L’idea di questa intervista nasce da una polemica che ha riguardato la contribuzione in favore delle scuole paritarie (mi riferisco al referendum recente al Comune di Bologna): a Loano da molti anni è presente la Scuola Rossello, che a livello di istruzione primaria (ex elementare), costituisce un importante punto di riferimento per tutti coloro che, non volendosi accontentare della scuola pubblica e volendo scegliere, desiderano puntare su una offerta formativa alternativa.
Direttrice dell’Istituto Rossello è oramai da molti anni Suor Antonia Ortelli che, nonostante tante difficoltà, conduce la scuola con rinnovato impegno.
Da quanti anni esiste l’Istituto Rossello a Loano ?
Nel 1869 la Santa Rossello su invito dell’amministrazione comunale inviò le suore a Loano per aprire un Asilo Infantile intitolato a “Simone Stella”, l’educandato femminile con annesse le scuole comunali, e la direzione delle diverse scuole nel Civico Orfanotrofio Don Leone Grossi. Da allora ad oggi varii sono stati i mutamenti avvenuti in seguito ai cambiamenti nel modo di gestione delle scuole da parte dello Stato e di conseguenza dell’amministrazione. Sono sorti i nuovi edifici comunali, dell’asilo Stella che dall’ ‘Istituto Rossello si è spostato nella nuova sede e le suore hanno lasciato la direzione facendo la scelta di proseguire con una scuola materna propria che è presente ancora oggi. La stessa cosa vale per la scuola elementare che seguendo le varie riforme nazionali ha continuato negli anni ad istruire e formare molti Loanesi in più di 130 anni della sua presenza sul territorio sia presso la scuola quando era comunale o quella propria. Possiamo dire che le suore hanno contribuito e accompagnato il passaggio dell’istruzione dal privato al pubblico.
Vi sono mai state difficoltà nei rapporti fra la scuola privata e quella pubblica a Loano ?
Le difficoltà nei rapporti ci sono come in qualsiasi tipo di rapporto quando non ci si conosce e quando si vede nell’altro un concorrente anziché uno con cui si può collaborare per rendere un servizio migliore alla collettività. Il rapporto tra pubblico e privato permane da sempre proprio per questo pre-concetto, come se il privato fosse un privilegio per pochi fortunati solitamente ricchi, ma questa disparità è dovuta soprattutto perché i servizi forniti dal privato sono a pagamento in quanto non equiparati a livello economico a quelli pubblici.
Quando sono arrivata a Loano la scuola era ancora definita privata e ogni anno avevamo gli esami, questo per agevolare gli alunni che volevano o dovevano trasferirsi poi in una scuola statale e che avrebbero dovuto sostenerli poi nell’altra scuola per riconoscere la loro promozione; successivamente con la legge sulla parità questo non è più stato necessario. Le commissioni degli esami erano formate da docenti della scuola statale con cui abbiamo sempre avuto un buon rapporto e si sono create anche collaborazioni e scambi di idee sui programmi veri e propri e sui metodi d’insegnamento. Alcune insegnanti hanno anche mandato nella nostra scuola i loro figli. Successivamente questo scambio è andato scomparendo, e anche nei vari corsi di aggiornamento, promossi dal MIUR attraverso la Regione, a cui noi come docenti abbiamo partecipato è stato difficile incontrarci e collaborare se non con alcuni insegnanti. Penso che le poche occasioni di incontri, di confronto e di collaborazione siano un’opportunità sprecata, anche perché vivendo sullo stesso territorio sarebbe utile per rendere un servizio migliore agli alunni che poi si incontrano al di fuori della scuola in ambienti comuni per altre attività.
Il contrasto tra la scuola pubblica e quella privata si nota quando ci sono manifestazioni promosse dal Comune a cui entrambe le scuole partecipano, è allora che maggiormente si nota la “rivalità” tra le due realtà, che non è semplicemente sportiva, per incitare la vittoria dei propri alunni ma a volte arriva anche a farci sentire intrusi sullo stesso territorio, senza gli stessi diritti e doveri degli altri.
