Alcuni giudizi tratti dal sito ‘Paesi online. Guida turistica di Noli’ . Tra i più ‘visitati’ con motori di ricerca. Primo commento tra i tanti: “Vengo a Noli tutte le estati da quando, nel 1941, avevo quattro anni. In tutto questo tempo, ora di anni ne ho 76, la cittadina, cosi bella e caratteristica, è andata degradando…. I parcheggi inesistenti e/o molto mal messi, la pulizia scarsa, vedasi la Via XXV Aprile, l’ex Colonia marina ora ‘rifugio’ di topi e di rifiuti, tutto ciò mi dispiace perché sono affezionato a Noli…”. Secondo commento: “… I pescatori davanti alla porta di casa rattoppano le reti e un paese a misura di bambino….”. Terzo: “Gli abitanti sono gentili e a differenza dei “liguri” in generale sono meno avidi….” Infine: “La migliore attrattiva è il mare, quindi o fare immersioni o snorkeling oppure nuotare finchè si vuole. Alla sera non c’è nulla da fare…”.
Tra meno di due settimane gli elettori (si reca al seggio una media di 1700 – 1800 votanti), residenti, sono chiamati alle urne per scegliere la squadra che avrà oneri e onori nel governo della città. Lunedì sera incontro con la candidata sindaco Marina Gambetta e la formazione di 10+1 che l’affianca. Se vince avrà assessori e consiglieri di maggioranza. Se perde fino a 3 rappresentanti nei banchi della minoranza ?
Chi legge di comizi, confronti, dibattiti elettorali dalle cronache e dai social, resterà deluso. Un incontro senza toni polemici, disteso, senza giudizi trancianti da arena elettorale e nei confronti delle altre tre liste concorrenti e dei loro candidati. Un incontro all’insegna del propositivo, tra analisi e dati di fatto, prospettive di soluzione. Nessuna raffigurazione dei buoni, bravi e colti da una parte, cattivi e somari dall’altra. Nessuno slogan indirizzato, si suole dire, alla pancia dei potenziali elettori. Semmai un populismo in positivo ha tenuto a rimarcare uno dei ‘vecchi saggi’ della formazione, il dr. Nicola Vacca, medico del San Paolo in pensione.
Una presentazione persino troppo pacata rispetto alle cronache e alle ‘corride’ televisive. Può addirittura essere controproducente se la confrontiamo alla marea che affolla le piazze, si scalda, applaude, urla, partecipa nel pathos, a certi comizi alla Matteo Salvini. Lo criticano perchè nonostante rivesta la carica di ministro dell’Interno, la più importante e strategica del governo, tuona con arroganza, baldanza, violenza verbale, additato persino a
‘bullismo’, ‘squadrismo’, ‘atteggiamenti retorici alla Mussolini’, addirittura ricorrere agli ‘insulti’, anche se lui si dichiara la prima vittima. Eppure a moltissimi italiani piace ed è l’unico rappresentante di un vecchio partito che affolla i comizi. I candidati sindaci del centro destra lottano per averlo ‘ospite’ nella convinzione che faccia guadagnare consensi. Poco importa se dalla Tv, La 7, gruppo Cairo che edita anche Il Corriere della Sera, primo quotidiano in Italia, c’è chi sostiene che “così facendo il leader, un passato nella gioventù comunista, stia perdendo credibilità, si alieni il consenso dei moderati, diventi paladino della violenza verbale, senza pudore di ignoranza storica del nostro paese e governi da dilettanti allo sbaraglio, brandendo e cavalcando soprattutto il tema migrati, sicurezza, prima gli italiani.”
