Giovedì 5 agosto, alle 21, alla biblioteca di Tovo San Giacomo, l’incontro con il magistrato Maurizio Picozzi che ha appena pubblicato il libro “I misteri delle bombe nere”. Possono emergere nuovi interessanti aspetti perché va ad intersecarsi con l’annuncio della desecretazione degli atti su Gladio. E tra quel materiale qualche riferimento alle bombe savonesi potrebbe esserci ?
A proposito della declassificazione degli atti relativi a Gladio (vedi): qualcuno tra i documenti dell’esercito segreto di derivazione NATO potrebbe interessare Savona. Della stay behind italiana, infatti, parlò lungamente, seppure in via riservata, Paolo Emilio Taviani, che di Gladio fu il fondatore occulto, l’animatore e il dirigente per conto dell’organizzazione atlantica. E, per ammissione stessa di Taviani, almeno la prima delle dodici bombe che insanguinarono Savona e il suo circondario tra il 30 aprile ’74 e il 26 maggio ’75 era esplicitamente diretta a “consigliare” il ras democristiano, all’epoca ministro degli Interni nel quarto governo Rumor, di non opporsi ad un cambio della guardia in direzione neofascista ai vertici della struttura paramilitare interalleata: elementi già venuti alla luce con il volume “Una storia di paese – Le bombe di Savona 1974 – ‘75” (uscito un paio d’anni fa) ma che ora potrebbero assumere una nuova colorazione dall’esame delle carte desecretate.
E’ plausibile pensare che, in quel convulso ’74 in cui gli italiani assistettero ad un torrido balletto di stragi, arresti eccellenti e manovre di “normalizzazione”, qualcuno possa aver lanciato, magari implicitamente, un messaggio o un avvertimento agli interlocutori seduti dai lati opposti della stessa barricata (quella dello schieramento che si opponeva, con mezzi leciti e illeciti, al “pericolo rosso” rappresentato dalla temuta avanzata del PCI). Se poi, attraverso l’esame degli atti desecretati, fosse confermato quello che nel libro suddetto ha dichiarato (con argomenti fondati) Vincenzo Vinciguerra su “un patto di pacificazione nazionale” raggiunto a fine ’74 tra il partito delle sciabole e quello delle manette e passato attraverso le bombe savonesi di novembre, l’intera vicenda dovrebbe essere riguardata con uno sguardo nuovo non solo a livello italiano.
Difficile, naturalmente, che i documenti su Gladio finalmente visibili al pubblico dichiarino esplicitamente i nomi degli esecutori e dei mandanti. Ma tra le pieghe delle informative potrebbero esserci riferimenti e rimandi impliciti che un occhio allenato a scrutare i misteri savonesi potrebbe finalmente decodificare. Insomma: chissà che dall’Archivio Centrale dello Stato non possa giungere qualche notizia utile a chiarificare definitivamente una storia che, dopo 46 anni, rimane ancora giudiziariamente oscura ma della quale si torna finalmente a parlare.
Maurizio Picozzi, già giudice istruttore a Savona tra l’86 e l’89, ha appena pubblicato un libro “I misteri delle bombe nere” nel quale, con una notevole dose di coraggio, racconta per la prima volta come andarono le cose dentro e fuori il tribunale savonese all’epoca delle indagini sugli attentati, e come – e soprattutto perché – si arrivò all’archiviazione (il libro viene presentato giovedì 5 agosto alle 21 alla biblioteca di Tovo San Giacomo); in qualche articolo (significativo quello del periodico dell’ANPI) si fa finalmente strada l’idea che Taviani abbia avuto un ruolo nella vicenda.
Qualcosa si muove, insomma: senza contare che prima o poi potrebbe uscire qualche novità di rilievo non solo dagli archivi romani ma anche da qualche busta postale: staremo a vedere.