Due lutti hanno segnato Pornassio e Mendatica. A 91 anni si è spento per vecchiaia Giovanni Contestabile che è stato sindaco del paese. Sulla soglia dei 70 anni ha chiuso gli occhi nella sua casa di Imperia, dopo una di quelle malattie che spesso non lasciano scampo, Gianni Pagliano, famiglia originaria di Mendatica, il papà era in Polizia, il nonno tra i Caduti della Grande Guerra.
Giovanni Contestabile, da tutti conosciuto come “U Ninnu” . Erano tre fratelli con Pierino e Vittorio, mancati diversi anni fa e tra le varie attività, avevano anche una impresa edile che per molti anni ha lavorato nel pubblico. Giovanni è stato pure Sindaco di ‘Purnasce‘ dal 1978 al 1988 eletto con il simbolo della Democrazia Cristiana, quella dei galantuomi imperiesi alla Lucifredi, Viale, Amadeo.
Giovanni lascia la moglie Angela Isoleri e tre figli, Alberto, Giulio e Iolanda che vivono a Imperia e Diano Marina. Alberto da giovane frequentava molto Pieve, ora fa il pittore e gestisce una agenzia immobiliare a Diano Marina. Quasi un centinaio le partecipazioni e i commenti, tra cui quella del più volte sindaco di Pieve di Teco, Renzo Brunengo.
Bruno Barra scrive: “Un altro grande uomo se n’è andato lasciando un vuoto incolmabile.” E Rossana Molinari: “Me lo ricordo bene il vostro papà era un vero signore”.
A IMPERIA LA MESSA DEI DEFUNTI
PER GIANNI PAGLIANO, ORIGINI A MENDATICA
LE ESEQUIE NELLA CHIESA DI ‘CRISTO RE’ POI LA CREMAZIONE A BRA
PAPA’ COSTANTE, ORFANO DI GUERRA, UNA VITA NELLA POLIZIA
Gianni Pagliano, alla soglia dei settantenni, ha chiuso gli occhi nella sua villetta che si affaccia sull’Aurelia e l’ex ferrovia, tra Oneglia e Porto Maurizio. Lascia la moglie Lella, la figlia Rebecca, due splenditi nipotini. Gianni non era un personaggio noto nell’agone pubblico, ma era un cittadino retto, un marito, un padre ed un nonno di cui andare fieri. Non ostentava nulla se non la pensione dopo anni di lavoro, senza mai marcare visita, all’Enav dell’aeroporto di Genova. Un pendolarismo tra casa e la Torre di Controllo del traffico areo negli spazi nazionali e nelle operazioni di atterraggio e decollo. Un lungo viaggio quasi sempre in moto e più raramente in auto. Orgoglioso del dovere, della famiglia, dei traguardi raggiunti. E soprattutto il suo ‘secondo amore’, Mendatica dove abitava da vacanziere nel centro paese, nella casa che fu della nonna paterna e dei genitori durante i periodi di vacanza. E’ qui che Gianni, anche quando era solo, si trovava a suo agito. E’ qui che incontrava i mendaighini che conosceva tutti anche nei soprannomi. Il suo ceppo apparteneva, come cognome (Pagliano), ai Barberotti che si distinguevano dai Michettai. E’ il Monumento dei Caduti del paese a ricordare il nonno Angelo.
Tra le ultime memorie storiche di Mendatica (Emma e Italo) che raccontano di Costante, in divisa da polizia, fermato dai partigiani nei pressi di Aurigo. Ha rischiato di essere fucilato per una delle tante funeste rappresaglie, si salvò, soleva ripetere, per un miracolo che attribuiva a San Paolo santo patrono di Aurigo. C’è chi ricorda che avuta notizia della cattura ci fu una sorta di sollevazione popolare di chi trascorreva l’estate nei ‘tecci’ di Monesi di Mendatica. I partigiani della zona si fecero portavoce e sta di fatto che Costante fu subito liberato.
Gianni non aveva le doti gioiose paterne (una miniera di barzellette e battute da crepar dal ridere), ma era cresciuto alla scuola della rettitudine, del rispetto del prossimo. Giovanissimo giocava a calcio nella squadra di Mendatica e c’è chi cita una vittoria sul Pieve di Teco e un conseguente incidente stradale che sfiorò la tragedia. A Imperia giocava a tennis e frequentava il locale Circolo, un altro hobby era la pesca alle trote nei torrenti della valle Arroscia. Gianni, carattere aperto, gioviale, sensibile, solare, schietto, attento anche alle piccole cose, disponibile quando c’era da dare un mano alla Pro Loco, alla festa della Transumanza dove accompagnava maestre e scolari.
A Mendatica, dove Gianni non ha voluto riposare in eterno, sono sepolti mamma Tina, una gran signora che si era adattata alle usanze mendaighine e papà Costante. Ha scelto di stare accanto alla sua Lella, con le ceneri, nella dimora di famiglia. Gianni, mai invadente, che sapeva pazientare, apprezzare anche quando, come in ogni realtà paesana, qualcosa lo contrariava; ammirava la cucina casalinga di Tersilia, la pizza in paese, la routine e la semplicità di ciò che resta della Mendatica d’altri tempi. Usi, usanze, tradizioni, gli avi che nelle loro tombe ci ricordano quanti sacrifici e sofferenze, la vita grama, i lutti delle guerre, la tenacia e la fierezza per assicurare una vita migliore ai figli, ai nipoti. Pagine che restano scolpite nella gloriosa storie del paese sentinella in Alta Valle Arroscia, ma che si sgretolano e si affievoliscono con il giorno dell’addio degli ultimi testimoni di Mendatica d’altri tempi e di come eravamo.(L.Cor.)
TRA DUE NOTIZIE TRISTI, DUE AVVENIMENTI FELICI PER LA VALLE ARROSCIA
FINALMENTE CONCLUSI I LAVORI (E VIA IL SEMAFORO) SULLA STATALE DEL COLLE DI NAVA, DOPO PIEVE DI TECO. RIAPERTA LA PROVINCIALE PER MENDATICA NEL TERRITORIO DI MONTEGROSSO PIAN LATTE CHIUSA PER FRANA (IN PROSSIMITA’ DEL VECCHIO MULINO) DALL’OTTOBRE DELLO SCORSO ANNO. C’E’ CHI HA PERSINO ‘FESTEGGIATO’ SOGNANDO LE FRECCE TRICOLORI SOLCARE IL CIELO DELLA VALLE ARROSCIA.