Il distacco pacato e moderato, umile e riflessivo, gentile e rispettoso, depurato di ogni forma di scontro personale, arroganza e supponenza, rischia di appiattire la partecipazione dei
cittadini, di rendere meno appassionante il dibattito ? Se la risposta fosse affermativa, non c’è dubbio che questo modo di presentarsi agli elettori vedrà perdenti. Quella rabbia o dissenso degli elettori nolesi che alle politiche di marzo dello scorso anno hanno premiato i ‘grillini’ e i ‘leghisti’, stanchi si direbbe della vecchia politica incapace a rigenerarsi, se dovesse fare il bis pure alle comunali, non ci sarebbe spazio, nè partita per una squadra improntata al rinnovamento, alla discontinuità, ma bando all’estremismo e populismo inteso appunto al duello, ad alta voce, con i contendenti.
L’unica frase forte, nelle due ore di ascolto e approfondimenti, la dice lunga sulla storia che ha caratterizzato Noli politica e municipale. Marina Gambetta: “Ho letto le promesse e i programmi elettorali dal 1970, credo di poter dire che nessuno abbia rispettato davvero tutti gli impegni presi. Non seguirò l’esempio e questo è il primo impegno. Quanto abbiamo scritto nel programma amministrativo è più che un patto con gli elettori “. Un giuramento dunque senza la necessità di un ‘contratto’. La promessa di 12
‘volti nuovi’ nel panorama politico amministrativo locale, solo il dr. Vacca aveva fatto esperienza con gli ultimi due mandati del sindaco Carlo Gambetta.
IL PROGRAMMA AMMINISTRATIVO – Un lavoro, un’elaborazione racchiusa in 12 pagine, divisa in capitoli e paragrafi, chiari e sintetici, poco o nulla del linguaggio politichese, anche se l’impostazione è ‘fare politica, esercitare la democrazia” dal basso. Titolo dell’introduzione: “La nostra visione”. Una lunga esposizione- presentazione precisa, pignola, forse a tratti monotona, con alcuni spunti inediti per una ‘manifestazione elettorale’. Un richiamo forte, allarmante, rivolto al mondo dei giovani nolesi. Quasi assenti tra il pubblico e nonostante la presenza in lista di due giovanissimi, Carola Mendaro, laureanda in psicologia e Jacopo Paggi, studente in Scienze Motorie. “Mancano i giovani – ha commentato Nicola Vacca -, ci troviamo disarmati di fronte ad un fallimento generazionale, non riusciamo ad intercettarli in un deserto di partecipazione. A Noli ricordo un attivissimo Circolo giovanile….Non vedo gioventù, eppure loro sono fondamentali nella costruzione del futuro “.
Non è un problema solo di Noli, forse qui è più accentuato dalla mancanza di occasioni e momenti di aggregazione non saltuari. Dall’incapacità e insensibilità di seminare le basi del loro coinvolgimento.
“Quei giovani – ha rimarcato Marina Gambetta – che devono trovare occasione per vivere e lavorare sul nostro territorio. Dove il turista è benvenuto, ma non a discapito dei residenti”. Quel turismo primo volano economico anche se nessuno può nascondere che si è fatto molto, anche nelle scelte degli amministratori comunali, per prendere a calci la ‘qualità’. Non diciamo nulla di nuovo. Anche a Noli ha vissuto gli anni del boom, una buona clientela italiana, del centro e nord Europa. Un’industria delle vacanze che ha perso smalto e competitività di pari passo con l’assalto al business delle seconde case. L’affollamento degli spazi pubblici ha finito per mettere in crisi un motore virtuoso. Un handicap grave assai comune alla Liguria di ponente rispetto, ad esempio, alle Cinque Terre, alle aree che hanno saputo salvaguardare il territorio dagli assalti speculativi che non significa negare sviluppo, ma serve quello virtuoso che abbia come unico obiettivo il bene comune, non quello che ascoltiamo nelle orazioni quotidiane. Dove tutti, mancherebbe altro, invocano e si dichiarano paladini degli interessi della comunità.