Perché oggi una famiglia dovrebbe scegliere la scuola privata ?
Vorrei precisare che con la legge della parità il termine privato non esiste più, perché finalmente lo Stato ha riconosciuto anche le nostre scuole e il servizio da loro svolto alla pari delle scuole pubbliche, l’unica differenza che ancora esiste è quella che lo Stato non riconosce lo stesso diritto anche a livello economico per cui il nostro servizio è ancora a carico delle famiglie che scelgono la nostra scuola.
Il perché scegliere la nostra scuola? per rispondere a questo bisogna chiederci innanzitutto: che cosa le famiglie oggi chiedono alla scuola?
In questi anni in cui sono direttrice della scuola Rossello posso dire che i genitori che vengono per chiedere informazioni desiderano per i loro figli una scuola che unisca istruzione con educazione, che insegni e aiuti a crescere per affrontare la vita, che trasmetta contenuti ma anche valori. Chiedono un ambiente in cui vi sia il dialogo per i propri figli ma anche e soprattutto per sé.
Chiedono attenzione per i propri figli, degli insegnanti preparati e in continuità, che garantiscano una preparazione seria, capaci di prestare attenzione alle difficoltà e di valorizzare le capacità e le attitudini, di sollecitarle per farle scaturire al massimo.
Il valore aggiunto dell’offerta formativa della scuola paritaria sta proprio nel dare risposta a queste richieste. Il dirigente della scuola paritaria ha ancora la possibilità di scegliere i propri docenti, e quindi di poter realizzare con essi una scuola che viva una reale unità di progetti in cui gli obiettivi culturali, educativi, didattici, metodologici vengono condivisi.
In particolare per la nostra scuola è quello di vivere il tutto secondo il carisma della Santa Rossello che è vivere ” La Misericordia”. Dentro questa parola c’è l’attenzione all’altro, al più bisognoso, agli ultimi, che non sono necessariamente solo i poveri , cioè privi di mezzi di sussistenza, ma sono anche i poveri di valori, di affetto, di cultura, di capacità intellettuali e d’apprendimento, di ascolto, e ci possiamo inserire tutte le nuove povertà che si vivono nella nostra società che non è solo in crisi economica ma è in crisi nelle ragioni più profonde del vivere. I nostri docenti quindi pongono una speciale attenzione, uno sguardo di misericordia proprio mentre spiegano, mentre valutano, mentre correggono sia i compiti sia il comportamento, mentre dialogano sia con i bambini che con le famiglie, senza giudicare nessuno nel suo modo di essere ma costruendo insieme. Anche se non tutte le famiglie comprendono il perché di questa specificità ma a volte lo apprezzano e lo valorizzano altre volte lo criticano.
Pensiamo che la scuola sia davvero tale se non solo si preoccupa di fornire conoscenze abilità e competenze, ma miri a far scoprire fin da piccoli il valore ed il significato della propria vita. Inoltre per il fatto che siamo anche una scuola cattolica, riteniamo che ogni singolo alunno e ogni genitore sia un “valore” nel percorso didattico-educativo.
Di fronte a questi obiettivi condivisi i docenti della nostra scuola mettono in gioco la propria libertà, i propri ideali e la professionalità. Cercano un confronto e anche una critica costruttiva per il bene degli alunni che sono aperti al futuro.
Un ultimo motivo, ma solamente perché altri, professori delle scuole medie e i genitori stessi, lo sottolineano è la preparazione didattica che noi diamo.
Come è strutturata la Scuola ed in sintesi qual è la sua offerta formativa ?
