Prosegue l’altalena (dati e statistiche) di arrivi e presenze turistiche in Liguria. Tutti interessati, almeno a quanto di legge nelle relazioni di esperti, dalle dichiarazioni degli operatori, da eterne polemiche tra chi è in minoranza e chi in maggioranza al governo della Regione. Dimenticando che le parti si invertivano quando governava il centro sinistra e il centro destra all’opposizione. E si ‘sparano’, come una vittoria, i milioni stanziati e i benefici. Meno di 800 alberghi liguri resistono al dimezzamento più che superato di strutture: dal fronte mare alle Alpi Liguri, all’Appennino. Gli stanziamenti regionali, in proporzione alla patrimonio alberghiero, restano impari. Mentre non abbiamo mai letto quali siano stati i risultati, almeno dal 1980 in poi, delle ripetute iniezioni di soldi pubblici, per ‘riqualificare, rimodernare, ampliare, costruire nuovi alberghi’. Non per dare la caccia ad errori, per avere un dato di confronto preciso. Per ricreare fiducia negli investitori. All’industria turistica, lo Stato e la Regione, da sempre, si guarda con interesse, ma anche parsimoniosi.Si investe in denaro pubblico davvero poco rispetto al fatturato, ai nostri concorrenti occidentali. Se ogni volta anche la Regione ligure ricorre alle asparine, non stupiamoci di alti e bassi, della china, dello costante perdita di competitività. La classifica dei 30 paesi Top, vede l’Italia al 26° posto quanto a competitività. Prima di noi ci sono proprio i nostri abituali clienti della vacanza al mare ed in città, in montagna: Svizzera, Germania, Austria, Spagna, Regno Unito Stati Uniti, Francia, Canada, Svezia.
C’0è l’inefficienza della politica (vedi la competenza di assessori al turismo), la burocrazia che rallenta e penalizza. I prezzi dell’industria vacanziera sono ancora lontani, con rare eccezioni, da un buon livello di competitività. Non parliamo delle tariffe applicate ai bus-touroperator.
Sarà pur vero che siamo di fronte ad una categoria (albergatori ed affini) che da anni non brilla in coesione, assiste silenziosa ad un finanziamento qui, uno là, una volta è la formazione lavoro ( a proposito ci siamo mai chiesti la sorte di chi negli anni ha usufruito del sostegno formativo ), l’altra volta elargizioni in conto capitale, mutui agevolati, benefici economici vari. Somme tutto sommato modeste. Altrimenti non si capirebbe dove siamo arrivati. Mentre la tassazione complessiva e le incombenze burocratiche non arretrano. Burocrazia e peso fiscale sia a livello nazionale, sia regionale. E spesso gli ostacoli per chi vuole investire, magari con formule molto innovative, finiscono per entrare in rotta di collisione tra competenze e vincoli, leggi e leggine, norme, decreti, che si tramutano in lungaggini, non di mesi, di anni.
I numeri, le statistiche, il termometro, hanno una loro importanza, ma quando si parlerà della capacità di spesa in hotel (e del dopo albergo) del turista ? Quanto spende nella media giornaliera. Come si fa a discutere di statistica ignorando, ad esempio, che ci sono gruppi di stranieri che pagano 25-27 € in mezza pensione ? Che la media, nella mezza stagione, dei listini prezzi si aggira su 75- 85 € al giorno in mezza pensione. L’unica eccezione le 5 Terre dove si lavora soprattutto con il pernottamento e in maggioranza sono stranieri, extra europei.