Come rimediare agli errori, favoriti, occorre premetterlo, da una certa assuefazione della coscienza collettiva che si è trasformata in spettatrice ed ha smarrito il ruolo del cittadino partecipe alla ‘cosa pubblica’, ‘cane da guardia’ contro chi poteva compromettere le generazioni a venire. Pregiudicare in assenza di programmazione e pianificazione, già il futuro immediato, i nostri giorni. Quel compito che un tempo era assegnato all’informazione locale quando era diffusa e produceva effetti, un ruolo di stimolo e se il caso di denuncia, approfondimenti, inchieste giornalistiche. Oggi i giornali si leggono pochissimo, il giornalismo locale dei quotidiani ha perso mordente e presenza capillare, costanza. L’informazione di massa è affidata ai social, definiti da studiosi e sociologi una ‘discarica’ dove si trova di tutto, cultura inesistente, soprattutto rancore, rabbia, indignazione. Zero analisi e zero educazione civica. Quella che forse opportunamente lo stesso Salvini invoca nelle scuole, un ritorno dopo essere stata abolita. Anche se non basta quando il tessuto sociale è pervaso da ingiustizie, disuguaglianze, illegalità elevata a sistema di potere, di controllo di molti apparati e di gangli vitali di una democrazia compiuta.
Neppure la squadra di giunta più preparata e combattiva, colta e pragmatica, può sovvertire dall’oggi al domani un’agonia che va di pari passo con il grave malessere sociale del Paese Italia, la sofferenza di chi lotta per un benessere che gli viene di fatto negato. Certo la preparazione e la lungimiranza, l’assenza di conflitti di interesse, l’onestà, fanno la differenza,partendo dalla base, dall’amministrazione della casa comune, il Municipio. Al di là delle proprie idee ed appartenenze. Dei macroscopici errori, incapacità, carenze, miopia, che i giovani ricevono in eredità e oggi chiamati a perseguire obiettivi credibili e puntuali, razionali e senza voli pindarici. La serietà e la professionalità per essere credibili ed affidabili.
UN PROGRAMMA CON TANTA INNOVAZIONE – Come risalire la china, come rimediare ad alcune della più devastanti e deleterie ferite che affliggono Noli ? Davvero interessante il quadro e le soluzioni, non i tempi biblici, indicate da Renata Morbiducci, docente universitaria a Genova, tra i tecnici che la giunta comunale della città capoluogo di regione ha scelto a staff di consulenti esterni. Lei fa parte della squadra dell’urbanistica, la sua materia di insegnamento. A Noli potrebbe, con Marina Gambetta sindaco, dovrebbe ricoprire il ruolo di assessore esterno. “Affrontando alcuni problemi, quali la mobilità e viabilità con competenza e progetti fattibili. Viabilità esterna ed interna, per residenti e turisti. Iniziando dall’area di ponente di via IV Novembre dove su 2500 mq. si possono ricavare 250 posti auto e trasformarli in risorsa per Noli, mantenendo la proprietà pubblica. Un park che a regime può fruttare 200 mila euro l’anno alle casse comunali.”
Parcheggi tema cruciale che deve avere, per la Morbiducci, una diversa regolamentazione a seconda della loro ubicazione e che corrispondano a diverse esigenze di chi li fruisce. Una sosta a ore nelle aree centralissime, una sosta di convenienza, calmierata, per chi ha esigenze di parcheggiare per un soggiorno più lungo. A scaglioni si direbbe, sfruttando al meglio e razionalità tutti gli spazi. Del resto è quanto già accade in moltissime realtà turistiche soprattutto dell’Alto Adige, piuttosto che in Germania, Svizzera, non parliamo dei traguardi raggiunti dalla mobilità nel Nord Europa, senza essere necessariamente ambientalisti. Con città e cittadine a misura d’uomo e di turista.
La prima pagina della ‘visione di Noli‘ della lista IN REPUBBLICA descrive le necessità di “un paese meraviglioso che deve essere rigenerato nei prossimi 5- 10 anni in un Smart Village”. Cosa significa nella pratica. ” Combinando il meglio di una gestione delle risorse pubbliche, di una progettazione urbanistica”. Il commento di Gambetta candidata: “Non abbiamo purtroppo conoscenza nè del nuovo piano urbanistico comunale, né del regolamento edilizio. Hanno avuto una gestazione di tre anni, affidato a consulenti esterni…posso solo premettere che il nostro obiettivo non sarà un’edilizia punitiva, ma potrà svilupparsi solo attraverso l’alta qualità e la rigenerazione dell’esistente. Con l’edilizia pubblica che deve essere sottoposta ad una attento censimento”. Sviluppo che significa, secondo le premesse programmatiche, rivalutazione del turismo, della cultura e dello sport, nuovi standard di qualità di vita e di opportunità economiche.
