Caro Giovanni Toti, ho letto solo adesso quanto hai scritto, dopo una notte e una mattinata passate in giro per la mia città, sopralluogo dopo sopralluogo. Devo dirti che non mi stupiscono più né i tuoi toni perentori, né il tuo atteggiamento pretestuoso. Me ne sono fatto una ragione. Posso tuttavia garantirti che la sicurezza dei cittadini è in cima ai miei pensieri da sempre, ancor di più da quando gli imperiesi mi hanno ridato l’onore e l’onere di fare il sindaco.
Ho passato le ultime settimane a reperire i fondi necessari alla pulizia dei torrenti e delle caditoie per mettere in sicurezza il territorio. Ieri sera, intorno alle 22, sono stato il primo sindaco della provincia a decidere la chiusura delle scuole, nonostante l’allerta fosse solo gialla per il mattino odierno. L’esperienza e la conoscenza del territorio mi hanno restituito con chiarezza il quadro della situazione che si stava delineando.
Vedi Giovanni, come ho detto nel video, sono ben conscio che in frangenti come questi cautela e prudenza rappresentino la strada maestra per noi amministratori. Ho voluto tuttavia riflettere sull’importanza di evitare che i cittadini perdano il senso del pericolo, che è reale come dimostra quanto accaduto in queste ore.
Voler vedere nelle mie parole, ammesso che tu le abbia ascoltate, poco rispetto per coloro che si danno da fare in queste situazioni è non solo risibile, ma anche lontano dal mio stile e dalla mia storia. Quanto ho detto, l’ho detto nel rispetto del lavoro svolto a Genova così come su tutti i territori, regionale e nazionale, che in queste ore piangono le vittime, verso le quali esprimo il più profondo cordoglio.
Ti prego, evitiamo patetiche polemiche. È per tutti e due il tempo del fare. C’è un territorio che attende.
Claudio Scajola