Accade che finisca in prescrizione – quasi mai un imputato rinuncia, non sarebbe di moda – anche la presunta frode fiscale da 6 milione di euro contestata a Beatrice Cozzi Parodi, 49 anni, suo malgrado salita la prima volta alla ribalta della cronaca (era rimasta dietro le quinte da rampolla di una famiglia benestante ed imprenditrice ) con la tragica morte del marito, lo stimatissimo Gianni Cozzi, eletto in Parlamento. Meno simpatici e di altra levatura i servizi giornalistici e l’arresto di un big quale Francesco Bellavista Caltagirone nell’inchiesta sul nuovo porto di Imperia. Le accuse non hanno retto in appello, da qui assoluzioni. Emerse che in affari ed amica del cuore c’era anche Beatrice Parodi che ora ha visto andare in prescrizione reati fiscali conseguenti ad attività nei porticcioli di proprietà. Coimputati con alcuni famigliari.
Non meno clamorosa fu la notizia della chiusura, per difficoltà di bilancio – del nuovo hotel delle Terme di Pigna che attraeva turisti da tutta Europa, russi e francesi, tedeschi, svizzeri, dava lavoro ad alcune decine di persone dell’alta valle. Tanti politici presenti all’inaugurazione ed in altre particolari circostanze. Non si è ritenuto possibile salvare l’azienda che ha iniziato anche il suo stato di abbandono. Ora una bella notizia, si direbbe, con spazio in cronaca nazionale del Secolo XIX: I capitali stranieri all’assalto dei porticcioli del ponente ligure. Un servizio del collaboratore Andrea Fassione che riempie l’animo di speranze. E certamente una iniezione di fiducia per la famiglia Cozzi – Parodi che non naviga in un mare florido. Se son rose fioriranno e sapremo come è andata a finire.
Tanto per cambiare il porticciolo – approdo di Borghetto S. Spirito a pochi anni dall’inaugurazione è finito in amministrazione controllata. Il mega porto di Loano (108 milioni di euro delle banche costruito dalla famiglia Ligresti) è salvo grazie al fatto che tra i creditori è subentrato il colosso bancario assicurativo Unipol Spa, ma molti locali della cittadella sono sempre vuoti, almeno una decina hanno aperto e chiuso i battenti. Non è un mistero che Unipol non sia entusiasta della gestione, nonostante i manager e se trovasse un acquirente solvibile non avrebbe difficoltà a vendere. Ora la buona novella dal ponente imperiese. Non si perda d’occhio, come quasi sempre succede, l’epilogo dell’assalto di capitali.