Ma anche censimento dettagliato di “ogni questione o progetto incompiuto, non concluso, non analizzato, non individuato per scegliere e progettare azioni strutturate ed organizzate nel tempo realisticamente realizzabili nei prossimi 5 o 10 anni”.
Tra le note si legge “ Accoglienza e decoro del borgo”. E “ sostegno a favore della pesca“. Se il tema ricerca di “dialogo con i giovani” e “iniziative per i giovani” è al centro delle priorità, sapendo che non potrà avvenire con un suono di tromba, ci sono due aspetti diffusamente trascurati, al di là degli annunci e propositi, da levante a ponente della Liguria. Il decoro urbano. La Riviera dei Fiori, anche se ci stiamo occupando della Riviera delle Palme, dove dagli ingressi delle città, alle strade, ai centri storici, alle aiuole, ai lungomare, a certe piccole aree private, il decoro urbano non è di casa. Lascia sempre, sempre a desiderare, con rari interventi a macchia di leopardo. Una città fiorita, ordinata, curata 360 giorni l’anno farebbe davvero la differenza in questa nostra Liguria, terra di mare, di storia e provincia tra le più boscose e verdi d’Italia. Con angoli e promontori che, mozzafiato a parte, non hanno nulla da invidiare a blasonate località sparse per il mondo, ma dove il progresso non ha cancellato quelle che gli stessi turisti italiani descrivono come ‘oasi delle meraviglie’.
Decoro diffuso sfruttando una provincia, un ponente dove la produzione floricola è una delle componenti dell’economia. Chi ha la possibilità di farsi un giro in quelle aree agricole si troverà spesso di fronte a distese di piante fiorite o in attesa della fioritura, destinate a mercato italiano o più spesso europeo. L’invenduto, purtroppo, non è un’eccezione. Ebbene abbiamo i fiori vicino a casa, invenduti, e siamo indifferenti o non sufficientemente capaci di mettere in pratica il decoro quotidiano. Non dovrebbe essere un optional, come non è lo è tenere pulito, in ordine, strade e piazze, centri storici. Il panorama comune delle cittadine costiere, lungo l’Aurelia, la ferrovia, le strade secondarie, è trovare erbacce in ogni dove, fanno da corollario anche ad edifici storici, monumenti, chiese. Siete mai andati nelle cittadine turistiche lungo il Reno, la Mosella, i laghi, i castelli del centro Europa ? Non basta la bella passeggiata, i selciati nuovi della strade, ben vengano parcheggi adeguati e strutturati, locali pubblici al passo con i tempi, professionalità del servizio, onestà nei prezzi, non bastano le manifestazioni meglio se poche ma di qualità, in una visione comprensoriale, quanto alla carenza di infrastrutture da paesi civili, non sappiamo curare e preservare l’esteriore. Sull’esempio, ci ripetiamo alla noia, di chi il ‘decoro’ lo pratica da valore aggiunto.
Marina Gambetta, oltre ad aver conquistato con il “suo entusiasmo, la sua sincerità, la sua concretezza” il gruppo che si presenta con il simbolo IN REPUBBLICA potrà lasciare il segno, un’impronta partendo proprio dalla cura ‘maniacale’ del decoro urbano, di Noli fiorita. C’è un ultimo aspetto che forse non ha tutta l’attenzione meritata. Parliamo di Noli e dei suoi pescatori in riva al mare, di fronte alla passeggiata a mare e delle due frazioni di Tosse e Voze. Abbiamo delle certezze. Il tratto di arenile, caratterizzato dalla presenza dei variopinti gozzi (barche da pesca, un tempo lampare per le acciughe), i pochi pescatori resilienti, la possibilità di acquistare pesce appena pescato (e non rigenerato), l’ammirazione e la curiosità di bagnanti e visitatori. Uno scenario e lo spettacolo di un antico lavoro dell’uomo (un tempo c’erano le pescelle) che batte tutti i primati tra gli obiettivi da fotografare, mostrare agli amici il ‘cimelio’ della pesca nostrana scoperto durante le vacanze. Un tratto di arenile che non ha uguali nella Liguria di ponente.
