Era novembre 1992. Il Secolo XIX Savona promuove un referendum tra i lettori. Non solo notizie negative. Mare inquinato, discariche abusive, aziende in crisi (per fortuna non era ancora iniziata la strage degli alberghi con la perdita in sordina di 5- 6 mila posti di lavoro). Allora il tema caldissimo dell’Acna di Cengio, della centrale Enel di Vado Ligure, disservizi negli enti pubblici i mali della sanità. Ma non era proprio tutto da buttare.Alla ricerca di istituzioni, uffici, neti, organizzazioni che funzionano. Impiegati, burocrati, medici che fanno il loro dovere. Ecco l’obiettivo che si dava Il Secolo XIX per ridisegnare la mappa di tutto ciò che di positivo offriva Savona e la sua provincia. E oggi, come sarà cambiata ? Un riflessione, quasi a 30 anni di distanza, cosa ci porterebbe a scoprire ? A sapere ? Si chiedeva ai cittadini di dare indicazioni, meglio se completa di nome, cognome e indirizzo, recapitandola a Savona che funziona. Tra i servizi ai cittadini nessuno veniva escluso, compresi Guardia di Finanza, Carabinieri, polizia (e commissariato, allora erano a Vado poi soppresso e Alassio), Vigili del Fuoco, Usl, ospedali, Ufficio di collocamento, Ufficio patenti della prefettura, nettezza urbana, Ufficio imposte, Impianti sportivi, Banche, Mercati, Inps, volontariato ed associazioni, Uffici comunali, Treni per pendolari, Biblioteca e Museo, Scuole, Pubbliche assistenze, Verde e spazi pubblici, Ufficio Turismo, Ufficio del catasto.