La nostra scuola da sempre mantiene il “maestro unico” per ogni classe, che accogliendo gli alunni dal primo anno li conduce e accompagna nel percorso scolastico fino alla quinta. Ci sono poi i docenti esperti per le discipline particolari quali informatica, inglese, educazione motoria e educazione musicale. Su libera scelta si possono frequentare gratuitamente una volta alla settimana lezioni di lingua spagnola.
Nell’orario curricolare gli alunni imparano a suonare uno strumento e per chi lo desidera, ma a pagamento, la stessa insegnante svolge lezioni individuali di pianoforte con saggio finale.
Per i bambini che inizieranno la classe prima da qualche anno si svolge un progetto ponte. Tale progetto si realizza nell’ultimo periodo dell’anno scolastico e consiste nel vivere da parte dei bambini, una volta la settimana, alcune ore a contatto con gli alunni di quinta e con quella che sarà la loro insegnante nell’anno scolastico successivo. I bambini realizzano disegni, oggettini aiutati da quelli più grandi e fanno domande inerenti a quella che sarà la loro prossima tappa scolastica. Questo perché chi già frequenta la nostra scuola dell’infanzia e chi proviene da altre realtà possano incontrarsi per conoscere il nuovo ambiente e tra di loro. Nello stesso tempo l’insegnante osservandoli può iniziare a impostare il programma di accoglienza e le successive attività.
Il programma curricolare è quello previsto dallo Stato su tutto il territorio nazionale come pure il monte ore (calcolato in 60 minuti), i giorni scolastici. Per le vacanze si segue il calendario regionale e le giornate di stop didattico a disposizione di ogni singolo istituto vengono aggiunte ad altre festività o al venerdì così da poter agevolare le famiglie i cui membri lavorano entrambi e non hanno la possibilità di chiedere periodi di permesso o di ferie prolungati durante l’anno. Le attività didattiche si svolgono su 5 giorni la settimana con due rientri pomeridiani.
La scuola organizza uscite didattiche sul territorio della provincia, utilizzando il servizio di scuola bus offerto dal Comune, e fuori territorio provinciale cercando di contenere i costi a carico delle famiglie. Ad alcune di esse possono partecipare anche i genitori per una maggiore conoscenza tra di loro e delle singole realtà.
Partecipa a varie iniziative extra curricolari proposte innanzitutto dagli Enti locali e poi da vari associazioni o enti per arricchire l’esperienza didattica, culturale e formativa degli alunni. (es. attività di educazione stradale, Progetto FEE – Bandiera Verde, Progetti di aziende nazionali ecc.)
La scuola e i docenti partecipano anche alle varie iniziative di formazione e aggiornamento promosse dal Ministro e dalla regione così da poter offrire sempre in modo migliore il proprio servizio.
Nel caso di alunni con difficoltà di apprendimento c’è la possibilità di usare strumenti compensativi o nei casi più gravi si può fare la richiesta dell’insegnante di sostegno per un numero di ore assegnate dalla commissione dell’Ufficio Scolastico Regionale.
La nostra scuola oltre all’attività scolastica vera e propria, offre un servizio di doposcuola nei giorni in cui non vi è il rientro obbligatorio, durante queste ore gli alunni vengono seguiti nello svolgimento dei compiti e delle lezioni o dall’insegnante di classe o da altra insegnante. Le insegnanti del doposcuola che non sono titolari di classe sono le stesse che nel limite del possibile, suppliscono in caso di assenza, in tal modo gli alunni già le conoscono ed esse conoscono sia gli alunni che il programma svolto e c’è continuità anche durante l’assenza prolungata della titolare.
La scuola offre il servizio di assistenza pre-scuola e orario prolungato; la mensa i cui pasti sono preparati nella nostra cucina, secondo un menù approvato ogni anno dall’ASL, attento alle esigenze degli alunni che hanno problemi alimentari documentati.
Il fatto che la Scuola sia cattolica o comunque di ispirazione cattolica può essere un problema per chi non è cattolico scegliere l’Istituto Rossello ?
