Un anno, giorno più giorno meno, che non posto più commenti su Facebook, sul quale mi ero iscritto convinto fosse un valido strumento per comunicare i propri pensieri, emozioni, eventi. E dove, scrivendo degli articoli quotidiani relativi ad argomenti di attualità e politica, pensavo di ricevere osservazioni critiche, di dissenso, ma comunque in maniera civile.
Mi piaceva scrivere di politica e sociale, considerato che le materie mi appassionavano già quando avevo quindici anni. Non ho mai nascosto le mie simpatie politiche, votando sempre a sinistra e quindi vivendo tutti i tormentati anni di questo schieramento. E anche nei miei commenti su Facebook sono sempre stato sensibile a certi temi, sperando di ricevere spunti intelligenti, critiche, anche severe. Del resto quando si scrive non ci si vuole rivolgere a chi la pensa come te, ma a chi ha orientamenti diversi e trovare, magari, punti di contatto.
Ma non è stato così, e questo, ovviamente a chi aveva idee più destrorse puntualmente attaccato con epiteti, offese a parenti e via dicendo.
E allora meglio sparire perchè, credo come me altre persone, non trovo niente di utile in uno strumento diventato soltanto di odio, razzismo offese agli altri.
Meglio allora iscriversi ai in forum dove c’è ancora un senso del dibattito e dell’opinione altrui, in poche parole una democrazia. Anche se a volte penso che non utilizzare più questo strumento sia come una resa, una consegna a chi vuole fare di Facebook un luogo di insulti e offese. Ecco perchè, nonostante non scriva, pardon non posti più, non ho cancellato la pagina, con la speranza di tornarci un giorno. Per ora, ai tanti amici e amiche virtuali, preferisco quelli
veri dove ci si comprende con uno sguardo, una parola. Quattro amici che come nella canzone, si ritrovano in un bar, dove si parla a bassa voce e senza l’idea di offendere nessuno