Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Savona per un giorno ‘capitale’ dei gatti
vuole rubare il cat hotel di lusso a Loano
Guida per trascorrere felice Natale nel canile


Savona capitale dei gatti, una due giorni di esposizione, sfilata di razze rare e di mici di casa nostra, ha scritto Tommaso Dotta sulla pagina degli animali che ogni settimana pubblica Il Secolo XIX edizione locale. Non può sfuggire, ai lettori di trucioli, che ci avviciniamo al derby con Loano dove una coppia lombarda è seriamente interessata ad un cat hotel di lusso sull’esempio di Milano, Tokio ed altre città. Ogni stanza un ospite fisso a quattro zampe. Stanno aprendo inoltre i ‘cat cafè’. Insomma gli ‘amici degli animali’ non possono lamentarsi, vedono coronare i loro sogni. C’è anche chi propone al volontariato di trascorrere un Natale felice, nel canile, in serena compagnia tra miagolii e latrati, scodinzolii di code, carezze. Vedi a fondo pagina il fotoservizio del nuovo Maxi Zoo di Albenga.

Non solo, mentre si fa un gran parlare dell’apertura di supermercati e centri commerciali, fa assai meno notizia la ‘guerra’ dapprima locale, poi estesa a regioni e ora transnazionale, di gruppi in concorrenza che aprono in centro città o nell’immediata periferia ‘mega market’ per l’alimentazione, il benessere, la cura, la salute, lo svago, la prevenzione alla vecchiaia di cani e gatti, con angoli da vera boutique e gourmet. E la ‘cultura’ verso gli ‘amici dell’uomo‘, il consumismo, che si ‘trasferisce’ da chi ha un’anima e chi non ce l’ha, ma per i credenti è pur sempre una creatura di Dio, non importa a quale Dio.

In India venerano le vacche e il Kerala è una delle poche regioni dell’immenso e popolato paese in cui la macellazione e la vendita della carne di mucca non sono proibite. In Italia i primi negozi per i quattro zampe, volatili da gabbia, pesciolini e tartarughe, hanno iniziato ad aprire e moltiplicarsi negli anni ’60. A Savona, ad esempio, se ne contavano sette.. Nello stesso periodo i veterinari che un tempo curavano solo mucche, buoi, cavalli, muli, asini, pecore e capre, soprattutto lungo la Riviera dello sviluppo e del benessere, si sono via via specializzati in cani, gatti e qualcuno uccelli. Cure, ma anche delicati interventi chirurgici, ambulatori sempre più diffusi ed affollati di bestiole e dei loro padroncini. Sono seguiti i volatili dove la specializzazione, come per pesci e tartarughe, è assai più rara.

Con la presenza di mega supermercati di alimentari, ci sono settori in cui si può trovare di tutto e di più per gli amici dell’uomo. I negozi famigliari non resistendo alla concorrenza hanno dovuto gettare la spugna. L’ultimo esempio, come ha già scritto trucioli, l’apertura di un supermarket, ad Albenga, in una parte dei locali che negli anni aveva ospitato la concessionaria Volkskswagen, BMW, Audi della famiglia Zolezzi ed ora si è insediato una multinazionale tedesca che detiene  importanti marchi di prodotti per piccoli animali. E propone già un calendario di eventi e manifestazioni ad hoc, del settore.

Insomma per un’Italia con 4, 5 milioni di poveri, dei quali 2 milione 700 mila costretti a chiedere aiuto alla Caritas, con milioni di bambini denutriti nel mondo, con minorenni profughi solitari in Italia, c’è un cuore e un’anima verso bestiole di compagnia, quelle che non ti tradiscono. Se i dati sono esatti, anche nelle province di Savona ed Imperia, di cui abbiamo conto, ormai  cani e gatti superano il numero  dei pargoli ed adolescenti. Non è solo un primato locale, succede  in paesi dove il reddito pro capite è più alto che in Italia, con la sola eccezione del Lussemburgo dove i 550 mila abitanti, stando agli ultimi dati  del Fondo monetario internazionale, raggiunge 120 mila dollari all’anno, seguito dal Principato di Monaco con 117 mila. Qui sono ricchi con le tasse altrui, mentre in Italia un dipendente a reddito fisso guadagna in media (dati Istat) 17 mila euro l’anno e tra gli anziani la povertà affonda.

Non c’è dunque la stupirsi se la moda degli animali da compagnia, da guardia e da caccia (in costante calo quanto a numero di doppiette), finisce per coinvolge pure quotidiani locali e web.  Dove si può leggere notizie di disperazione umana ed esaltazione per iniziative animalesche, non in senso deteriore ovviamente. Pagine e notizie che hanno successo, dal Secolo XIX a popolare Ivg.it. Per gli animali, inoltre, rispetto alla persona, non si può dire parlatene bene, o male, purchè ne parliate.Per gli animali, cinghiali a parte, solo notizie positive e incassi pubblicitari che sono da sempre anima del commercio.Una prestigiosa centrale del latte (Frascheri di Bardineto) in una delle sue promozioni ha inserito due bellissimi gatti ed un involucro di latte. Non per i gattini, ma per i cristiani. Almeno un litro di latte lo possono comprare tutti. Non bisogna essere astemi.