Aveva scritto su trucioli.it l’arch. Giovanni Maina, già candito sindaco nella scorsa legislatura ed ora in predicato a vice sindaco di Alesandro Fiorito se la lista avrà la maggioranza dei voti: ” Questa tradizionale attività dei pescatori arricchisce da sempre la vita di Noli di multiformi aspetti non soltanto pittoreschi e turistici, ma anche di valenze sociali ed economiche. Noli è stata il luogo de “La civiltà della Pesca” sin dalla preistoria come sapientemente illustrato nel volume curato da Giuliano Moggio, Graziella Cossetta, Furio Ciciliot e per le fotografie da Roberto Croce, il prezioso lavoro dei quali è confluito nella mostra del 2006, evento culturale voluto da Mario Lorenzo Paggi, Presidente della Fondazione Culturale S. Antonio. L’attuale “Cooperativa Luigi Defferrari fra i pescatori”, risale al 1941 e segue le precedenti sin dal 1909 e costituisce un raro esempio di reciproco aiuto concreto tra i soci, allo svolgimento di un’attività artigianale tanto complessa quanto difficile, alla quale garantisce un indispensabile livello di sicurezza e di praticabilità. La piccola flotta di pescatori è sempre stata un’ icona della vita sociale del borgo tanto che in occasione della festa di S. Eugenio, si realizzava una processione marina fino all’isolotto di Bergeggi, mentre il borgo era addobbato con una infiorata diffusa e una luminaria di candele ad ogni finestra. Oggi purtroppo, mentre i passati fasti sono ancora nitidi nella memoria di molti, i pescatori associati diminuiscono causa il limitato ricambio generazionale, sebbene le barche escano in mare con equipaggi multipli, con alcuni giovani e anche una coraggiosa ma unica presenza femminile.”
Uno spaccato, una potenzialità di immagine turistica ormai unica, dove le attività balneari (Bagni marini, passeggiata sopraelevate, muri di cabine), hanno di fatto ‘allontanato’ tutto il fascino che ne deriva da un mestiere che si è in gran parte industrializzato ed ha scardinato la secolare storia delle città marinare della nostra terra. Quel tratto di litorale è un ‘cattura immagini‘ senza pari.
Difficile dire fino a che punto la sapienza e la buona volontà degli uomini e delle donne candidate (vinca il migliore, magari il meno compromesso) sapranno mettere a segno ‘programmi elettorali’ su cui si può discutere sulla loro efficacia, chiarezza, buon senso, fattibilità. Contribuiscono anche fattori interni ed esterni. Mantenere vivo, sempre attuale, il patrimonio del decoro urbano, il richiamo dei monumenti storici, di un antico mestiere, dell’attrazione dei borghi collinari (valga per tutti Verezzi), può essere la carta vincente, che fa la differenza anche nella concorrenza oggettiva tra le località. Non sufficiente il bacio della la natura a creare interesse, spesso basta poco, per meritare un buon risultato, un buon voto che non deve essere soltanto appannaggio dei giudizi del turista, ma motivo di orgoglio degli stessi nolesi, buon esempio da imitare e che fa scuola. L’occasione di fissare su tela una variopinta immagine di forme marinare. Concludeva l’articolo di Maina, ex presidente regionale di Italia Nostra: “Più utilmente per contribuire ad invertire un percorso generale regressivo, di degrado, persistente da troppo tempo su Noli”.
Luciano Corrado