La religione non è mai stata un vincolo per accedere alla nostra scuola, tanto più ora che è paritaria e quindi equiparata a quelle statali. Durante questi anni abbiamo avuto già la frequenza di alunni di religione mussulmana, ortodossa oppure che avendo i genitori di religione mista avevano fatto la scelta di lasciarli liberi di scegliere da grandi quale professare.
Ciò che conta è che i genitori siano consapevoli che essendo cattolica anche nell’insegnamento e nell’educazione prevalgono i principi cristiani cattolici che comunque valgono anche per le altre religioni. Alcuni anni fa con un gruppetto di alunni mussulmani erano stati messi a confronto sia la Bibbia che il Corano e si era visto che sono più i valori che ci accomunano che quelli che dividono. La differenza è sempre una ricchezza.
L’idea che la scuola privata non sia alla portata di tutti per i costi che essa comporta, corrisponde alla realtà ? Le famiglie meno abbienti possono comunque accedere alla scuola paritaria attraverso agevolazioni fiscali o comunque contribuzioni istituzionali ?
La nostra scuola è ormai da anni che cerca di tenere rette accessibili alla maggior parte delle famiglie, avendo come scopo di dare la possibilità a chiunque lo desidera di accedere ad essa e difendendo così il diritto di libera scelta per l’educazione dei propri figli.
Vi è anche una legge regionale che prevede su domanda alla Regione di un assegno di studio che rimborsi se non in toto in buona parte le spese delle rette mensili e dell’iscrizione, oppure dei pasti tramite domanda al Comune.
Essendo poi la scuola fondata sullo spirito della Santa Rossello, va incontro ai più bisognosi offrendo loro riduzioni o in alcuni casi anche la possibilità di frequentare gratuitamente le lezioni o i servizi offerti. Questo perché la condizione economica non sia l’ostacolo principale per poter effettuare la libera scelta di educazione dei propri figli.
Vorrei aprire una parentesi proprio sul fattore economico senza creare polemiche. Spesso si pensa che la scuola cattolica abbia sovvenzioni da parte della Chiesa e desidero smentire questo pensiero comune. La nostra scuola procede nello svolgimento del suo servizio solamente con le entrate delle rette versate dalle famiglie e da contributi pubblici che variano di anno in anno a seconda del Bilancio dello Stato e dalla generosità e volontà dei docenti che offrono il loro servizio mettendo a disposizione forze e tempo, perché condividono e credono nel valore del progetto formativo.
Siamo paritarie ma la vera parità a livello economico non è ancora stata attuata. Quindi mentre le famiglie hanno dei costi (doppi perché pagano allo stato le tasse anche per il servizio scolastico statale) lo Stato ha un risparmio sugli stessi alunni che frequentano le nostre scuole. Questo vale per ogni scuola che non sia statale indipendentemente dall’idea politica o religiosa che la sostiene.
Qual è lo stato di salute della istruzione pubblica e privata oggi in Italia ?
Ad entrambe mancano le risorse e quelle poche sono gestite in modo non adatto e penso che nel pubblico anche le risorse umane non siano valorizzate come dovrebbero. C’è anche molta burocrazia che toglie forze e tempo agli insegnanti. . Questo lo dico perché ho lavorato nel settore pubblico per qualche anno addietro ma credo che le cose non siano cambiate molto. A volte si incontrano insegnanti che sono preparatissimi nelle materie ma non sanno trasmettere l’amore alla materia e le conoscenze, solo che avendo vinto un concorso non possono essere esonerate dall’insegnamento o collocate in classi dove possono collaborare con altri docenti che al contrario sanno fare amare lo studio. Lo Stato mi sembra non abbia investito molto per l’istruzione prima e tanto meno oggi in cui la crisi economica è a livelli alti. Inoltre la scuola in genere è distante dal mondo del lavoro per cui si creano corsi di istruzione che sono dispersivi. Lo possiamo vedere dai molti diplomati e laureati che non riescono a trovare il lavoro per il quale hanno studiato. O delle aziende che non trovano lavoratori per quello che serve a loro.
