Paolo Gerolamo Brusco (Savona, 8 giugno 1742 – 30 marzo 1820) è stato un pittore italiano del Settecento che operò soprattutto in Liguria. Brusco (soprannominato anche Bruschetto) nella sua lunga carriera ha prodotto numerosi quadri di soggetto sacro e profano che ornano chiese, oratorie palazzi di tutta la Liguria. Fece parte della locale Accademia dell’Arcadia con lo pseudonimo di Niso Letimbrico.
Figlio di Giovanni Battista e Anna Maria Romè, fratello dell’ingegnere Giacomo Agostino e del pittore Angelo Stefano, frequentò a Roma la scuola di pittura con Anton Raphael Mengs e Pompeo Batoni. Rientrato a Savona, si sposò con Nicoletta Rochella da cui ebbe i figli Giulio, morto in giovane età, e Tommaso. Quest’ultimo si trasferì poi a Lione arruolandosi nell’esercito.
Brusco, che era spesso in rivalità con il suo concittadino Carlo Giuseppe Ratti, viene descritto dai suoi contemporanei come burlone ed irriverente. Non disdegnava il vino e teneva in poco conto il denaro. Pare che lo stesso soprannome Bruschetto fosse da lui stesso utilizzato per indicare come altra persona l’autore di alcune sue mediocri realizzazioni. Egli infatti era molto portato all’improvvisazione più che ad una applicazione metodica e volendo accaparrarsi più committenze possibili, non dedicava poi a tutte il tempo e l’attenzione necessari. Unico fondatore di una scuola di pittura savonese, fu maestro di Gaspare Domenico Rastellino, Agostino Oxilia, Giovanni Battista Magliani, Giacomo Gavotti, Vincenzo Macchioli e Camillo Naselli-Feo.
Spesso fu coadiuvato dal fratello Angelo Stefano, che terminava o rifiniva le sue opere. Paolo Gerolamo per un certo periodo seguì l’altro fratello, l’ingegnere Giacomo, nella città di Genova dove realizzò opere in diverse chiese. Per quel che riguarda Savona, sono da notare in particolare i ritratti di papa Pio VII (realizzati durante la prigionia di questi in città) e gli affreschi nella Capella Sistina. Il prefetto Gilbert Chabrol de Volvic nel 1810 lo incaricò di dipingere una apoteosi di Napoleone nel palazzo della prefettura, che il Brusco realizzò in maniera molto fredda e formale. Secondo molti tale incarico gli fu affidato come “contrappasso” per avere realizzato poco tempo primo un quadro, il Misogallo, di evidente spirito antifrancese. Dipinse anche facciate di abitazioni, di chiese e maioliche per il savonese Boselli.