La Meridiana di Garlenda. Un’eccellenza-perla nel panorama alberghiero ligure. Non è promozione pubblicitaria, ma una realtà produttiva – ricettiva che onora e premia prima di tutto l’industria (assai bistrattata) del turismo. La Meridiana: ovvero sapiente e costante ricerca non solo del ‘buon nome’. I risultati frutto dell”accoglienza, del comfort della struttura, della professionalità degli operatori, del corretto rapporto-qualità prezzo, impegnati a fronteggiare una concorrenza che va di pari passo con la globalizzazione delle mete vacanziere.
Anche nel 2013 i coniugi Alessandra e Edmondo Segre (nella foto)– esordio ed entusiasmo fin dalla giovane età e che negli anni hanno impreziosito, rinnovato La Meridiana tra non pochi sacrifici – possono fregiarsi di uno dei più prestigiosi riconoscimenti del settore alberghiero del Bel Paese, con ricadute internazionali. Si sono contraddistinti per la fierezza ed il ‘basso profilo’ , poco inclini ai riflettori e a passerelle mondane. Lavoro e presenza costante in azienda, prima di tutto. Obiettivo: clienti soddisfatti che tornano.
Le ‘tre chiavi d’oro’ significano riconoscimento ricco di credenziali se si considera che la Guida del Gambero Rosso premia con ‘ medaglia d’oro’ l’hotel di Garlenda dal 1997. “Quattro luoghi da non perdere – si legge in uno dei tanti post – dove ristorazione, ospitalità e paesaggio renderanno la vacanza indimenticabile“.
Un’altra guida internazionale, la Michelin, apprezzata per il tradizionale rigore, descrive: ” Ospitalità ad alti livelli per una deliziosa residenza di campagna, curatissimo negli interno e negli esterni, con camere personalizzate: ovunque eleganza e buon gusto. Ampio dehors sul giardino e raffinata sala ristorante interna. Argenterie d’epoca e quadri antichi al ristorante Il Rosmarino. Semplici preparazioni della cucina ligure al Bistrot.”
Quanti sono, viene spontaneo chiedersi, i savonesi, i liguri che sono compiutamente informati dell’attività di uno dei 4 migliori alberghi – su 10 mila presenti sulla guida – in questo angolo di terra ponentina, in un lembo della più vasta e produttiva pianura della Liguria? Hotel che coniugano fascino, esclusività del luogo. C’è un detto: notte come un signore e cena come un re. Non è una ricchezza ‘personale’, semmai risorsa di quel turismo tante volte chiamato in causa come maggiore salvezza e motore di un’economia da rilanciare. Per poi dimenticare di aggiungere che nulla si fa da decenni per renderlo più vitale e competitivo sul fronte degli investimenti. Ad iniziare dalle infrastrutture pubbliche. Benvenuta, una rarità, l’Aurelia bis, tra Villanova ed Alassio.
Non tutti sono a conoscenza che non solo l’Iva (negli alberghi) è superiore a quella di molti altri vicini concorrenti, ad iniziare da Francia e Spagna. Inutili i richiami. Che il costo del lavoro è superiore. Che a parte alcune grandi città italiane, la Riviera è da sempre esclusa dall’interesse di grandi catene e gruppi alberghieri. Che sono sempre meno gli imprenditori disposti a rischiare nel settore. Stanchi di promesse, come la fiscalità sugli immobili. E la legge sulle trasformazioni alberghiere della Regione è stata impugnata la settimana scorsa dal governo Letta (sinistra e destra insieme).
I Segre continuano ad essere una risorsa. Ma non dovrebbero rendersene conto soltanto le più autorevoli guide dell’ospitalità.
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