IL PONTE MORANDI E RIFIUTI A SAVONA DELLA CITTA’ METROPOLITANA
“Viste le difficoltà di Amiu in questa fase, oggi l’Ato ha garantito maggiori spazi per conferire i rifiuti della Città Metropolitana: da questo momento alla fine dell’anno, 6400 tonnellate di rifiuti potranno essere conferiti alla Spezia e circa 10mila a Savona”. L’assessore all’Ambiente Giacomo Giampedrone fa il punto sulla situazione rifiuti nella Città metropolitana di Genova. “La disgrazia di Ponte Morandi – aggiunge Giampedrone – ha creato difficoltà anche da questo punto di vista: uno dei due centri di stoccaggio e lavorazione dei rifiuti di Amiu, quello di Rialto, è proprio sotto il Morandi. Siamo in attesa che l’impianto, che non ha subito danni, venga smontato e ricostruito in altro sito. Naturalmente le attività di questo centro vengono svolte altrove, in porto, ma sono evidenti i problemi di logistica, di traffico e quindi di efficienza e di organizzazione del servizio. I silos sono pieni, la raccolta in affanno. Per questo, tramite la collaborazione delle Province di Savona e della Spezia, sono state individuate ulteriori soluzioni per incrementare i quantitativi di rifiuti ricevibili da Genova, alleggerendo la situazione in città”.
TURISMO IN LIGURIA: ARRIVI E PRESENZE IN NOVE MESI
NUOVI FINANZIAMENTI PER STRUTTURE RICETTIVE ALBERGHIERE
COMUNICATO STAMPA – Rimangono sostanzialmente invariati i valori complessivi del flusso turistico in Liguria, nonostante una primavera caratterizzata dal maltempo e il crollo del ponte Morandi. I dati fino alla fine di settembre (gli ultimi per ora disponibili) dicono che gli arrivi sono stati 4.120.125, solo lo 0,11% in meno rispetto al 2017 che fu un anno record. Calano un po’ di più le presenze 13,525.256 (il 2% in meno) in seguito all’accorciarsi delle vacanze e al calo degli arrivi dal mercato interno, compensato pienamente dall’incremento degli stranieri che storicamente fanno vacanze più brevi. La Regione scende subito in campo per contrastare l’effetto negativo che ha caratterizzato gli ultimi mesi in termini di immagine, soprattutto sui mercati esteri, raddoppiando gli stanziamenti destinati all’Agenzia In Liguria per la promozione turistica, che passano da 700mila a 1,5 milioni di euro. Sono le principali novità emerse questa mattina dal tavolo istituzionale di confronto con gli operatori turistici per fare il punto sulla situazione del settore e sulle sue necessità.
“Non è stato un anno facile – ha detto il Presidente della Regione Giovanni Toti – per la Liguria come per l’Italia. Il turismo ha subito un rallentamento, sia per un fine primavera e inizio estate non stabile dal punto di vista meteorologico sia ovviamente per la tragedia del ponte Morandi, che ha dissuaso più i turisti stranieri che quelli italiani. La situazione rende comunque necessaria un’iniziativa energica di promozione per il 2019: aumenteremo i nostri budget di spesa su tutto il settore turistico, riproporremo il piano di riqualificazione delle strutture legato al fondo strategico, lavoreremo su tutte le campagne di immagine”.
“Ringrazio il Presidente per la sensibilità dimostrata nell’aumento del budget per il turismo e nel raddoppio del budget per l’agenzia – ha detto l’assessore al Turismo Gianni Berrino – Riteniamo che sia fondamentale rafforzare la promozione del territorio: all’inizio, dopo il crollo del ponte, pensavamo prevalentemente a Genova, ma dopo quanto successo tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre è necessario che l’impegno straordinario di promozione sia rivolto a tutta la Liguria, che è pronta come sempre ad accogliere i turisti. Con maggiori risorse aumenteremo innanzitutto la presenza della Regione attraverso l’Agenzia In Liguria nelle capitali europee a diversi workshop di settore, per dare la possibilità ai nostri operatori di incontrare gli operatori stranieri. Temevamo che Genova e Spezia potesse avere un calo notevole, ma così non è stato, anche perché ci siamo attivati subito per trovare vie alternative per i flussi turistici. Siamo soddisfatti: la flessione è contenuta, nell’ultimo fine settimana alle Cinque Terre nonostante il tempo c’erano molti turisti, Genova continua a fare il pieno e La Spezia continua ad avere dati confortanti. Le dinamiche hanno portato alcune città, come Sanremo, ad aumentare le presenze, altre ad avere un calo che però era fisiologico rispetto alle performance straordinarie del 2017”
“Abbiamo coinvolto tutti gli operatori – ha detto il Commissario di Agenzia in Liguria Pierpaolo Giampellegrini – c’è stata una grandissima affluenza al tavolo di questa mattina: l’attesa è alta e dobbiamo dare delle risposte. Facciamo una proposta agli operatori, non diamo dei diktat, e siamo aperti più che mai ai loro suggerimenti. Il flusso dopo ferragosto ha subito un calo, ma non c’è stato quel crollo che potevamo attenderci: nell’immediatezza della tragedia le difficoltà ci sono state, ma molti indicatori sono positivi. Nel 2019 faremo diverse iniziative, in collaborazione con l’aeroporto, nelle città europee dove abbiamo dei voli in collegamento con Genova: incontri mirati BtoB con gli operatori, non iniziative generaliste che non funzionano”.
