“Complimenti affettuosi e un grande abbraccio all’amico Luciano Angelini per lo splendido ritratto (vedi…..) dell’indimenticabile nostro editore ! grazie di cuore…. “. C’è il necrologio di 11 ex collaboratori che ricordano le doti umane ed imprenditoriali del dr. Cesare Brivio Sforza, già editore del Secolo XIX. Per la famiglia “amato marito e padre”. Per gli ex collaboratori “imprenditore e uomo di cultura, di non comuni doti intellettuali”. L’editore che condivideva lo sforzo editoriale e redazionale a Savona e provincia. L’impegno ad offrire un ‘prodotto’ sempre migliore e qualitativamente più apprezzabile. La sfida continua alla concorrenza, la trasformazione delle cronache locali. La leadership della diffusione in Liguria e la conquista del podio nel comprensorio Savonese. Il rinnovamento e la qualità dei contenuti: approfondimenti, inchieste nei quartieri, periferie, uffici e servizi pubblici, in Riviera, senza trascurare i paesi dell’entroterra.
La fine degli anni ’80: settimanali a diffusione nazionale che titolavano: “ Record di vendite per l’edizione locale del Secolo XIX. L’exploit dei Savonesi.”– Sommario: “Aggressiva e motivata, molto attenta alla città, la redazione non teme concorrenza”. L’articolo esordiva: “Cronisti ‘infiltrati’ nelle code dell’Inps e negli Uffici postali. Psicologi, medici, avvocati ed esperti chiamati a dire la loro sui casi di cronaca più interessanti. Il fiore all’occhiello con la cronaca giudiziaria…sondaggi di opinione, gente che viene intervistata per strada e che il giorno dopo si ritrova protagonista nelle cronache cittadine. Cronisti d’assalto, la redazione che monta un caso dopo l’altro…la rubrica ditelo al Decimonono, inchieste senza tregua sui servizi pubblici, nessuno escluso, uffici giudiziari inclusi….un giornalismo aggressivo che ha dato risultati“. Questo era il ‘modello Secolo XIX Savona’ alla fine del secondo millennio.
Il necrologio della famiglia di sabato 16 febbraio 2019. L’unico apparso sul Secolo XIX
Quattro necrologi sul Secolo XIX di domenica 17 febbraio 2019: nessun nome di giornalista
Necrologio sul Secolo XIX di lunedi 18 febbraio 2019
Necrologio sul Secolo XIX di martedì 19 febbraio 2019
Necrologi sul Corriere della Sera di sabato 16 febbraio 2019
LA FORZA DEI REDATTORI AL SECOLO XIX: 99 ANNI ’80. 98 QUANDO MORI’ ALESSANDRO PERRONE (1980) E DIRETTORE ERA MICHELE TITO. 90 NEL 2015. 92 NEL 2018. LA PUNTA MASSIMA DI 121 PRIMI ANNI 90, DIRETTORE CARLO ROGNONI E RECORD DI VENDITA IN EDICOLA: 200 MILA, UNA MEDIA GIORNALIERA DI 150-160 MILA- Per anni il giorno da ‘venduto’ nelle edicole era il 7 gennaio con i biglietti della lotteria della Befana.
Dopo il ricordo scritto da Angelini, già condirettore, riportiamo l’articolo pubblicato dal Secolo XIX,a firma di Marco Peschiera, pensionato e collaboratore, è stato caporedattore allo Sport e allo staff. Nella prima foto a sinistra la visita al giornale del presidente della Repubblica Carlo Azelio Ciampi, nel 1987, quando era direttore Antonio Di Rosa. Nella foto oltre a Brivio e, al cugino Perrone, il proto Delle Noci al computer, in seconda fila Luciano Angelini.
