Un esercito di esperti in ferrovie. E una schiera di tifosi. Dopo il trasferimento dei binari a monte in quel di Imperia, con la quasi unanime soddisfazione di utenti e turisti, squillo di trombe nella sessantennale promessa del tracciato a monte Andora – Finale. Via le inutili stazioni lungo la fascia litoranea e nei centri abitati. Avanza la cultura e la consapevolezza che la linea ferrata è utilissima anche a 5 km dai centri urbani. Chi viaggia di notte può godersi una camminata sotto le stelle. Chi viaggia di giorno deve munirsi di un pizzico di pazienza con i servizi di linea urbani. Chi è di fretta sale sul taxi e che con le tenebre si telefona ed arriva. Solo 15 – 20 euro per 5 km non è un’esagerazione. Stazioni abolite, stazioni lontane, che c’è di meglio per anziani, pendolari, turisti con la valigia al seguito? A Sanremo la nuova stazione decentrata produce una calo tra 25- 30 % di introiti e passeggeri. Altrove si leggono bellissime notizie di stazioni e servizi modello a due anni dall’inaugurazione solenne.
Ma che serve mantenere e dotare cittadine a vocazione ed economia turistica di mini stazioni ? A che serve la proposta di una metropolitana leggera nell’attuale tracciato ? Stazioni cancellate a Laigueglia, Ceriale, Borghetto, Borgio, con Pietra (a monte) declassata a fermata treni locali. La parte del leone affidata a Borghetto che potrà fregiarsi di una mega stazioni (a 5 km dal litorale) avveniristica e comprensoriale. Persino il Puc, in attesa, prevede una terza strada (due oltre alla provinciale non bastano) che attraversa terreni agricoli che in pochi si ostinano a coltivare. Nulla rispetto alla piana di Albenga dove il trasferimento sottrae non meno di 600 mila mq ad aree coltivate, a cui bisogna aggiungere la nuova viabilità sempre tra aziende agricole e la più penalizzata è la storia della proprieta Anfossi, papà Anfossi è stato tra i più apprezzati sindaci della città.
Perche bisogno tifare per il raddoppio a monte, in realtà il binario unico è tra Loano e Finale, ma nessuno lo rimarca. C’è una schiera autorevole di politici votati al bene comune, allo sviluppo virtuoso, alla razionalizzazione delle aree rimaste libere. Un po’ come accade nell’estremo ponente dove Area 24 la società che gestisce il vecchio tracciato ha accumulato una mini debito di 12 milioni di euro, i presidenti ed amministratori ora si dimettono a ripetizione, altri alle prese con la giustizia per fatterelli vari. Con le aree finalmente libere da Andora a Finale si potrebbe pensare ad una valorizzazione mista, con gli oneri di urbanizzazione delle nuove costruzioni vetrocemento, laddove c’è tanto spazio (Albenga, Loano, Pietra) si possono realizzare giardini sempre fioriti, parchi giochi, zone alberate, chioschi di ultima generazioni, uffici e servizi per cittadini e turisti.
E’ quanto possono confermare i nostri deputati, Vazio del Pd, Foscolo e Ripamonti, Lega di Salvini, l’oriundo Mulè (in tasca 14 mila euro al mese, aereo e ferrovie gratis) paracaduto in quel di Imperia nel raggio elettorale fino a Ceriale. Non pesa la spesa Taxi, se necessaria, ad assessori e consiglieri regionale (14-15 mila euro senza bonus gratis) Stefano Mai, Angelo Vaccarezza, Luigi De Vincenzi, coerenti nemici del raddoppio in sede: una sciagura anti sviluppo economico e sociale. Se lo dicono loro. Tifosi di un dolce sviluppo edilizio delle aree che saranno liberate dalla maledizione ferrata ? Per la serie possiamo ancora ospitare tanti turisti di qualità, c’è posto nei parcheggi rigorosamente a pagamento (Andora esclusa), c’è posto sull’arenile che ha meritato le proroghe giallo-verde del governo Salvini – Di Maio; non manca mai la farina per l’incremento di consumo di pane e focaccia, pizze al metro, possono aprire nuove gelaterie, paninoteche e ancora qualche bar.
Se poi serve un notaio che certifichi che trattasi di turismo d’élite o comunque di qualità, come tutti invocano, non perdete di seguire IVG.it, Il Vostro Giornale, quello del secondo miracolo economico e di lettori. Meglio se i candidati non lesinano la pubblicità elettorale contro il sempre diffuso astensionismo. In loro assenza ci pensano i laboratori medici privati che segnano lo stato di benessere di una comunità. Si accontentano di un piccolo tornaconto, di pagine promozionali sui media locali cartacei e IVG. Senza il loro supporto benedettino la Sanità pubblica sarebbe già fallita. (L.Cor.)