FLUSSO TURISTICO: ARRIVI, PRESENZE
COMUNICATO SDTAMPA – La Liguria ha sostanzialmente tenuto come flussi turistici in un’annata in cui in tutta Italia c’è stata una flessione e nonostante i problemi straordinari che ha dovuto affrontare. Il calo degli arrivi dal 2017 al 2018 nel periodo dal 1 gennaio al 14 agosto si è registrato solo per gli italiani: 40.931 in meno (-2,27%) Gli arrivi di stranieri nello stesso periodo hanno continuato a crescere: 60.031 in più (4,34). Più consistente la perdita nelle presenze: italiani 250.469 (3.99) in meno,non compensate in questo caso dall’aumento, pur consistente, delle presenze degli stranieri (84.200, il 2,07% in più). Il calo degli italiani si spiega prevalentemente con un giugno meteorologicamente sfavorevole e l’alto numero di allerte meteo nei fine settimana per tutto il periodo.
Inoltre si sono riaperte mete estere che erano chiuse per motivi geopolitici da tempo. Il trend turistico negli ultimi anni, in tutto il mondo, mostra che le vacanze sono sempre più brevi, è una tendenza difficile da invertire, è più utile “scommettere” su un prolungamento della stagione, come è stato fatto con il “patto del lavoro nel turismo”. Ovviamente vacanze più brevi si riflettono sul numero delle presenze totali, e non sugli arrivi, che appunto erano, fino al 14 agosto in crescita anche rispetto al 2017 record. Questo sta a significare che la Liguria resta, anzi è sempre più, una destinazione richiesta, come è evidente dai dati, nonostante il calo registrato dopo il 15 agosto, siamo infatti ancora in linea.
Altro dato molto positivo è l’aumento registrato negli arrivi all’aeroporto di Genova, in forte crescita dopo anni di difficoltà: il 2018 ha registrato un nuovo record, trainato dalle molte nuove rotte.
I DATI A SETTEMBRE
Gli arrivi di italiani a settembre, mese che ha avuto tempo molto bello, sono addirittura cresciuti rispetto al 2017:17.754, 7,49% in più. Le presenze di italiani sono calate, ma non di molto: -4.470, 0,50% in meno. Il dato più negativo si è registrato sugli stranieri, evidentemente più influenzati dal crollo del ponte: Arrivi :16.654, il 5,53% in meno rispetto al 2017; Presenze: -71.124, -7,78% in meno rispetto al 2017.Il totale, tra italiani e stranieri, è di 1.100 (0,20%) arrivi in più e di 75.594 (-4,17%) presenze in meno.
Il calo del 4,17% complessivo delle presenze per settembre rispetto al calo complessivo del 2,21% per tutto l’anno non è grave, considerata l’emergenza eccezionale. Però ha inciso proprio sugli stranieri, che erano in crescita. Il calo più consistente si è avuto da Germania, Paesi Bassi, Scandinavia, Svizzera. Anche dalla Francia, ma meno di quanto si potesse prevedere. I tedeschi a settembre sono calati del 15%. Saranno necessarie nel 2019 azioni specifiche di promozione su questi mercati.
LE STRUTTURE RICETTIVE- L’incremento di posti letto da fine ottobre 2017 a fine ottobre 2018 è stato complessivamente di 1574, 103 da alberghiero e 1471 da extralberghiero. Aumentati soprattutto affittacamere e case per vacanze: persone che hanno scommesso sul turismo ed hanno o ampliato una struttura già esistente, o deciso di aprire una nuova attività, altro forte segnale che il turismo in Liguria goda di buona salute.
