La notizia pubblicata di taglio basso a due colonne, in altri tempi sarebbe finita in prima pagina. E si perchè quando si parla di Puc comunali significa il primo ‘affaire’ assoluto nella vita economica, politico amministrativa di una città. Una montagna di interessi persino superiore alla pur ingente spesa sanitaria (pubblico e privata) che ruota in una provincia e regione dove ha ricordato di recente in Tv, l’ex sindaco filoso e docente universitario di Venezia, Massimo Cacciari, è “il sistema tecnico amministrativo della sanità ad essere corrotto, non sono i singoli”. Prima curiosità la notizia era stata scritta il 16 marzo dal blog EcoGeo.
Eccola: “Respingendo l’istanza cautelare di sospensiva della sentenza del Tar, richiesta dal Comune di Laigueglia, Il Consiglio di Stato ha di fatto confermato l’intervento del Forum Salviamo il Paesaggio, WWF Savona, VAS (Associazione Verdi Ambiente e Società), Comitato Laigueglia Verde, Legambiente, Comitato Acqua Bene Comune Savona e una ventina di cittadini rappresentati dall’avvocato Daniele Granara. Tali soggetti si sono opposti al Piano Urbanistico Comunale (PUC) elaborato nel 2013 che prevedeva un nuovo consumo di suolo e una crescita demografica ingiustificata, senza passare per la Laigueglia”.
E ancora: “Nonostante gli obiettivi dichiarati dal PUC preliminare fossero, in sintesi, quelli di evitare inutili sprechi del suolo con un avanzamento delle aree urbanizzate e puntare sulla riqualificazione, recupero e trasformazione delle aree già insediate, ecco a dispetto di tali dichiarazioni, il nuovo PUC ha previsto un incremento insediativo del 23% (contro l’11% del precedente del 2002) – insistendo tra l’altro a proporre varianti del tutto analoghe a quelle già bocciate dalla Regione in precedenza – prevedendo inoltre un aumento della popolazione del 18% rispetto ai residenti, nonostante il trend demografico sia negativo (-1,7% dal 2001 al 2011).
Già nel 2017 la sentenza del TAR ha dato ragione ai ricorrenti, annullando il PUC. Ma a gennaio 2018 il Comune aveva richiesto la sospensiva della sentenza al Tar. In questi giorni il Consiglio di Stato l’ha respinta con la seguente motivazione: «Considerato che, ai sensi dell’art. 6, comma 2, del d.lgs. n. 152/2006, la procedura di VAS è obbligatoria per gli atti di “pianificazione territoriale” o “destinazione dei suoli”, indipendentemente dalla localizzazione di opere soggette alla procedura di VIA». Insomma, il Consiglio ribadisce la necessità, anche per i piani urbanistici comunali, della VAS obbligatoria.”
Chi da 54 anni segue la cronaca Savonese, si sforza di documentarsi almeno con i ‘ritagli stampa’ ora anche on line, ha molta carne al fuoco sulla travagliatissima storia edilizio urbanistica. E Laigueglia non fa eccezione. Il titolo scelto dal Secolo XIX Savona pare esemplare: Laigueglia Puc beffa: iter di 20 anni è da rifare”. E non è solo questione di lana caprina. E La Stampa titola: “Il Consiglio di Stato boccia il ricorso del Comune. Doppia la vittoria degli ambientalisti”
Siamo testimoni. Non è verro che gli ambientalisti vanno etichettati alla stregua di talebani dell’ambiente. Non è vero che sono tutti massimalisti e masochisti del verde. Come in ogni campo, politica inclusa, è sbagliato generalizzare. Con una premessa. Se un’associazione può essere portavoce di un gruppo, meglio senza interessi precostituiti, dunque di istanze di parte, un’Amministrazione comunale e un sindaco, una volta eletto, dovrebbe essere il massimo rappresentante democratico della comunità, intesa come organismo socio economico. L’interesse della Patria, come del Comune ente di governo e di scelte dal basso, dovrebbe sempre tenere conto del bene supremo della comunità. Chi ha un po’ di memoria e di dimestichezza difficile possa testimoniare che Piani regolatori, varianti in corso d’opera e ora Puc siano all’insegna della saggia e buona amministrazione e non già portatori di interessi, spesso occulti. Ricchi di trame, tra studi professionali, imprenditori, trasversalità di partito e di logge massoniche, oggi più di ieri attive e presenti sugli scranni di sindaci, assessori comunali, consiglieri, presidenti di Enti pubblici e poi associazioni di categorie, professionisti togati, camici bianchi nella corsie e nei posti di dirigenza ospedaliera, negli uffici uffici pubblici che contano. Non è necessario siano lobby segrete. Il ‘segreto’ sta nella macchinazione e gestione del potere, nelle ‘promozioni’.
