Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Da Albisola a Savona: il pittore poeta Beglia.
Ecco: libro di Pasquale Gabbaria Mistrangelo
Cooperarci festeggia i 35 anni nel Seminario


La Cooperativa Cooperarci festeggia 35 anni di attività valorizzando tematiche e strutture che sono al centro dell’attività della cooperativa che conta circa 450 persone tra soci lavoratori e dipendenti. Appuntamento sabato 6 ottobre con il Convegno “Malattia di Alzheimer al Centro Diurno a Savona” che si terrà presso il Seminario Vescovile di Savona con inizio alle ore 9 e termine alle ore 17. Altra notizia. Nell’ambito della rassegna Vetrine d’artista, nella sede ex Carisa di corso Italia a Savona, espone Emilio Beglia, pittore e poeta: due aspetti della sua poliedrica, vivace personalità e attività che mettono in luce la sua originale sensibilità, dalle vena sempre fresca, illuminante, aperta al bello. Terza notizia. Lunedì 8 ottobre, in Sala Rossa (Comune di Savona), presentazione del libro di Pasquale Gabbaria Mistrangelo, architetto, a cura del prof. Roberto Bobbio e del prof. Silvio Riolfo Marengo. Infine alla Galleria Gulliver espone Riccardo Accarini.

COOPERARCI 35 ANNI DI ATTIVITA’, 450 TRA SOCI E DIPENDENTI:

APPUNTAMENTO NEL SEMINARIO VESCOVILE DI SAVONA

COMUNICATO STAMPA – Tra i relatori  il professor Marco Trabucchi, Direttore scientifico del Gruppo di Ricerca Geriatrica di Brescia e la dottoressa Elena Sodano, Presidente dell’Associazione RAGi Onlus di Catanzaro ed ideatrice della tecnica Teci, espressione della nuova frontiera terapeutica.
Il Centro Diurno di Savona è attivo da 16 anni e ha creato un percorso che, con l’apporto qualificato dell’intero gruppo di lavoro, coordinato da Esther Di Benedetto, sta delineando un diverso modo di affrontare la gestione delle demenze e dell’Alzheimer. L’attuale lavoro avviato ha permesso il riempimento del Centro Diurno e la creazione di una lista di attesa, segno che il territorio esprime un forte bisogno di accompagnamento nell’affrontare la malattia.
” Abbiamo deciso di realizzare una serie di eventi da qui alla fine dell’anno – spiega la presidente Laura Gengo – consapevoli di aver raggiunto questo traguardo passando alcuni anni difficili che ci siamo messi alle spalle ma che sicuramente non ci fanno abbassare la guardia. Proprio per questo iniziamo questa serie di eventi, con la partecipazione di numerosi esperti, con un convegno che mette insieme un servizio ormai storico come quello al Centro Diurno di Savona – che realizziamo da ormai 15 anni – con una tematica come quella dell’Alzheimer che colpisce sempre di più persone e famiglie”. Cooperarci promuove il convegno di sabato per diffondere la sua visione della patologia dell’Alzheimer , per avvicinare ad una diversa comprensione, per condividere strumenti e prospettive con le famiglie, le istituzioni, i medici e quanti sono interessati alla cura. A 35 anni di attività ci si arriva anche se non si dimentica tutto questo.

EMILIO BEGLIA DECANO DELLA PITTURA E DELLA POESIA

Emilio Beglia un decano della pittura e della poesia espone a Savona nella rassegna Vetrine d’artista di Corso Italia, sede ex Carisa ora Carige

Ormai decano della fitta schiera di artisti savonesi e del contado, dopo aver partecipato a  decine di premi letterari (ricevendo spesso molte attestazioni) ed a una moltitudine di mostre, mantiene al sua poetica un po’ naif, il suo profilo modesto che attesta, però, la sua attenta ricerca tecnica ed iconografica legata, quasi sempre, al Territorio dove vive e lavora (lo studio a Vigo in Albisola Superiore).

L’avanzare dell’età anagrafica non diminuisce la sua gioia di vivere, di “raccontare” per immagini e con la parola delle sue poesie e dei suoi racconti.  Una vita scandita da una sorta di “pellegrinaggio” per riscrivere la geografia della sua quotidianità e per dare forma alla storia di chi vive oggi in questa Terra di Liguria.

