Non si erano mai visti tanti loanesi nella biblioteca comunale alla presentazione di un libro. E non se ne sono andati via delusi o annoiati. La storia dei ‘Due Amici’ scritta dall’avvocato Stefano Carrara Sutour, tra i personaggi più apprezzati della città, ha destato interesse e partecipazione. Per una volta, speriamo ce ne siano altre, 150 persone di ogni ceto sociale, donne e uomini, con qualche assenza di troppo nel mondo giovanile, hanno ascoltato la presentazione, la testimonianza, la coinvolgente e brillante narrazione di un capitolo della storia e dell’economia loanese nel XIX secolo. Mille copie, una settantina acquistate a 18 £ nel pomeriggio dell’incontro. Il ricavato destinato all’Associazione culturale ‘Lodanum’ Museo Navale di Loano, una perla, che per la prima volta dalla sua attività ha ricevuto quest’anno un piccolo contributo dal Comune. Leggi anche i 73 anni di attività del negozio di parrucchiere di Giorgio Morelli, presenti il sindaco, amici e clienti da una vita.
Una platea attenta, partecipe, persino momenti di commozione, per ripercorrere le rotte dei Brigantini dell’appena conquistata Unità d’Italia. Un racconto circoscritto tra il 1863 e il 1871, dando voce alle donne, agli uomini riviventi. Il protagonista è Giuseppe Carrara, vulgo Gilibeppe, con la sua peregrinazione nelle Americhe, dalle origini della sua fortuna alla costruzione della nuova famiglia. La prima pagina del libro l’autore l’ha riservata “ In memoria di mio fratello Diego Josè Carrara Maron, colonnello della Fanteria di Marina con l’Amore che solca i mari”.
Giuseppe Carrara nacque a Loano nell’agosto 1823 in una famiglia di operai provenienti da Vado Ligure, emigrato negli Stati Uniti a poco più di 20 anni, sceso dalla California al Perù nel 1848, tornato a 40 anni i9n Patria, padrone di navi, gestore di commerci, ricco e generoso. Il 7 maggio 2005, nel 138° anniversario della nascita del suo secondogenito, Stefano, riappare l’antico baule inglese, come una cassa marinara e tesori nascosti. Per festeggiare la venuta al mondo del secondogenito, Giuseppe aveva varato lo scafo del Brigantino a palo “Stefanino” costruito nel cantiere navale di Bernardo Amico in Loano, nello stesso giorno, il 7 maggio 1867.
L’avvocato Carrara, con humour e pathos, ha illustrato i capitoli salienti del suo certosino lavoro di narratore. Un passaggio l’ha dedicato “alla collaborazione di parenti, amiche, amici… A mia moglie Fiore sono debitore non solo del continuo incitamento a scrivere, in anni spesso turbati da malattie e ripensamenti, ma anche nell’attività di riordino, catalogazione degli scritti…. Questo libro è anche suo e ai fondamentali consigli…”. Un accenno al “carissimo amico d’infanzia Giovanni Lauretta, il cui amore per il nostro mare e la nostra storia è noto a quanti lo conobbero…Ha gestito magistralmente il Museo Navale, ha seguito con entusiasmo le vicende del ritrovamento della documentazione originale….Gli formulavo i quesiti sulle documentazioni tecniche… Gli devo molto, purtroppo Giovanni ci ha lasciato… e la sua morte ha determinato un gran vuoto nella cultura marinara della nostra città….Con l’altro carissimo amico d’infanzia Italo Elice abbiamo trascorso interi pomeriggi ricostruendo le rotte dei8 nostri brigantini, approfittando della sua grande conoscenza dei mari, dei porti e degli approdi….al comando di navi che hanno percorso tutto il globo. Con la sua innata modestia e la sua vasta e vissuta competenza, il capitano Italo mi ha chiarito aspetti tecnici e storici della navigazione…..A lui uno speciale ringraziamento per la sua vasta e fondamentale collaborazione…”. E’ poi la volta “dell’imprescindibile aiuto nella ricerca documentale da Matteo Lavagna, il notaio che tanto ha dato in attività professionale e culturale alla nostra città e che custodisce, con ampia diretta conoscenza e vasto archivio, la memoria storica”.