A Laigueglia c’era un grado 33 di Piazza del gesù, a Laigueglia ci sono stati sindaci (il dr. Giuseppe Giuliano, democristiano, stimato medico che apparteneva all’obbedienza di palazzo Giustiniani), candidati sindaci (non è il caso di fare qui l’elenco). Il neo sindaco Roberto Sasso Del Verme, già assessore allo Sport e al Turismo, figlio del compianto Mario che è stato consigliere comunale ed componente di giunta quando Vincenzo Maglione vinse le elezioni e prese il posto di Giuliano, 8 voti su 15. I 6 voti dell’opposizione (Laigueglia ’80) furono per Giuseppe Grollero politico locale e primo nella graduatoria delle preferenze. Furono chiamati a far parte della giunta: Luigi Cornelli, vice sindaco con delega alle Finanze, Mario De Michelis, Psdi, turismo e sport, Giancarlo Lorenzetti, liberale, Pubblica istruzione e Mario Sasso Del Verme, commercio. Del Verme, come risulta dagli atti giudiziari nell’ambito dell’inchiesta “terremoto” Teardo 1 – in cui, l’esponente laiguegliese, diamo doverosamente atto, non è stato coinvolto – risultava nel piè di lista della loggia Anton Gino Domenighini con l’avv. Umberto Ramella, non più in vita, grado 33 Obbedienza di Piazza del Gesù (Gran loggia d’Italia degli antichi liberi accettati muratori) e esponente di primo pianto, a livello locale e provinciale, del Psdi dell’allora presidente della Repubblica, Giuseppe Saragat. Gli altri fratelli della loggia erano Delfino Molino, Franco Olivero, Nicolò Comune, Giovanni Daga (funzionario pubblico), l’ing. Federico Bertone (consulente dei Pm nell’inchiesta sul depuratore consortile di Savona e del nuovo Palazzo di Giustizia per le palificazioni), Pierluigi Profumo, Jole in Daga Bertoli. Un decimo nome è stato giunto a penna e non è chiaro, dunque preferiamo evitare.
Di certo non siamo gli unici depositari, neppure da memoria storica giornalistica. Oggi c’è l’esplosione dei giornali on line e dei lettori navigatori. Ivg.it fa faville, non sappiamo quanto fa giornalismo di inchiesta ed approfondimento. Ignoriamo se la forza del suo editore Matteo Rainisio contenga anche un ‘archivio storico’, pure passato di moda. Come accade al nostro piccolo ed umile trucioli. Le lamentele, rimproveri più frequenti, infatti, sono ‘lasciate stare le vicende passate, interessano solo ai curiosi, occupatevi di ospitare le dichiarazioni di questo o quel politico, meglio se fate i notai così non vi create inimicizie e tutti leggono soddisfatti”. Chissà se riusciranno a toglierci il vizietto finchè avremo le forze. Rinunciano volentieri a quanti non condividono e restiamo in quattro.
Attraversiamo un’era politica intesa soprattutto nella capacità di esibirsi, presenzialismo non stop, impegnati da mattino a sera a promuovere la propria immagine. Ammettiamo di non essere all’altezza per seguire impegni di lavoro e una passerella dopo l’altra. I risultati concreti sapranno giudicarli gli elettori che pagano pure profumatamente i politici di ‘alto grado’? Quelli che hanno assicurato al Paese sano sviluppo economico e sociale, capaci di creare le premesse per una città migliore per le generazioni future. Una città che cresce nel benessere virtuoso, premiando meritocrazia e competenza. Senza dare spazio alla affaristi della politica, dall’alto al basso.
Ebbene in questo contesto poco importa sapere se di padre in figlio (come quasi sempre accade, in Piazza del Gesù anche alle figlie o mogli, ad Alassio e Albenga c’è una discreta rappresentanza), il sindaco Roberto è ‘fratello muratore’ e quale grado abbia raggiunto. E se siano ‘affiliati’ (neppure nella riservata loggia all’orecchio del Gran Maestro) altri esponenti di primo piano nel partito, eletti al Senato e alla Camera. Rappresentati nel governo Conte da sottosegretari.
Speriamo di non aver divagato troppo, per riprendere il discorso del Puc. L’articolo non commenta, descrive i fatti. E’ forse solo l’ennesima dimostrazione che la materia edilizia difficilmente viene gestita all’insegna del superiore interesse comune e degli aventi diritto, nel rispetto dello Stato di diritto. Non azzardiamo con le interferenze. Non abbiamo competenza – che lasciamo volentieri ad esperto e tecnico quale è l’ing. Giancarlo Garassino, non soltanto memoria storica, fu giovanissimo presidente dell’Azienda di Soggiorno di Laigueglia, ma buon conoscitore della realtà urbanistica della cittadina e dintorni. Un suo intervento, se lo ritiene, sarebbe utile ed istruttivo. Forse ha più titoli di tanti altri alla luce della sua lunghissima militanza nella vita politico amministrativa della Provincia e della Liguria. Con una visione oltre i confini per incarichi ricoperti. O forse è saggio ascoltare e poi affidarsi all’impegno delle giovani generazioni. Il futuro dovrebbe essere nelle loro mani. E noi tifiamo in questa direzione. (l.cor.)