Quali sono le maggiori difficoltà oggi nell’insegnamento ?
La maggiore difficoltà nell’insegnamento oggi e quella di accogliere gli alunni con le loro singole caratteristiche, sensibilità e vari problemi personali. L’insegnamento ormai non è più solo un semplice trasmettere informazioni ma è trasmetterle e comunicarle a bambini che oltre ad essere vivaci, prepotenti, disattenti e indisciplinati forse più di un tempo, portano nella loro storia personale nuovi problematiche quali l’aggressività e la strafottenza. Essi oltre alla curiosità, desiderio di imparare e gioia hanno anche paure e difficoltà che esprimono in vari modi. Vi sono situazioni familiari particolari, genitori poco presenti o confusi e questo incide sulla capacità di apprendimento e socializzazione. Spesso il passaggio dalla famiglia dove si sta bene in quanto ci si sente unici, alla classe dove ci si deve confrontare con un gruppo, con delle aspettative da soddisfare, con persone adulte che non sono i genitori, con le regole da rispettare, con delle sconfitte da affrontare, diventa per i bambini motivo di disagio che ciascuno esprime con le proprie caratteristiche. Inoltre i bambini sono sempre più insicuri e fragili nel confrontarsi con altri coetanei. I docenti devono imparare ad avere ogni volta la capacità di capire e valutare i bisogni dei bambini che nella scuola primaria vengono espressi non tanto a parole ma con sintomi o attraverso il corpo ed essere quindi disposti ad un continuo cambiamento.
E’ sempre in crescita la poca capacità di concentrazione questo dovuto anche ai molti stimoli che i bambini hanno che, se da una parte è una vera ricchezza, dall’altra rischia di portare in loro distrazione e superficialità nell’apprendere e nel fare propri gli apprendimenti. Inoltre si sta verificando una crescita dei casi di bambini con DSA e quindi anche il docente deve tenere conto di nuovi metodi nell’insegnare gli apprendimenti. Anche questo è un vantaggio sia per questi alunni, che altrimenti saremmo considerati svogliati e incapaci e si isolerebbero dal contesto classe, sia per il gruppo classe perché attraverso alcune tecniche applicate per trasmettere conoscenze, vengono facilitati.
Ci sono poi le famiglie che a volte non vogliono accettare le difficoltà dei propri figli; oppure riversano su di loro delle aspettative che non sono in grado di soddisfare e ovviamente la colpa è dell’insegnante; c’è il continuo confronto con gli altri compagni per cui il bambino diventa poi inibito; c’è la continua ansia che deve essere il primo, il migliore e questo si vive a causa anche della società, per cui se non sei il più ….. rispetto agli altri non sei nessuno, e questa ansia viene trasmessa dalle famiglie ai figli che vivono l’ambiente scuola in una continua corsa alla competizione e non accettando le sconfitte, questo causa la non libertà di esprimersi liberamente, del non chiedere se non in un colloquio riservato e sempre giustificando il proprio figlio; questi atteggiamenti delle famiglie ledono la crescita degli alunni perché impediscono loro di essere pienamente se stessi manifestando le loro attitudini e le loro capacità reali.
Alcune famiglie poi non accettano che il proprio figlio possa sbagliare anche nel modo di comportarsi, e tendono sempre a colpevolizzare gli altri o la scuola e difendendoli sempre a spada tratta.