All’epoca capiredattori centrali era Mario Muda (con delega alla Segreteria di redazione) e Teodoro Chiarelli. Capi redattori staff centrale Giorgio Rinaldi, Alessandro Cassinis, Sergio Buonadonna. Inviati: Lorenzo Parodi, Luisa Forti. Paolo Crecchi. Interni ed attualità: Claudio Paglieri, Nicola Stella, Patrizia Albanese, Paolo Giampieri, Isabella Villa. Esteri Ezio Seymand. Regione Riccardo Sottanis e Paolo Cavallo. Sport Marco Peschiera, Claudio Mangini, Nanni Basso, Vittorio Allegri, Giorgio Cimbrico, Giuseppe Giannotti, Alberto Pizzorni, Giampiero Timossi (ora caporedattore all’edizione Piemonte del Corriere della Sera), Federico Buffoni. Politico e Marittimo Filippo Paganini, Fausto Fini, Silvano Balestreri, Eugenio Agosti, Giorgio Carozzi, Luigi Leone, Egle Pagano, Paolo Fantini, Angelo Bocconetti, Michele Lombardi. Cultura e Spettacoli Silvia Neononato, Roberto Di Perna, Andrea Casazza, Fausto Serra, Renato Tortarolo, Silvana Zanovello, Natalino Bruzzone, Maricla Tagliaferri. Cronaca di Genova Erika Dellacasa, Giuliano Galletta, Massimiliano Mauceri, Andrea Castanini, Daniela Altimani, Donata Bonometti, Claudio Caviglia, Graziano Cetara, Manlio Di Salvo, Guido Filippi, Giuliano Macciò, Giovanni Mari, Marco Menduni, Andrea Plebe, Massimo Righi, Annalisa Rimassa, Elisabetta Vassallo, Bruno Viani, Marcello Zinola, Enzo Galiano. Redazione Levante Marco Giacobbe, Roberto Pettinaroli, Paolo Ardito, Vittorio De Benedictis, Giacomo Ferrera. Redazione Sanremo Roberto Berio, Luca Sirtori, Claudio Donzella, Agostino Lanteri, Fabio Pin. Redazione Basso Piemonte Daniele La Corte e Marcello Gattai. Redazione Imperia Roberto Berio, Antonio Turitto, Natalino Famà, Loredana Grita. Redazione Savona Roberto Onofrio, Maurizio Pellissone, Roberto Sangalli, Gianluigi Cancelli, Luciano Corrado, Bruno Lugaro, Luigi Pellosio, Angelo Verrando, Giovanni Ciolina, Aldo Costa. Redazione la Spezia Riccardo Massa, Fabio Azzolini, Giacomo Campodonico, Patrizia Bertozzi, Riccardo Bonvicini, Alessandro Franceschini, Paolo Rabajoli, Carlo Rucco. Ufficio corrispondenza di Sarzana Fauto Rossi. La tiratura media era di 140 mila copie. Oggi di 40 mila. ESTRATTO DELL’EDITORIALE DI SERGIO DEL SANTO DEL 10 APRILE 1988
QUANDO FU PRESENTATO A PALAZZO NERVI, CON CESARE BRIVIO EDITORE,
IL POTENZIAMENTO A 5 PAGINE DELLA CRONACA LOCALE
“Savona cresce e Il Secolo XIX la porta in prima pagina. …Savona, immersa nel mutamento, può essere definita provincia laboratorio…da utilizzare come banco di prova per nuovi equilibri, come esperienza pilota di soluzioni valide a livello nazionale. E, in laboratorio, l’esigenza da soddisfare in prima istanza è la capacità di osservare e registrare gli eventi in modo da utilizzarli come base su cui costruire possibili scenari di evoluzione dei problemi ed ipotizzarne le soluzioni….
In questo laboratorio-Savona, Il Secolo XIX che svolge da decenni funzioni di osservatorio, sente di trovarsi di fronte ad una provincia che cambia, che ha esigenze ed interessi diversi, dove nuove ricchezze affiorano accanto a nuove povertà. Cambiano gli atteggiamenti, si modifica anche il rapporto tra lettore e giornale. Aumenta il bisogno di informazione a tutti i livelli e soprattutto è importante conoscere quanto ci accade attorno. …
Informare di più nell’interesse del lettore ed in quello più generale della crescita collettiva di conoscenza e coscienza…per offrire un panorama completo dei fatti…dai dibattiti culturali a quelli della grandi infrastrutture che non decollano…Il Secolo XIX lancia un segnale di ottimismo nel turismo, nell’agricoltura, nella nuova industrializzazione della Valbormida, ad iniziare dalle aree di San Giuseppe di Cairo. Uniti a scacciare quel senso di malessere che incupisce l’immagine della provincia di Savona. Da oggi si cambia”.
Sono trascorsi 23 anni. Sergio Del Santo è stato un ‘profeta’. Poteva andare peggio! Guai ai disfattismo.
IL PUBBLICO DI PALAZZO NERVI A SAVONA tra i presenti la consorte dell’editore Roberta Zambeletti Brivio Sforza. La famiglia Zambeletti nel 1984 aveva venduto l’omonima e storica industria farmaceutica di famiglia all’inglese Beecham, la Repubblica scrisse di 150 miliardi di lire. I Zambelletti erano soliti frequentare, nella stagione estiva, Alassio e affezionati clienti dei Bagni Costa dove, dopo il matrimonio, li raggiungeva il dr. Brivio. La sua totale discrezione fece in modo che pochissime persone, tra cui il corrispondente scrittore Giannetto Beniscelli, fossero al corrente della presenza dell’editore del più diffuso ed autorevole quotidiano ligure.
