Governo Draghi, psicodramma con Durigon e Lamorgese. Divagazioni estive tra Sociatria, Politica…e Acqua.
di Antonio Rossello e illustrazioni di Igor Belansky
Anche questa settimana i lettori potranno apprezzare due realizzazioni dell’illustratore Igor Belansky, che fa parte insieme a Ivan Cuvato e Giovanni Gronchi Herrera di una pattuglia di artisti liguri impegnata nell’azione di denuncia sociale. Da un’intricata vicenda ferragostana, che ha fatto traballare politica ed istituzioni, scaturisce una disamina di aspetti inaspettatamente correlabili.
Un trittico insolito.
Vi è dapprima un trittico di personaggi noti raffigurati con tecnica fumettistica, tra i quali pare di scorgere in basso i volti di, una tutto sommato sorridente, Luciana Lamorgese, ministro dell’Interno in carica, e di, un piuttosto imbronciato, Claudio Durigon, ex sottosegretario al Ministero dell’economia e delle finanze. Essi sono sovrastati dalla figura del premier Mario Draghi, il quale, con un atto inconsueto quanto naturale, beve avidamente acqua da un bicchiere.
Di seguito un’interpretazione di questa insolita composizione grafica.
Le premesse: una vacanza rovinata?
È stato uno psicodramma continuo. Tra urla, pianti, minacce, mentre l’anticiclone subtropicale africano Lucifero si stava espandendo, con una vera e propria fiammata, dalle sue terre natie per raggiungere il nostro Paese: era appena iniziata la fase più rovente dell’estate 2021, con temperature che avrebbero raggiunto valori estremi al Sud.
Non ci sarebbero, però, stati solo i tratti eccezionali della meteorologia a rendere questa stagione oltremodo rovente, ci avrebbe pensato pure l’imponderabilità dell’agire politico, che da anni si scatena ancor di più verso Ferragosto, determinando un garbuglio istituzionale di cui non si sono intravisti immediatamente segnali di soluzione.
Dopo le fatiche incontrate nei cinque precedenti mesi di mandato, durante il quale era stato approvato il Pnrr, era stata avviata la campagna vaccinale, approvata – non senza scossoni – la riforma del processo penale e mai mollata la lotta alla pandemia, nella recrudescenza della questione afgana e qualche barcone in vista, qualche giorno di riposo non si poteva certo negare neanche al governo dei migliori, ma la reperibilità in questo caso sarebbe stata più che mai d’obbligo.
Mario Draghi, in ferie a Città della Pieve, immortalato sabato 14 agosto in un supermercato della cittadina umbra, senza scorta e in compagnia della moglie, come un cittadino qualunque fermo al bancone della carne in procinto di chiedere al macellaio consiglio su quale prodotto acquistare, in quell’istante era veramente sereno o fingeva aplomb davanti ai paparazzi?
La sua era di già una vacanza funestata dall’ulteriore temperie nell’esecutivo, stavolta a causa della querelle Lamorgese – Durigon. C’è da pensare se talora Super Mario non si domandi se abbia senso o meno ergersi ad arbitro di tante rogne e tante lagne.
Perché Draghi beve l’acqua? L’acqua è la più importante energia della terra: essa dà vita a tutti gli esseri viventi. Proprio come la vita, l’acqua non si ferma mai e si rinnova continuamente, fuori e dentro di noi. Vediamone il motivo.
Siete mai stati in una di quelle oasi di pace denominate SPA? Il significato dell’acronimo viene dal latino «Salus per aquam» ed esprime un concetto piuttosto chiaro: benessere e relax legati all’acqua! Il consiglio fondamentale è infatti quello di bere tanta acqua, quanta il corpo ne chieda attraverso lo stimolo della sete, quando ne abbia bisogno, in base al soggetto e alle sue condizioni di vita, di salute e ambientali.
Per questo nella terza età – ed avendo superato i 65 anni il nostro vi appartiene -, ancora prima che si percepisca con chiarezza la sete, è importante bere, soprattutto in estate, che poi è la stagione in cui si è svolta la corrente vicenda.
Non è tutto, perché l’acqua è grande alleata della bellezza, oltre che del benessere generale dell’organismo. Mantiene elastici e tonici i muscoli, riduce la ritenzione idrica e gli inestetismi della pelle, allontana la comparsa di crampi muscolari. Non male per chi deve sempre ben apparire in pubblico!
Inoltre, l’acqua costituisce circa il 55-60 per cento del nostro corpo e addirittura il 75 per cento del cervello: l’organo che indubbiamente dovrebbe mantenere sempre in completa efficienza la mente preposta a salvare un’Italia distrutta da quanti appunto ne sono stati privi.
Inoltre, l’acqua depura il nostro organismo. Ma anche cozze, vongole ed ostriche purificano l’acqua, ottenendo dalla CO2, in essa contenuta, il carbonato di calcio di cui sono fatti i loro gusci. E se i mitili sono depuratori naturali, che possono contrastare il temuto inquinamento atmosferico, il premier non è chiamato a metabolizzare pacatamente grattacapi e segreti di stato, più o meno gravi, e rendere quindi più serena e meno amareggiata la nazione?
L’acqua è anche la connessione tra terra e cielo: da vapore sulla terra risale al cielo, galleggia in cielo sotto forma di nuvola e ritorna alla terra sotto forma di acqua pluviale, infiltrando il suolo. Questo è il ciclo di vita con cui si rigenera continuamente, purificandosi e arricchendosi di sali minerali, ispirandosi ad esso un avvocato romano, Alessandro Coluzzi, ha redatto un «Progetto per il Bene Comune», proponendo riforme che potrebbero sanare alcune attuali disfunzioni dell’economia e della finanza, le quali sono proprio le materie in cui Draghi è più competente. Torneremo sull’argomento in un prossimo articolo.