E ancora: ” Una valido supporto ho avuto anche da mio figlio Virgilio Mosè che ha operato presso il RNI la ricerca sulla nave dalla quale Giuseppe Carrara raggiu7nse New York, acquisendo anche altri materiali…”. Altro ringraziamento: “Mi ha riferito utili notizie anche un discendente della mia bisnonna Teresa Isnardi e del suo secondo marito Angelo Biancheri, Giacomo Biancheri, residente a Camporosso cui sono affettuosamente grato. L’autore cita, nei ringraziamenti, il prof. Andrea Lavaggi di Genova, su indicazione “della carissima amica Annalisa Penco “. Infine “Una calda accoglienza ho trovato nel sindaco Luigi Pignocca (peccato, aggiungiamo noi, sia arrivato con oltre mezzora di ritardo, scusandosi ma non per questo giustificabile eticamente e umanamente, se non altro per rispetto ad un concittadino che tanto ha dato al Comune, alla collettività, alla cultura, all’impegno civile, da vice sindaco, consigliere di minoranza, difensore civico), nell’assessore Remo Zaccaria, nonchè in Antonio Piero Cerruti e nell’Associazione Marinara Lodanum da lui presieduta, conservatrice del Museo Navale “.
Diciamo se il Carnevale, le Confraternite, la Vecchia Loano, le associazioni sportive, il coro, la banda musicale, associazioni onlus, meritano ogni anno il contributo finanziario del Comune, spesso sulla base del loro bilancio, la presenza ricca di storia del Museo Navale avrebbe meritato tutto il sostegno economico possibile. E’ la testimonianza di vita e vocazione marinara della città, dei suoi umili ‘eroi’ nei mari. Una palestra, una scuola, per i giovani, i loanesi del futuro. Un’eredità che non svanisce con un concerto, una manifestazione mondana, una gara.
Nel rinnovare a tutti la sua gratitudine, l’avv. Carrara cita i figli Silvio e Ada, la nuora Monica e la preparatissima nipotina Debora, Franca Fossati, Claudia Ghirardello, Mila Leoncini, Giancarlo e Francesca Munari, Maria Teresa Noberasco, Dionisio Perelli, Graziella Taramasso”.
I 73 ANNI DI ATTIVITA’ DEL PARRUCCHIERE ORESTE
Una storia da barbiere, parrucchiere, che parte da lontano. A dieci anni Giorgio Morelli, oggi 75 enne in gran forma, aiutava già il papà nel negozio di via Garibaldi, da decenni punto di riferimento per generazioni di loanesi e turisti. Giorgio, un artigiano che ha fatto del suo lavoro una ragione di vita, dedizione, amore. Ed oggi, con orgoglio, quasi a ricompensa morale e materiale, può andare fiero dei due figli che hanno seguito il buon esempio. Gabriele, 45 anni, si è guadagnato ed ha raggiunto una meta professionale di altissimo profilo, non solo in Italia, in Europa. Fino a poco tempo fa era l’unico teacher (insegnante) certificato in Italia di una multinazionale, la terza per importanza al mondo, che produce, fa ricerca, vende prodotti per capelli. Maurizio, il primogenito di Giorgio, 47 anni, fa parte del team “Oreste parrucchieri in Loano” formato da otto persone: 5 donne e tre maschi. Maurizio si è specializzato nel settore maschile.