Al giornale ha vissuto momenti difficili, si rammaricava soprattutto di fronte a certi scioperi, magari decisi in serata quando il giornale era quasi pronto. “…Un danno enorme che non recuperiamo – si doleva -, una fabbrica il prodotto può sempre venderlo, diversamente da noi che ci troviamo doppiamente penalizzati”. A volte accadeva con il quotidiano già in stampa. Un editore che poteva sempre dire: “Al Secolo XIX non abbiamo mai licenziato un dipendente….”. E lavorare al Decimonono era motivo di orgoglio, prestigio, parecchi redattori e direttori hanno raggiunto le vette nell’editoria di quotidiani e settimanali prestigiosi.
Le ultime pagine della storia del dr. Brivio al Secolo XIX ? Le ‘pugnalate’ non ad opera della sua redazione. Lui che poteva orgogliosamente ripetere: “Il nostro giornale non ha mai creduto di potenziare le vendite attraverso le lotterie, ci siamo invece sempre distinti nelle iniziative culturali. Non solo, abbiamo creduto nel potenziamento delle redazioni locali per essere più vicini ai problemi della gente. E possiamo dire di non esserci sbagliati nelle nostre scelte. Si stanno avverando i risultati previsti come dimostrano i dati di vendita. Cogliamo anche l’opportunità di una collaborazione con gli imprenditori savonesi. Lavorare insieme, noi imprenditori della carta stampata, e altri settori diversi, è senz’altro un fatto positivo”.
Il dr. Brivio non si lasciava coinvolgere, distogliere, quando il mondo dell’imprenditoria locale e non solo, riteneva che il giornale della borghesia genovese avesse deviato a sinistra, troppo progressista, a tratti ambientalista (assolto del cemento, città e paesi deturpati) e le scelte dei direttori erano su quella linea. Per anni un uomo di potere come Paolo Emilio Taviani a chi gli chiedeva una raccomandazione….La risposta: “Al Secolo XIX non riesco neppure a far assumere un fattorino e non soltanto io “. Si narra che quando Il Cittadino, quotidiano di riferimento della Curia genovese, era in difficoltà, neppure il cardinale Siri era ‘ascoltato’ al piani alti di via Varese. Si entrava per capacità, al punto che poteva accadere che una segretario di redazione con un ruolo di primo piano nel giornale non sia riuscito a far assumere il figlio che poi dimostrerà ottime doti di giornalista. E non è stata un’eccezione.
Dal dr. Brivio, da quando ha lasciato il giornale, mai una dichiarazione pubblica da ‘sassolini nelle scarpe’. Una silenzio dignitoso e signorile che l’ha accompagnato fino all’ultima partenza terrena. E chi gli è stato vicino oggi può consigliare: “A Brivio non avrebbe fatto piacere rinvangare….”.
Eloquente, del resto, le righe finali dell’annuncio funebre della famiglia: “….Per il giorno e l’ora dei funerali si prega di contattare il numero….”. E sulla pagina Facebook c’è chi ha scritto: “Domani, 17 febbraio, uscirà una partecipazione al lutto di alcuni suoi stimati e affezionati collaboratori di tanti anni…..”. Undici nomi e cognomi. L’editore che non stravedeva per la sforzo, il mostrarsi, era elegante, gran signore dentro e fuori. Il dr. Brivio che aveva occhio sicuro nel distinguere ciò che ha qualità da ciò che è fasullo, nelle persone e negli oggetti. Non concedeva interviste, si sentiva in competizione solo al giornale e nell’equitazione. Semplicemente fedele a se stesso, alla sua educazione, al suo stile. Forse anche per questo suscitava tanta ammirazione tra chi gli era più vicino. Certo deve essere stato terribile rassegnarsi a perdere il suo giornale in un tornante in cui tutto, in redazione e fuori, è cambiato. Non in meglio. Di regale aveva la cortesia, il riserbo, l’autocontrollo, il senso del ruolo che gli competeva. Un carisma che non l’ha mai abbandonato. Un’ultima spiaggia del giornalismo puro in Liguria. (l.c.)
6 MARZO 1990 AL TEATRO CHIABRERA DI SAVONA LA PRESENTAZIONE DI ‘CARA SAVONA’ UN VOLUME DI 76 FASCICOLI IN OMAGGIO CON L’INTERVENTO DI CESARE BRIVIO ALLORA AMMINISTRATORE DELEGATO
LA REDAZIONE DI SAVONA NEGLI ANNI ’80