Diversa è la questione degli appartamenti in affitto ad uso turistico oggi ne abbiamo registrati 18.000, con una forte crescita negli ultimi anni, questo dato significa che il contrasto all’abusivismo sta avendo importanti frutti, la strada è giusta, e ci si impegna a far ancora di più. Questi nuovi posti letto non sono però inseriti nel sistema, non vengono quindi rilevati dall’istat, non influiscono sul dato degli arrivi e delle presenze: non è dunque un fattore che ha “drogato” i dati, come è stato detto. Solo un fatto positivo che siamo riusciti a farli emergere dal nero grazie soprattutto al patto per il turismo. Il contrasto all’abusivismo sta avendo successo e con azioni decise in accordo con gli operatori.
GLI INVESTIMENTI – Con fondo strategico regionale sono stati banditi 3 azioni per le imprese turistiche l’assegnazione di risorse specifiche attraverso fondi di rotazione, per un plafond totale di 7,5 milioni.
6 milioni, con raddoppio bancario salgono a 12 per la riqualificazione delle strutture ricettive alberghiere.
1 milione per l’aria aperta, anche per nuove aperture
500.000 per un bando innovativo, che favorisca aggregazioni tese a creare e valorizzare sul territorio prodotti turistici.
Quanto stanziato non è stato interamente richiesto: verranno pertanto riproposti nuovi bandi nel 2019. A questo si aggiungono 1.500.000 euro destinati ai comuni per progetti infrastrutturali che abbiano interesse turistico.
INTERREG MARITTIMO ITALIA-FRANCIA 2014-2020, REGIONE LIGURIA: 2,3 MILIONI DI EURO DA CINQUE PROGETTI PER LA PREVENZIONE DEGLI INCENDI E GESTIONE RISCHI IN LIGURIA. ASSESSORE MAI: “GRANDE RISULTATO. INSERITA ANCHE FORMAZIONE DI SECONDO LIVELLO PER VOLONTARI AIB”.
Comunicato stampa – GENOVA. In arrivo 2,3 milioni di euro – su 12 di budget complessivo – per la Liguria da 5 progetti transfrontalieri Interreg Marittimo Italia-Francia 2014-2020 per la prevenzione e gestione congiunta, tra le regioni partner, dei rischi derivanti da incendi. L’obiettivo è attivare azioni strategiche per la lotta agli incendi, sia a fatto compiuto, per arginarne le conseguenze, sia a favore della prevenzione e comunicazione del rischio. Dei cinque progetti a cui la Liguria partecipa, Medstar è “strategico” (capofila Regione Sardegna) e quattro sono progetti “semplici”: Intermed (capofila Corsica), Medcoopfire (capofila Regione Liguria), Med Foreste (capofila ANCI Toscana) e Med Pss (capofilaRegione PACA). “Abbiamo ottenuto un grande risultato – spiega l’assessore regionale all’Agricoltura Stefano Mai – riuscendo a inserire misure importanti come la formazione di secondo livello per i volontari Aib, che potrebbe andare a rafforzare il sistema a seguito dell’abolizione del Corpo Forestale dello Stato. È stato un grande lavoro di squadra, anche grazie alla collaborazione e coordinamento provinciale del volontariato e di Anci”.
Medstar riguarda le strategie e le misure per la mitigazione del rischio di incendio dell’area Mediterranea. Obiettivo del progetto è migliorare la capacità di prevenzione e gestione del crescente rischio di incendio derivante anche dei cambiamenti climatici, in particolare in aree a elevata presenza antropica (aree di interfaccia urbano rurale, aree costiere ad alta densità turistica) e in aree di rilevante interesse naturalistico. In particolare: tutela e valorizzazione del patrimonio naturale e culturale minacciato dagli incendi boschivi; riduzione pericolosità e vulnerabilità delle aree naturali e di interfaccia urbano-foresta; miglioramento interventi di previsione, prevenzione e lotta incendi boschivi e di protezione civile strettamente connessi; sensibilizzazione, informazione e coinvolgimento della popolazione e degli stakeholders; formazione scambio di esperienze degli operatori interessati sulla previsione, prevenzione lotta attiva.