Un negozio storico, dicevamo, dove si sono alternati tutti i sindaci da Mario Rembado a Pignocca, ma anche personaggi che avevano casa o trascorrevano le ferie come Funari. Papà Giorgio con quella sua umiltà e tenacia che lo distingue, ha ristrutturato ed ampliato due volte il locale. Una tempo si diceva che nel suo negozio si formavano le liste vincenti alle comunali. E’ qui che si tessevano le ‘trame’ (non di terrorismo) per sponsorizzare un candidato sindaco piuttosto che un altro. Giorgio ha dimostrato che l’impegno, il sacrificio, serietà e dedizione, un po’ di fortuna e la salute, possono dare tante soddisfazioni, essere una strada maestra per i figli.
Il parrucchiere del “carruggio” che ha visto crescere tanti loanesi. Che può vantare una clientela diventata adulta, persino appartenente alla terza età come il notaio Lavagna e l’avvocato Stefano Carrara Sutour, tra i presenti nella ricorrenza dei 73 anni di attività. Carrara ricorda “Assunta, la bella nonna di Giorgio, con un modo di fare incantevole”. Il capofamiglia è nato a Balestrino, ha ereditato e seguito, da giovane
giudizioso, gli insegnamenti di papà Oreste che nel 1945 ha rilevato il negozio dove era garzone. Oreste che per un periodo si era trasferito giovanissimo a Milano. Il suo datore di lavoro Dell’Isola l’ha chiamato. “Se torni ti lascio volentieri la barberia, io vado in Argentina”. Il figlio Giorgio di strada ne ha fatto, persino troppa si direbbe in una realtà dove il numero di parrucchieri per uomo si è ridotto al lumicino. Negli anni ’50 e ’60 erano almeno una dozzina. Da Ravera a Mario del Balzo, ai fratelli Sattanin.
“Credo che le prime volte che ho iniziato ad aiutare papà – racconta Giorgio – avrà avuto otto, dieci anni e ora sono 35 anni che in negozio non facciamo più la barba. I tempi sono cambiati, ho cercato di adeguarmi, ampliando il lavoro nel campo femminile”. Giorgio è stato maestro e direttore tecnico dell’Accademia che aveva prima sede ad Albenga ed ora a Savona, una scuola legalmente riconosciuta che appartiene all’Anam (centro di formazione e scuola per parrucchieri).
La terza generazione può esibire veri e propri fiori all’occhiello. Il secondogenito Gabriele si occupa di ‘education’, di formazione professionale. Un free lance di una multinazionale e si trasferisce da una città all’altra dell’Europa: da Berlino, a Francoforte, a Stoccolma, Vienna, Düsseldorf su disposizione della Goldwell Italia, nata in Germania e nel pieno dell’espansione del mercato, venduta a Giapponesi. ” Un lavoro che mi da soddisfazione- dice Gabriele – mi sento realizzato e soddisfatto, fortunatamente parlo bene l’inglese, la città dove mi trovo meglio durante le missioni è Londra, in Italia a Milano e Roma. Un mondo fantastico che ogni volta ti da la carica e quando torni a casa, in famiglia, ti senti realizzato”.
La famiglia Morelli ha voluto festeggiare i ’73 anni’ di successi e di fortuna ringraziando i tanti amici, la clientela, i parenti più stretti, con inviti passaparola. C’era l’ex sindaco Cenere, il sindaco Pignocca che ha accennato ai ricordi di infanzia, al sentirsi commercianti del carruggio. Un incontro anche sull’onda delle emozioni, il pensiero al passato, a chi non c’è più, alle persone che si stimavano e si apprezzavano. Per Giorgio non è ancora arrivato il momento di passare del tutto il testimone. Sarebbe un distacco che fa male, non meriti e tutto sommato puoi andare fiero di aver costruito per la famiglia, per la stressa comunità loanese. Consapevole che con il tuo lavoro hai dato e ricevuto. Il buono esempio, la professionalità, come prima scuola di vita e da tramandare.
COMUNICATO STAMPA DEL COMUNE
AL GARDEN LIDO LA NOTTE DELL’INNOMINATO