Da Monesi di Triora si sono letti gli articoli enfatizzati di ottimismo. La rinascita è sempre dietro all’angolo. Firme prestigiose, capi redattori ed inviati speciali inclusi. La Repubblica, Il Secolo XIX, La Stampa e Imperia TV prima degli oli santi, senza ignorare la fiduciosa campagna social. Persino la nascita di un nuovo Comitato, raccolta di firme. Bisogna essere positivi ed ottimisti.
Avrà perso la scommessa quell’artigiano edile, piccolo imprenditore che voleva investire nella ‘disastrata’, al momento, Monesi di Mendatica, con le sue terribili e tristi ferite da emarginare ! Era stato sconsigliato, meglio comprare e ristrutturare nella dirimpettaia Piaggia, qui la Regione Piemonte se non ha fatto miracoli poco ci manca. Basta osservare e rendersi conto dei lavori portati a termine. L’artigiano che, da imperiese delle vallate, stravede per quanto la politica piemontese è stata capace, almeno in quel di Piaggia. L’artigiano che ci chiede se abbiamo percorso la provinciale Nava – San Bernardo – Monesi e domanda se abbiamo contato le interruzioni (restringimenti), le buche, lo stato dell’asfalto, gli avvallamenti, le curve insidiose e pericolose.
Insomma lui iscritto nell’albo dei pessimisti, di chi, ci ripete, sa guardare in faccia la realtà. “Ma lo sapete o fingete di ignorare che non hanno speso una virgola si fa per dire per una deviazione di poco più di 600 metri, dimenticando gli scoli e le cunette, con una massa di fango che già minaccia la nuova arteria e in qualche punto si è anche afflosciata. Una virgola perché per mettere in sicurezza l’abitato di Monesino servono almeno sei milioni e mezzo. Se non mi hanno informato male è la somma che il Comune di Mendatica ha chiesto alla Regione Liguria. Magari ci vorrà un po’ di tempo per iniziare i lavori ed ottenere il denaro, a cui bisogna aggiungere i milioni che i privati hanno chiesto per riparare i danni, compresa quella benemerita e dimenticata in fretta, cittadina imperiese che aveva investito un capitale per un caratteristico edificio ricettivo”.
Il nostro interlocutore non vuole essere citato (lui lavora ed opera nella zona, è meglio non alzare troppo la testa). Ci consiglia, ci ‘intima’ di fronte alle nostre osservazioni, di recarsi, se non l’abbiamo ancora fatto, alla ‘partenza’ della nuova seggiovia di Monesi di Triora, quasi interamente ricoperta di fango e detriti dal quel lontano novembre 2016. Il ferro dei seggioloni sta ‘marcendo’, tutto nel più completo abbandono.
E ci vorranno molti soldi per rimetterla in funzione. “Ho sentito di almeno 300 mila euro per riparare ai danni e ripristinare il funzionamento, compreso quanto richiesto dalle norme sulla sicurezza degli impianti che dovranno essere sottoposti a nuovo collaudo. Non parlo – aggiunge – delle problematiche tra Provincia e la nuova proprietaria della montagna che si dice abbia cambiato legale di fiducia, ma le posizioni sembrano ancora distanti. Io auguro a tutti quelli che a Monesi si sacrificano davvero e che alle belle parole di incoraggiamento dovrebbero non solo seguire i fatti, ma anche una presa di coscienza dignitosa di quanti, giornalisti/e inclusi, hanno continuato a ripetere quanto sono bravi i nostri politici, in Regione, in Provincia, nei comuni. E che se le cose vanno a rilento è solo colpa del padreterno. Ma se anche lei vuole prendermi per i fondelli – conclude l’interlocutore – ha sbagliato indirizzo”.
E allora meglio osservare lo spettacolo del ritorno di Monesi ai tempi in cui era abitata, in estate, solo dai pastori. Con le mucche, pecore e capre nell’aia di casa, nei prati tutto attorno. Siamo nei giorni in cui i proprietari delle mandrie che hanno trascorso l’estate sulla montagna del Tanarello devono tornare ai paesi d’origine. E da tre giorni è iniziato il ‘trasloco’, dopo che sono state avvicinate fino all’abitato di Monesino. Non è invece ancora iniziata la transumanza dei pastori di ovini. Faranno il percorso inverso, come ogni anno, prima della fine del mese di ottobre. Un’estate sui ricchi pascoli montani tutto sommato positiva (nessuna danno grave ad opera dei lupi) e nonostante la persistente siccità.