Intermed riguarda gli interventi per gestire e ridurre il rischio incendi di interfaccia urbano-rurali e ha come obiettivo migliorare la capacità di prevenzione e gestione del rischio di incendio di interfaccia urbano rurale nell’area di cooperazione. Il progetto si suddivide in quattro filoni: gestione del progetto; comunicazione; cartografia di esposizione al rischio incendi in zona urbana e valutazione della vulnerabilità (identificazione delle cause e conseguenze degli abitati esposti a rischio di interfaccia, cartografia delle zone di interfaccia e sviluppo dei criteri di valutazione del rischio incendi); azioni pilota per la gestione degli incentivi interfaccia (in particolare il territorio ligure individuerà comuni pilota per testare gli interventi di mitigazione del rischio, realizzando investimenti non strutturali per ridurre il rischio incendi, sperimenterà dotazioni strumentali per l’intervento rapido a supporto del comune per gestire al meglio l’emergenza conseguente a incendio di interfaccia, potenzierà il sistema di comunicazione finalizzato alla gestione dell’emergenza connesso allo scenario rischio incendi di interfaccia).
Medcoopfire riguarda la cooperazione mediterranea per la difesa delle foreste dagli incendi. Obiettivo del progetto è di sviluppare forme di collaborazione e sinergia per il monitoraggio del territorio, la prevenzione e lo spegnimento degli incendi boschivi a fronte dei cambiamenti climatici e per la tutela del patrimonio forestale, in quanto mira ad applicare criteri transfrontalieri per la gestione degli interventi di spegnimento, in modo da creare procedure comuni fra le regioni, aventi lo scopo di assicurare, in caso di emergenze transfrontaliere o transregionali, le condizioni affinché i mezzi messi a disposizione siano del tutto compatibili allo spegnimento degli incendi che si dovessero verificare. In particolare: conoscere a livello tecnico dei sistemi operativi dei singoli partner regionali nell’ambito della gestione dell’antincendio boschivo, con l’obiettivo di incrementare procedure operative nei territori dei beneficiari; creazione di procedure operative per consentire l’intervento nell’ambito transfrontaliero dell’attività di spegnimento, massimizzando la sinergia e creando condizioni di maggior sicurezza per lo svolgimento delle operazioni antincendio; sperimentazione del meccanismo unionale come metodo di intervento e come strumento tecnico finalizzato all’attività di spegnimento nell’ambito transfrontaliero; acquisto di mezzi antincendio, attrezzature individuali e di squadra, realizzazione di esercitazioni transfrontaliere e transregionali per testare l’unità operativa Aib, al fine di incrementare la capacità di contrasto agli incendi boschivi nell’area di progetto.
Med Foreste riguarda la gestione degli ecosistemi forestali per la riduzione del rischio incendi boschivi e ha come obiettivo migliorare la capacità delle istituzioni pubbliche di prevenire e gestire il rischio incendi tramite sperimentazione, attuazione e confronto di diversi interventi di prevenzione incendi. In particolare: ottimizzazione dell’efficacia delle diverse strategie transfrontaliere di gestione del combustibile in un’ottica di sostenibilità socio-economica, ambientale e finanziaria, in zone di interfaccia tra bosco e aree rurali o tra bosco e zone a prato-pascolo, definendo gli interventi selvicolturali e territoriali più efficaci nonché la standardizzazione delle loro modalità realizzative, (in particolare nelle seguenti categorie forestali: pinete costiere mediterranee, boscaglie pioniere e di invasione, arbusteti e macchia mediterranea).
Med Pss riguarda lo sviluppo della cultura del rischio incendio e ha come obiettivo sviluppare la cultura del rischio incendi sia nella fase di prevenzione che in quella di allerta ed incendio in atto mediante iniziative rivolte cittadini e in particolar modo in ambito scolastico e agli operatori agroforestali con il coinvolgimento degli enti locali.