Questo liquido trasparente, generalmente incolore, inodore e insapore, in natura presente sotto forma di soluzione della sostanza pura con sali minerali e altre sostanze disciolte in maggiore o minore quantità, che ne determinano le caratteristiche fisiche sensibili e in particolare il colore, l’odore e il sapore, fa dunque bene a 360 gradi!
E così per chiudere il cerchio, ecco l’aspetto che forse finora non si conosceva, ossia come essa sia determinante persino per il benessere psicologico, aiutando a combattere stanchezza, nervosismo e stress…
Quindi, a Mario Draghi, che parla poco, ma certe volte può aver bisogno di intervenire per bacchettare ranghi che si muovono «in ordine sparso», nel seguente caso potrebbe essere stato sufficiente bere un bicchiere d’acqua, per farsi scivolare via brutti pensieri e piccole angosce…
Durigon versus Lamorgese… Lo sbocco del caso Durigon pare essere stato dovuto ad un incontro riservato fra Mario Draghi, Matteo Salvini e Luciana Lamorgese. Un summit per spegnere incomprensioni e, soprattutto, gli attacchi incrociati fra i leader dei partiti della maggioranza.
Dopo le sue dimissioni – invocate a gran voce dal segretario del PD, Letta, dal M5S e da tutta la sinistra -, sarà dunque stato rattristato l’ex sottosegretario di un governo di una Repubblica che si fonda sulla Resistenza, avendo osato proporre di intitolare ad Arnaldo Mussolini, fratello del Duce, il parco di Latina che oggi porta i nomi di Falcone e Borsellino?
Per di più, la mozione di sfiducia per il ministro dell’Interno, idealmente una contropartita per andare pari dopo il suo siluramento, si stava rivelando una via sempre più impraticabile per la Lega «di Draghi e di governo». Non a caso, nelle ore precedenti, Salvini aveva placato i toni, facendo capire che non avrebbe seguito Fratelli d’Italia nel voto contro la titolare del Viminale, accusata di essere responsabile del considerevole aumento degli sbarchi. Per il leader leghista sarebbe stato infatti un passo insidioso, che lo avrebbe condotto di fatto fuori dal perimetro della maggioranza di governo, andando per giunta contro un ministro in quota Quirinale (e quindi Draghi).
Rispetto ai miti del celodurismo più acceso, forse magro il massimo risultato ottenibile in cambio dal segretario del Carroccio: aver il permesso di chiedere, come capo di una rilevante forza di maggioranza, di rivedere la linea sull’immigrazione, salvo poi perseverare, come sta avvenendo, in un controcanto alternato di ulteriori punzecchiature al ministro degli Interni e di critiche al Green Pass.
Non essendo più praticamente in discussione, la Lamorgese avrà tuttavia potuto assai gioire. In tal modo si completa il disvelamento degli arcani sottesi alla prima tavola di Belansky.
Era scoppiato l’ennesimo psicodramma di governo? In ogni caso, l’esito di questa intricata faccenda, istituzionale e politica, non era scontato, perché è toccato al premier convocare un complicato vertice al riguardo e al contempo esercitare tutta la sua proverbiale influenza. Fattaccio archiviato, ma tornando, su tutto e su tutti, la parola al vergognoso teatrino dei politicanti nostrani, senz’altro nuove pericolose trame si presenteranno all’orizzonte.
Maggioranze in fibrillazione, sull’orlo di crisi di nervi, psicodrammi ripetuti in governicchi di mezze cartucce, dopo aver chiamato al vertice dell’esecutivo un prestigioso stregone della finanza internazionale, l’Italia non farebbe bene a curare i propri annosi mali, ingaggiando un super esperto al Ministero della Salute? Se non fosse da tempo defunto, l’uomo giusto al posto giusto potrebbe essere il poliedrico personaggio ritratto dal nostro bravo illustratore nella sua seconda tavola: Egli è nientepopodimeno che Jacob Levi Moreno, lo psichiatra di origine rumena, che, nella Vienna degli anni Venti, scoprì l’efficacia che ha per la persona la rappresentazione scenica del suo “vissuto” passato, presente e futuro. È così che lo psicodramma ebbe origine nel 1921.
Tale messa in scena permette di instaurare, in un contesto protetto e rassicurante, un dialogo percepibile, attivo e costruttivo fra i differenti aspetti della propria vita. L’individuo raggiunge pertanto un più alto livello di coscienza di sé e di autostima, potendo così accedere a modi maggiormente spontanei e creativi nel relazionarsi a sé e agli altri.
Un tocco di altruismo animava Moreno, che manifestava contestualmente agli stimoli provenienti dalla sperimentazione teatrale, dall’interesse per la clinica e la psicopatologia, non ultima, una forte motivazione al cambiamento sociale e alla difesa dei più deboli. Quattro diverse prospettive (filosofico/ideale, teatrale, clinica e sociale) sono infatti elementi caratterizzanti lo psicodramma.
L’interesse per le persone e per i gruppi, inoltre, vide Moreno protagonista anche di interventi nelle carceri, con le prostitute e in diversi altri ambiti, al fine di affrontare i conflitti in modo costruttivo, al punto di ideare il termine sociatria
(ossia la cura della società).
E, volgendo al termine di questa lunga disamina, in considerazione dei sempre nuovi talenti che dovrà probabilmente sfoderare Mario Draghi per cabotare fra le conclamate e persistenti magagne della società italica, quale migliore auspicio che egli stesso possa dimostrarsi a noi un campione della sociatria, concedendogli ovviamente ogni tanto una sana bevuta d’acqua per tirare il respiro.
Antonio Rossello e illustrazioni di Igor Belansky