Ad ogni famiglia vorrei dire le parole del poeta libanese Khalil Gibran: I vostri figli non sono i vostri figli. Sono i figli e le figlie della brama che la Vita ha di sé. Essi non provengono da voi, ma per tramite vostro, E benché stiano con voi non vi appartengono. Potete dar loro il vostro amore ma non i vostri pensieri, Perché essi hanno i propri pensieri. Potete alloggiare i loro corpi ma non le loro anime, Perché le loro anime abitano nella casa del domani, che voi non potete visitare, neppure in sogno. Potete sforzarvi d’essere simili a loro, ma non cercate di renderli simili a voi. Perché la vita non procede a ritroso e non perde tempo con ieri. Voi siete gli archi dai quali i vostri figli sono lanciati come frecce viventi. L’Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell’infinito, e con la Sua forza vi tende affinché le Sue frecce vadano rapide e lontane. Fatevi tendere con gioia dalla mano dell’Arciere; Perché se Egli ama la freccia che vola, ama ugualmente l’arco che sta saldo.
Come possono le famiglie collaborare con la scuola per consentire agli insegnanti di svolgere al meglio il loro delicato compito di formazione delle future generazioni ?
Le famiglie dovrebbero ricordarsi che i figli sono”altri” rispetto a quello che loro hanno sognato che essi fossero, hanno una loro personalità, una loro strada da percorrere e vanno aiutati a trovarla e ad essere i migliori per le capacità che hanno. Potrebbero cercare un maggior dialogo con i docenti su come capire meglio i vari aspetti dei loro bambini per aiutarli maggiormente in collaborazione con la scuola. Potrebbero essere più capaci a dire nei “no” per evitare che le sconfitte scolastiche siano vissute come tragedie fin da piccoli. Potrebbero responsabilizzarli di più anziché sostituirsi a loro in ogni piccola difficoltà, essere loro vicini e insegnar loro come superarle anziché spianare loro la strada. Ripensare a come loro sono stati educati sia a casa che a scuola. Collaborare dando loro delle regole e non essendo permissivi, essere amorevolmente autorevoli. Chiedere spiegazioni dei compiti e dei programmi ma non sostituirsi al docente anche in modo negativo. Essere aperti con gli insegnanti sapendo che nel dialogo si possono trovare le soluzioni e chiarire i problemi. Accettare i propri figli come sono e non come sognano loro che possano essere perché nell’ambiente scuola il bambino deve affrontare il confronto, mettere in moto le capacità, risolvere i piccoli problemi che si vengono a creare ma lo deve fare accompagnato non sostituendolo. Così facendo avremo delle persone capaci di volta in volta di affrontare la realtà come si presenta e soprattutto capaci di pensare con la propria testa e coraggiosi nel portare avanti i loro ideali.
Che cosa penserebbe oggi Suor Giuseppa Rossello del mondo ed in particolare della scuola ?
Vorrei rispondere citando le parole della Santa Rossello che non cambierebbero nell’oggi, anche perché pur essendo una donna dei primi dell’800 posso affermare che è attuale.
“Vorrei avere le braccia tanto lunghe da abbracciare tutto il mondo e fare a tutti del bene”
Oggi come allora c’è tanto bisogno di bene, soprattutto in questi tempi in cui sia che stringiamo l’orizzonte sia che lo allarghiamo viviamo un tempo in cui sembra che non ci sia più chi si interessi dell’altro per il bene, al contrario ci si interessa solo per mettere in evidenza il negativo che ognuno ha. Il mondo è cambiato per i mezzi di comunicazione, per l’economia, per la politica, e per altre cose ma l’essere umano rimane tale da sempre con i suoi bisogni più profondi, con le sue domande di senso; è a questi che bisogna dare una risposta e a volte bisogna anche aiutare a trovare le domande. Ad esse ci si arriva certo non con discorsi di alta teologia o filosofia ma attraverso i gesti quotidiani. Il mondo ha bisogno di infinito, non importa come uno lo chiami ma è fatto per l’infinito e questo passa anche attraverso le esigenze più comuni, più spicciole di ogni giorno, ecco perché la Rossello provvedeva e aiutava chiunque, attraverso il bene materiale faceva scoprire la domanda di senso a cui dare risposta. L’Istituto è nato per rispondere alle esigenze sociali del tempo che si sono modificate nei modi ma non nel loro essere bisogno sociale.