Emilio Beglia, Uliveto, olio su tavola, cm. 40 x 50

Ha una tavolozza copiosa, ricca di luce, di sfumature, di modulazioni sempre armoniose. Una pittura che ricorda molto il solco tracciato dai pittori liguri di fine Ottocento – metà Novecento e dove Beglia riscopre i sentieri del vivere semplice ma felice, grazie a paesaggi, case, vicoli, tetti, muretti a secco, uliveti dove Lui ha riscoperto per fede, per voglia di esistere, di camminare percorsi collocati tra verità, memoria, bellezza.

Le sue opere inducono l’osservatore a riflettere su come l’Uomo sia viaggiatore, sempre spinto verso la ricerca, non c’è nulla di frivolo nel suo “racconto” ma, pare, ci sia una ricerca continua di  eternità.

Silvia Bottaro

‘LA GIOIA DELL’ARCHITETTURA: IL LIBRO DI PASQUALE GABBARIA MISTRANGELO

Lunedì 8 ottobre, alle 16,30, presso la sala Rossa del Comune di Savona, in Corso Italia, presentazione del libro dell’arch. Pasquale Gabbaria Mistrangelo:La gioia dell’architettura“, a cura del Prof. Roberto Bobbio e del Prof. Silvio Riolfo Marengo; il giorno 8 ottobre 2018, ore 16,30, presso la sala Rossa del Comune di Savona, in Corso Italia 19 a Savona.

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Sabato 6 ottobre s’inaugura alle ore 18.00 presso GULLIarte in C.so Italia 201r. A Savona, la personale
dell’artista Riccardo Accarini.
Una raccolta di 20 tele, pensate e realizzate per questa mostra, la cui essenza e chiave di lettura,è racchiusa nelle righe del testo sottostante. Per questa esposizione, molti amici hanno voluto scrivere di Accarini: artisti, scrittrici d’arte.
Testi e testimonianze d’affetto e di stima personale e professionale, che nutrono nei confronti dell’artista.

ESPONE R I C C A R D O  A C C A R I N I

Il pittore Riccardo Accarini

Le opere recenti di Riccardo Accarini convincono come sempre, il loro ermetismo si supera solo seguendo fino in fondo un processo creativo di non facile lettura.
Le tre dimensioni dello spazio e quelle del tempo (passato presente futuro) funzionano benissimo nella rappresentazione naturalistica, ma nella sua pittura si apre un orizzonte al di là dello spazio e del tempo comunemente condivisi: il tempo e lo spazio racchiusi nel suo animo si manifestano con i segni di una grammatica che è solo sua.
Alla lettura di sé, Accarini non fornisce chiavi, come non concede appigli esteriori. Di solito sfugge a una luce piena: le note misurate nel suo spartito possono risuonare nell’animo di chi guarda/ascolta solo alla tenue luce di un diffuso silenzio.
Ogni opera d’arte è un progetto non per ingannare, ma per smascherare l’inganno a se stesso e agli altri. Da qui linee, cerchi e colori, collages…che, se a prima vista sembrano vagare nella piatta opacità della cabala, in realtà, rigorosamente ordinati nella gabbia di un pensiero sofferto ma sempre aperto alla comunicazione, riescono a trovare i piani della loro profondità, acquistando plasticità formale e struggente intensità narrativa.
La sua linea, studiata nella combinata alternanza di rigidi segmenti e secche spezzature d’angoli, corre alle immagini come a contornare, netta e perentoria, forme inesorabili, incise talvolta con la lenta crudeltà di una lama, talvolta con il deciso fendente di una spada. La sequenza dei segmenti di retta separa via via spazi e oggetti, e di regola nel suo percorso spezzato rivela figure, quasi volti inumani, dove alla linea curva è solo permesso di apparire nel cerchio argenteo di un compact disc applicato a collage in funzione fissa di grande pupilla ferma e dilatata: per ansioso sgomento, non per meraviglia (il laser infatti ne ha ferito per sempre la rilucente superficie metallica, corrompendola di informazioni destinate all’oblio).
Sorprendente è scoprire nelle sue tele altre e nuove curve, seducenti di colori caldi (il giallo, l’azzurro, perfino il rosso), che, quasi a compensare una troppo lunga indifferenza, sembrano voler forzare qua e là un ordine compositivo tuttora giocato soprattutto su colori secondari, diversamente trasparenti e spesso attenuati fino al bianco o spenti addirittura nel nero: con il fascino dei fiori scopriamo, insieme all’autore, una suggestione della natura finora accuratamente negata; questi fiori multicolori, mentre alleviano al fruitore il senso oppressivo di una costante proclamata negatività, sembrano voler significare un’ apertura dell’autore a qualche conciliazione, se non con l’uomo, con una più rasserenante natura. G.F.

 

 

 

 

 

 

 

 


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