GUIDA PRATICA PER FARE I VOLONTARI

IN UN CANILE EDITA DAL GRUPPO BANCARIO ING  BANK

È un’esperienza potrebbe cambiarvi la vita, ma dovete essere pronti (sotto ogni punto di vista)

Per chi ama gli animali, non c’è esperienza più bella e appagante che fare il volontario in una struttura come un canile, un rifugio o un’associazione che lavora per la loro protezione. Innanzitutto, come ogni forma di volontariato, si tratta di un atto di amore incondizionato e necessario. Secondo l’ultimo Censimento di LAV, nei canili e nei rifugi in Italia ci sono 79mila cani, 65mila in quelli sanitari. Se guardiamo alle serie storiche, sono dati in miglioramento, grazie alle campagne pubbliche contro gli abbandoni e a un aumento della sensibilità generale sul tema (solo dieci anni fa c’erano 107mila cani nei canili, il 26% in più), ma si tratta comunque di decine di migliaia creature in una situazione di bisogno assoluto. In questo contesto, il lavoro dei volontari di tutta Italia è insostituibile. Poi, nello specifico, dedicare del tempo a supporto degli animali è il modo migliore per migliorare la loro conoscenza: è come seguire un corso accelerato sui comportamenti giusti da avere, sull’approccio più adatto a ogni situazione, sul loro linguaggio, sulla grammatica dei segnali calmanti. Infine, per chi ama gli animali ma non può adottarne uno per motivi logistici, di tempo o economici, fare volontariato in un canile è un’ottima alternativa per avere un po’ di quell’amore che solo un animale domestico è in grado di dare.

Doti richieste: serietà e dedizione. Il primo passo per diventare volontario è entrare in contatto con chi opera sul vostro territorio. La vostra ricerca deve partire dall’ENPA, l’Ente nazionale protezione animali, l’associazione italiana più antica (fondata nel 1871, con la rete più estesa sul territorio nazionale). I volontari, anche alla prima esperienza, sono decisamente ben accetti. «Svolgere attività di volontariato presso la sezione è il modo migliore di aiutarci ad aiutare gli animali», fanno sapere. «Non sono richiesti requisiti particolari per poter svolgere volontariato in ENPA. L’unica dote richiesta è ovviamente la serietà e la volontà di partecipare con dedizione al nostro progetto di sviluppo». Le figure richieste sono di quattro tipi: operatori (si occupano del centralino, del recupero di animali malati, feriti o in pericolo e dell’assistenza a tutti gli animali che sono nei reparti di degenza), collaboratori (che non partecipano ad attività di soccorso), assistenti (che lavorano come supporto ai veterinari) e promotori (che seguono la fondamentale attività di sensibilizzazione e raccolta fondi). Ogni percorso prevede un’attività di training con l’ENPA e la disponibilità di tempo richiesta varia col tipo di figura che sceglierete di essere.

L’amore non basta. Come ogni esperienza di volontariato, anche lavorare in un canile non sarà sempre una passeggiata. Gli animali che andrete ad aiutare sono spesso in difficoltà, sono stati abbandonati oppure salvati da una vita di abusi, sono in molti casi creature traumatizzate. Imbarcarsi in questo tipo di esperienza vuol dire anche farsi carico della loro sofferenza, talvolta in strutture che possono essere in difficoltà per mancanza di budget e risorse. Insomma, è difficile. Per questo motivo, l’amore incondizionato è importante, ma non basterà: serviranno anche coraggio e capacità di adattamento. È importante saperlo, per non arrendersi alle prime, inevitabili difficoltà. Per chi vuole un approccio più soft al volontariato, ci sono anche associazioni che permettono di lavorare in contesti meno complessi e che consentono, ad esempio, di sfamare o portare a spasso i cani di persone che non possono farlo (come anziani o malati).

Una passeggiata, le coccole o un pasto. Anche la Lega nazionale per la difesa del cane accetta volontari: nelle loro strutture ospitano 7mila cani, qualche migliaio di gatti e centinaia di altre specie e hanno aiutato 10mila animali a trovare una nuova sistemazione nel 2017. «Puoi fare molto, anche solo venendo a trovarci al rifugio per portare in passeggiata alcuni vecchietti a quattro zampe, o dare una dose di coccole extra ai mici che sono in gattile….non hanno bisogno solo di pappa e cure mediche, ma hanno bisogno di te, dei tuoi occhi e delle tue carezze», si legge sul sito della loro sezione di Milano (ovviamente ne ce sono su tutto il territorio italiano). Ai volontari sono richiesti mezza giornata alla settimana di disponibilità e il tesseramento all’associazione. Una formula diversa è quella proposta da Balzoo, il Banco Italiano Zoologico, l’onlus nata nel segno della carità cristiana di San Francesco, che offre alle persone in difficoltà fisiche o economiche un’alternativa all’abbandono del proprio animale. Balzoo riesce a dare sostegno a oltre 30mila tra cani e gatti. L’impegno richiesto come volontari è una volta al mese, di solito il sabato mattina o pomeriggio: si tratta di aiutare anziani o persone impossibilitate a farlo ad accudire i propri animali, dargli da mangiare, portarli a fare una passeggiata, offrendo in questo modo sollievo sia al padrone che alla creatura. Avete mai fatto volontariato in un canile? Avete voglia di raccontarci la vostra esperienza? Potreste convincere altri a fare come voi!

 


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