Un altro albenganese che ha onorato la città, con l’impegno civico e la dedizione al bene comune, se ne è andato per sempre. La famiglia, gli amici, le tante persone che l’hanno conosciuto, piangono la scomparsa di Vittorio Libonati. A 82 anni lascia un grande vuoto dietro di se.
Gli amici più cari hanno comunicato la notizia con questo messaggio: “Con grande rammarico abbiamo ricevuto la triste notizia della scomparsa dell’amico e collega Vittorio Libonati, ex Presidente e pescatore della nostra storica cooperativa San Filippo di Albenga. Lui che ci ha guidato e aiutato per quasi quarant’anni sempre al fianco dei pescatori liguri, ci ha rappresentato egregiamente difendendo sempre i diritti dei pescatori facendo da portavoce tra noi e le istituzioni, sempre in prima linea a combattere per ogni causa. Oggi con la sua mancanza ha portato via un pezzo di storia e tradizioni di noi pescatori liguri. Ci stringiamo al dolore della famiglia.”. La carica di presidente è stata assunta da Sergio Deandreis.
6 LUGLIO 2017 – LA STAMPA –
eri sono stati tolti i sigilli alla darsena di Albenga, sequestrata un anno e mezzo fa a seguito di un’indagine della guardia costiera per presunte attività illecite poste in essere dal consorzio che la gestiva (Liguria Pesca Ambiente e Territorio») con tanto di provvedimento di decadenza della concessione e conseguente ricorso al Tar presentato dall’amministratore unico, Vittorio Libonati.
«Il tribunale amministrativo regionale ha respinto l’ordinanza di revoca della concessione, così come è stato archiviato il reato di truffa perché, in buona sostanza, mancavano i presupposti – precisa l’avvocato Enrico Minucci – Il consorzio ha utilizzato l’area mettendo a disposizione servizi e attività lecite e in linea con le norme vigenti. Siamo molto soddisfatti».
Il sequestro penale, dunque, è venuto meno, mentre l’accusa di occupazione abusiva di una piccola porzione di arenile è stata definita con un’oblazione: «In questo modo abbiamo voluto evitare di trascinare la questione» taglia corto l’avvocato.
I sigilli erano scattati nel novembre 2015 per una parte della spiaggia più un immobile e tutte le imbarcazioni ospitate nel tratto più esposto verso il mare. Secondo le indagini, il consorzio pur presentandosi come un’associazione di pescatori professionisti (e godendo dunque di un regime favorevole per ciò che concerne la concessione di quell’area), avrebbe dato vita per lungo tempo a operazioni più remunerative, connesse per lo più alla riscossione degli affitti dei posti barca come se, più che come un deposito imbarcazioni ed area per alaggio per pesca professionale, quest’area fosse utilizzata come una sorta di un piccolo porticciolo turistico. Libonati, invece, ha sempre sostenuto di aver richiesto le autorizzazioni agli enti preposti e che le attività di ittiturismo e pescaturismo fossero in linea con le normative. Tesi accolta nelle sedi competenti: ieri, infatti, i sigilli sono stati tolti e ora la vita, in questo tratto di arenile, può ricominciare. «Purtroppo abbiamo perso circa un anno e mezzo di lavoro, e dobbiamo dunque sbrigarci per non perdere in toto anche questa stagione – dice l’amministratore unico del consorzio “Liguria Pesca Ambiente e Territorio”- Ora comunque l’area è stata dissequestrata, e si può guardare avanti».