Per quanto riguarda la scuola ripeterebbe ancora le stesse cose a chi ha il compito di insegnare: ” …la scuola è ufficio di angeli, e voi dovete essere gli angeli dell’infanzia e della gioventù.” “…. al lato dei bambini a voi affidati siate angeli tutelari …..” “Pregate incessantemente il Signore che vi insegni Lui a fare la scuola, vi ispiri quello che dovete dire e vi dia … soprattutto la pazienza tanto necessaria per educare i bambini….” “Quando occorresse di dover dare qualche castigo, siate giudiziose e molto parche, e non lo fate mai senza aver prima tentate le vie dell’amore e di una dolce affabilità.” “Durante la ricreazione se dovete stare con le ragazze, non vi occupate di altri lavori, ma state attente e vigilate.” “Vi mando a fare scuola, ad istruire le fanciulle, istruitele bene, insegnate loro quanto i programmi richiedono; fatelo con esattezza, è dovere di giustizia …… servitevi dell’istruzione che darete ….per istillare nei loro animi i principi della virtù.”
“Vi mando …. non a far denari, ma a far del bene ….” “I giornali vi danno Lode? Fumo, fumo e vanità! Avete fatto nulla più che il vostro dovere.”
Queste ed altre sono le indicazioni alle quali ancora oggi ci ispiriamo nell’incontrare incontrare gli alunni nella scuola. Oggi la Rossello userebbe certamente un linguaggio e dei mezzi più attuali ma la sostanza resterebbe la stessa. Sia il mondo che la scuola continuerebbero a guardarli e a pensarli con sguardo di Misericordia che fa si che allora come oggi l’essere umano, chiunque esso sia, abbia la propria dignità e qualsiasi tipo di povertà abbia una risposta.
E’ cambiato qualcosa nelle finalità originarie della scuola ?
Se pensiamo che la scuola cattolica è stata tra le prime a voler dare un’istruzione e una formazione completa a tutti indistintamente, possiamo dire che questa finalità rimane ed è primaria certo è resa più difficile in quanto senza contributi c’è il rischio di non poter più stare nel bilancio e già oggi si fatica molto, e c’è quindi il rischio di permettere solo a pochi di frequentarla. Questo anche perché la regolamentazione del volontariato, seppur giusta per non creare lavoro sotterraneo, ci impedisce di poter offrire altri servizi o attività in modo gratuito e abbassare così il costo per le famiglie.
Solitamente quando mi chiedono informazioni sulla scuola e arriviamo alla parte economica ripeto che questa non deve essere un impedimento per poter accedere alla nostra scuola e cerchiamo di trovare degli accordi.
Penso alla Santa Rossello che mi ha insegnato e trasmesso il valore della povertà per andare incontro ai “poveri”, lei che aveva fiducia infinita nella Provvidenza e in S. Giuseppe quando i suoi bilanci erano in rosso, che però con le mani era sempre al lavoro e i piedi ben piantati nella realtà e nonostante le critiche e la mancanza di denaro è riuscita a rispondere alle necessità non solo Italiane ma anche estere accogliendo chiunque era nel bisogno ma anche chi era più agiato e dividendo equamente le risorse, amministrando con acutezza le risorse umane ed economiche.
Sono stata un po’ prolissa ma le parole per far conoscere e capire sia la realtà della nostra scuola sia la Santa Rossello che ne è fondatrice e ispiratrice non sono mai abbastanza.
Ringraziamo Suor Antonia per aver consentito a questa intervista, la cui finalità era ed è quella di far conoscere ed apprezzare meglio una realtà, quale quella dell’Istituto Rossello, davvero preziosa non solo per Loano ma per tutto il suo comprensorio.
Giovanni Sanna
UN’INTERVISTA DI SUOR ANTONIA DEL 2011 IN OCCASIONE….