Alla soglia degli 84 anni, Mario Forni conserva la stessa robustezza di un tempo, compresa quella intellettuale. Dei trascorsi politici gli è rimasta la passione vivace per il dibattito e per il confronto, senza sconti, ma con sguardo ormai disincantato. Alle spalle si è lasciato la lunga militanza nell’MSI di Almirante, poi una parentesi ispirata dal federalismo di Gianfranco Miglio. Oggi Forni preferisce il suo “buen retiro” di Giustenice. E lì che si occupa delle sue passioni: i libri, il rapporto tra caccia e ambiente, le camminate sui rilievi della Val Maremola.
Sembrano lontanissimi i tempi della cortina di ferro, quando anche i consigli comunali o provinciali risentivano delle posizioni ideologiche, spesso urlate dagli scranni. Anche nei momenti di diatriba più aspra, Forni non ha mai svicolato dalle questioni di principio, senza condizionamenti: dalla difesa degli operai del cantiere navale di Pietra Ligure, per esempio, sino alle decisioni urbanistiche più impattanti, sempre osteggiate in nome della tutela del territorio. A recuperare i suoi interventi di un tempo emergono riflessioni che, oggi, risuonano di premonizione.
Un abisso rispetto agli urlatori di oggi, alla saga dei tuttologi. Forni che si presentava nel parlamentino ed i suoi interventi li preparava con meticolosità, documentava, approfondiva, non conosceva altro politichese se non discutere proporre all’insegna del pragmatismo, della concretezza e mai per interessi diretti a trasversali. Al punto che nonostante il bagaglio, l’esperienza (da giovanotto è stato migrante in Germania quando i gastarbeiter italiani trovavano qualche resistenza e ghettizzazione, con le dovute eccezioni come accadde a Mario) non appartiene ai politici in carriera, non riscuote il vitalizio, non ha partecipato al banchetto aree edificabili, piano regolatore, edilizia che ha baciato più di un pubblico amministratore pietrese. E ora figli, figlie, nipoti traggono i benefici della semina. Basta dare un’occhiata, dalla collina alle aree in pianura, lo sviluppo, le proprietà in passato. Non è certo motivo di rivincita per chi ha scelto di non partecipare ai banchetti degli affari. Ma che ne sanno oggi le nuove generazioni ? Chi è stato il Mario Forni che tifava per la destra missina (additata di nostalgia mussoliniana edi tenere in frigorifero i suoi voti che non era graditi) nella storia di questa terra ?
Intanto contribuiva con il suo portafogli a finanziare l’attività locale e provinciale della Fiamma Tricolore del segretario Giorgio Almirante. Contribuiva a scrivere e sostenere la pubblicazione ‘nuove prospettive savonesi’ – agenzia di informazioni, diretta da Gianni Plinio e con sede in Corso Italia 8/ 2b, Savona. Stampato in proprio e inviato ai capifamiglia della provincia, diffusione capillare e migliaia di copie.
Chi ricorda gli interventi sempre con temi di attualità che Forni preparava con diligenza, cura, studio, ricerche, esperienze di vita. Il suo impegno nell’approfondire la cultura dell’ecologia, scienza nuova ricordava, imposta al mondo nel 1869 dal biologo tedesco Ernst Heinrich Haeckel , “ma tracce – scriveva Forni – appaiono già nelle opere di Ippocrate, Aristotele e di altri filosofi greci e latini. “La nostra Italia – proseguiva -, purtroppo, non è più ‘das Land wo die Citrones Bluhen’ (la terra dove fioriscono i limoni) di Goethe. Industrializzazione ed urbanizzazione hanno sovvertito l’ordine naturale delle cose, arrecando danno all’ambiente…. e le attuali disposizione di legge (all’epoca in cui scriveva) non consentono al magistrato di intervenire con idonei poteri in difesa dell’ambiente”. Ricordava che i Piani territoriali di coordinamento risalenti al 1942 erano quasi sempre elusi, come la frammentazione legislativa regionale che non consentivas di intervenire con la dovuta efficacia preventiva e repressiva a tutela della flora e fauna. Forni riteneva utile un’indagine conoscitiva provinciale, sugli effetti del fenomeno inquinamento, di insudiciamento del suolo, dei torrenti e degli specchi di mare antistanti il nostro litorale.
Puntava l’indice (eravamo nel 1987) per l’inquinamento atmosferico in quel di Vado Ligure: “Una situazione drammatica, sottovalutata o silenziata da interessi diffusi che si aggravava quando l’aria calda degli strati superiori dell’atmosfera impedisce il sollevarsi dell’aria inquinata. ….La popolazione di Vado Ligure non può e non deve continuare a pagare in termini di salute il prezzo dell’iniquità e dell’inefficienza dei pubblici poteri….”. Mario Forni denunciava e proponeva. Altri politici e rematori, grazie anche a Vado Ligure, hanno occupato seggi ben retribuiti in Parlamento, in Regione, in provincia, nei Comuni. Tutti corresponsabili ? Assurdo sostenerlo, è solo il caso di fare un raffronto, qualche considerazione senza il paraocchi. Chi non ha beneficiato di poltrone, ha potuto accontentarsi di consulenze, parcelle, appalti.
Mario Forni chiedeva a tutti di riflettere su un altro problema di fondamentale importanza: le discariche “dovranno essere superate in tempi brevi….salvaguardando gli alvei dei torrenti e della acque marine da inquinamento….mentre il nostro mare è quasi sempre invaso da residui solidi e liquami di vario genere….persino i materiali da discarica per il ripascimento degli arenile lascia a desiderare in quanto non sempre idonei (i materiali)….Urgono adeguati impianti di depurazione, rigorosi controlli delle discariche a mare…dobbiamo intervenire senza indugi e senza logiche di partito non solo nel nostro interesse, soprattutto per le generazioni avvenire, le quali abbiamo il dovere di riportare l’ambiente naturale – se non proprio come ai tempi dei nostri avi – nelle condizioni accettabili in cui l’abbiamo a suo tempo trovato”.
Non abbiamo idea del termometro ecologico nella nostra provincia e in Liguria. Se i ‘Verdi’ ambientalisti sono pressochè scomparsi non è per una maledizioni divina o diabolica. Se la coscienza ambientale la riscopriamo solo di fronte a catastrofi naturali è ben poco cosa o pietra di paragone. Sono anche il frutto di cosa si legge e della libertà, da condizionamenti, di chi scrive, soprattutto di natura economica. Il pietrese Forni, missino ed ambientalista ai tempi del ‘fascista Almirante‘, non meritava considerazione, attenzione, dimenticato o forse ignorato. Mettiamoci pure i mass media a guardiani della ‘rivoluzione’. Ieri come oggi meglio dibattere sulle lacerazioni della canzonette, vincitori e vinti del Festiva, piuttosto che chiedersi: il signor Forni poteva insegnare qualcosa ai giovani del nostro tempo ?