo Carosio, che pochi sanno aveva una seconda casa ad Alassio e sul quale ci soffermeremo nel prossimo numero.
di Guglielmo Olivero
Qualcuno, non si sa come, disse che Carosio, durante la telecronaca di Italia-Israele, apostrofò il guardalinee keniano con la frase “ma cosa vuole da noi questo negro”. Nessuno che rivide il filmato per constatare che quella frase mai venne pronunciata: Carosio si vide sostituire da Martellini dal quarto di finale poi vinto 4-1 con il Mexico, match che precedette l’epica Italia-Germania 4-3 all’Atzeca.
Ecco fu proprio di quella partita che ebbi modo di parlare con lui nel premio che Alassio gli conferì nel 1983 con cena al Circolo Nautico al Mare, gestito da Piero Fenili, chef di livello internazionale : ” Mi ricordo– disse- la frase che mi uscì dalla bocca dopo il 4-3 di Rivera, che splendida partita telespettatori italiani non ringrazieremo mai abbastanza gli azzurri per le emozioni che ci hanno regalato”.
E ricordando quella partita lo faceva in modo semplice, senza darsi tono o importanza; lui che poi raccontò la delusione di Germania ’74 e le gioie di Argentina 78 e Spagna ’82. “Emozioni che mi hanno segnato-ricordava– e che sono state un punto di riferimento per tanti cronisti”.
Scrivo non a caso questo pezzo nei giorni della scomparsa di Gianpaolo Galeazzi, ultimo dei ‘cantori dello sport’. Radio e telecronisti impareggiabili, da Enrico Ameri, a Sandro Ciotti, da Adriano De Zan a Gianfranco De Laurentiis, senza mai dimenticare il nostro caro ligure Alfredo Provenzali.
Il dovere di un cronista come me, ormai giunto al crepuscolo, è quello di tramandare la memoria a chi vuole raccontare lo sport in maniera garbata, imparando e conoscendo la materia a cominciare dai campi da gioco. Come faceva Martellini rimasto nei cuori per quel triplice “campioni del mondo” che ci godemmo tutto, ma proprio tutto, mentre Bearzot e Pertini si abbracciavano. Sapendo che non ci avrebbe tolto l’attenzione un superspot.
Guglielmo Olivero
Alassio / Festival della Cultura: Don Corini presenta Olotropia
COMUNICATO STAMPA – Edito dal Editrice Vaticana è stato la strenna del Santo Padre per Cardinali e Vescovi. Domenica sarà presentato agli alassini che potranno seguirlo in Biblioteca o in streaming.
In occasione degli auguri alla Curia Romana Don Gabriele Corini, parroco di Alassio, lo scorso anno consegnò nelle mani del Santo Padre la primissima edizione del suo “Olotropia“: un viaggio verso la totalità dell’uomo.
Fu proprio Papa Francesco a scegliere quel libro come strenna natalizia per i suoi Cardinali e Vescovi. “Fu per me una grande gioia e un grande onore – commenta lo stesso parroco della Parrocchia di Sant’Ambrogio – così come per me è un grandissimo onore e un piacere poter presentare la nuova edizione alla città di Alassio nell’ambito del Festival della Cultura”. Domenica 28 novembre alle ore 18, presso l’Aufitorium Roberto Baldassarre della Biblioteca Civica di Alassio, infatti, Don Gabriele Corini sarà accompagnato da Christian Floris in una chiacchierata alla scoperta di “Olotropia” i verbi della familiarità cristiana pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana .