Non urlate, sussurratelo con voce fioca. Meglio se i media locali, già parchi di approfondimenti e inchieste, tacciono. Non per disonestà, semplicemente perché il giornalismo del terzo secolo non conosce più il cronista di strada. Ha successo di lettori il ‘velinaro’, copia ed incolla dei comunicati stampa o la notizia del gattino che cerca casa. Accade, da prova del nove, nel disinteresse diffuso, dopo la chiusura, per ‘cessata attività’, causa fallimento (30 maggio scorso), della storica agenzia di viaggi Jolly Tourist. Centrale, sull’Aurelia di ponente. Il fondatore, a metà anni ’50, il cap. Luigi Andreta. Un posto, nella storia turistica di Loano e dintorni, se lo è guadagnato a pieno titolo. Molti non ricordano, i più dimenticano o non sanno. Grazie ad Andreta, per alcuni anni, Loano era meta di un treno speciale della Railtour che, dal Belgio, attraversando Germania e Svizzera, portava a Loano centinaia di turisti, riempiva alberghi e pensioni – negli anni 60 erano 115, oggi meno di due decine – in tutte le stagioni. Proprio così. E le altre città invidiavano. Leggi anche un architetto – ingegnere loanese, Francesca Galati, che si fa onore nel mondo. Leggi, come ultima ora, il ricordo di Nunzio De Francisci.
Il cap. Andreta aveva un rapporto privilegiato con i vertici della Railtour, allora colosso delle vacanze al mare, sulla Riviera delle Palme. Andreta che aveva stretto contatti e collaborazione con altre importanti agenzie che si affacciavano, in Germnia, sul mercato delle vacanze. E la riviera era lo sbocco privilegiato, con il Lago di Garda e la costa romagnola. Non c’era ancora la concorrenza dei paesi ‘esotici’. Semmai, la Costa Azzurra. Emergevano la Hummel, Touropa, Ameropa e da ultimo la TUI (oggi big mondiale) e rappresentata in Liguria dal Gruppo Mamberto, con sede a Borgio Verezzi e che a Loano collabora con una decina di aziende recettive.
Andreta tra gli ospiti d’onore quando fu inaugurata la modernissima sede operativa ad Hannover della TUI. La Jolly Tourist, in Riviera, era seconda soltanto a ‘Mamberto Viaggi‘, con papà Carlo precursore a Finale Ligure nel 1950. Certamente chi ha conosciuto ed apprezzato Andreta nella sua attività lavorativa, presente nel consiglio direttivo dell’Azienda di Soggiorno negli in cui si sono avvicendati alla presidenza Piefranco Rembado , giornalista Rai (Dc), Osvaldo Pignocca, esercente (Psi), Giacomo Burastero, notaio (Psi); direttore il mitico dr. Nario, successivamente il cap. Giancarlo Maineri. E fu Pignocca a volere il secondo ‘ufficio stampa’ (il primo ad Alassio con Romano Strizioli, assunto come dipendente dell’ente turistico) affidandolo in via sperimentale a Luciano Corrado che lasciò qualche mese dopo preferendo seguire La Settimana Ligure, poi la Nuova Liguria (direttore), Il Nuovo Cittadino, La Gazzetta del Popolo, la Gazzetta del Lunedì e da ultimo, dal primo dicembre 1969, Il Secolo XIX in provincia di Savona.
Anni gloriosi del turismo in Riviera, con positivi benefici nell’entroterra, che hanno accompagnato Andreta e la Jolly Tourist sugli ‘altari’ del successo. Alle dipendenze pure una segretaria madrelingua tedesca, rimasta ininterrottamente anche dopo l’età della pensione e con residenza a Loano. Andreta che non mancava mai
quando, settimanalmente, si dava il benvenuto ai gruppi di diverse nazionalità del centro e Nord Europa. Si presentava Loano, le opportunità del soggiorno. ‘Marianne‘ che introduceva, a sua volta, Herr Andreta, capitano marittimo, con diploma al Nautico di Savona e forse mai imbarcato.
Anni d’oro, da manna, per l’economia cittadina e i posti di lavoro (molti alberghi dovevano ricorrere a personale di altre località, persino fuori regione), con risvolti positivi, dicevamo, nell’entroterra montano dove arrivavano le comitive, gruppi in pullman. All’inizio non erano quelli conosciuti come ‘turiusti delle pentole’, ovvero chi si assicurava una vacanza acquistando in patria una batteria di pentole o altre promozioni commerciali.
Loano turistica che aveva nella Jolly Tourist un punto di riferimento. Luigi, persona di carattere, pignola, di compagnia (con Gianangelo Panizza, hotel Continental, Guglielmo Beretta, Gelateria Gelmo), a volte scontrosa, permalosa, fede repubblicana, ricco bagaglio di esperienza. Non stava solo dietro la scrivania, non faceva visita solo negli alberghi che ospitavano i ‘suoi turisti’ o i ristoranti, trattorie dell’entroterra. Era interessato a conoscere e vivere l’industria delle vacanze nei paesi precursori e ‘produttori’ del turismo sulla Riviera delle Palme e dei Fiori. Non perde una ‘fiera’, woork shop, un incontro con i maggiori tour operator del centro e Nord Europa, anche inglesi. Andreta non amava polemizzare, non era sempre un libro aperto con il giornalista. Andò su tutte le furie quando in prima pagina sul Secolo XIX, denunciammo che alcune guide straniere chiedevano la ‘tangente’ (una prassi) per ogni cliente che, in pullman, faceva tappa (solitamente merenda, o pranzo) nei locali prescelti della collina savonese o imperiese. La sua rabbia, lo ricordiamo come fosse ieri, nasceva dal fatto che non lo avessimo interpellato prima di scrivere. Ebbe modo di dire la sua nell’articolo successivo. La vicenda ebbe strascichi, finì sulle prime pagine di quotidiani nazionali, rilanciata dalle Agenzie di stampa europee. Si mosse la guardia di Finanza in modo mirato.
Negli anni di Andreta all’Azienda di Soggiorno, l’ente si occupava di far pagare la ‘tassa’ a tutti, proprietari di seconde case inclusi, esclusi i residenti ovviamente. Per limitare le sacche di evasione si mettevano in campo nuclei di accertatori, in particolare nei mesi estivi, ma anche invernali. Assunti, con precedenza, tra pensionati dell’Arma, della polizia, Finanza o vigili urbani. L’azienda turistica che si accollava l’onore delle manifestazioni cittadine e la cura del verde dei giardini pubblici, passeggiata a mare inclusa e che attraverso un mutuo acquisto i locali al piano strada di corso Europa ed un appartamento destinato ad uffici al primo piano. Si occupava della promozione in Italia e all’estero, con l’obiettivo primario di ‘far parlare’, comparire, anche con fotonotizie curiose, sugli organi di informazione. All’epoca sui più diffusi quotidiani tedeschi, belgi, svizzeri, inglesi, svedesi, danesi, non era difficile leggere pagine intere di annunci turistici della riviera Ligure. E Loano non mancava.
Oggi nel terzo millennio, in retrospettiva, sembra trascorso più un secolo. E la memoria storica non fa più testo, non suscita interesse, è giudicata persino inutile. Si preferiscono le notiziole spicciole, di ‘moda’ con l’esplosione dei social, quotidiani on line. Un tempo la critica ai quotidiani locali era di occuparsi pure da chi cadeva dalle scale, il furto di un’auto. Oggi non sempre fa notizia se chiude l’ennesimo albergo o apre la cinquantesima agenzia immobiliare o d’affari come nel caso di chi subentra nei locali della Jolly Tourist che, dicevamo, è finita al curatore fallimentare. L’attività, dopo la morte di Luigi, è passata nella mani della figlia Eugenia e dei collaboratori, ottimi professionisti. Tra l’altro, l’agenzia vendeva biglietti ferroviari, aerei, marittimi, crociere, viaggi in tutto il mondo. Gli anni di crisi hanno pesato, come le spese rispetto agli introiti. Fino al tracollo, con i creditori che attendono la chiusura del fallimento per conoscere quanto potranno recuperare.
Loano che, con il bilancio comunale, investe nella voce turismo, cultura e manifestazioni (sport incluso) oltre 700 mila € l’anno, con una pioggia di ricorrenze, appuntamenti, finanziamenti, contributi, in una località dove l’Imu rappresenta un introito sicuro, alla stregua degli oneri di costruzione, ristrutturazione, addizionale comunale per chi paga fino all’ultimo centesimo le tasse. A cominciare dai pensionati, da chi è a reddito fisso.
Il settore turismo e manifestazioni dove non è chiaro fino a che punto a decidere, oltre al parere del funzionario, prevalga la competenza, l’investimento quale ritorno economico, pianificazione e programmazione. A leggere le cronache locali si ha l’impressione che la macchina turistica comunale funzioni bene, a pieno regime, con molto impegno e piena soddisfazione delle categorie commerciali: dai Bagni Marini agli albergatori (ridotti al lumicino), dagli esercenti (bar, pizzerie, ristoranti) ai commercianti, agli artigiani.
Non abbiamo dati e riscontri sulla forza lavoro che il ‘mercato turistico’ assicura alla città, con quali contratti e durata, quale il termometro dell’offerta al mondo giovanile. Sappiamo che la corsa alla raccomandazione serve pure nelle attività turistiche, nel lavoro stagionale. Due giovani (Istituto per ragionieri e geometri Falcone) prima dell’estate hanno inviato 73 curriculum ad attività del comprensorio loanese. Tra Ceriale e Borgio Verezzi. L’attività più gettonata riguardava, a quanto si è appreso, l’assunzione al Parco Acquatico Le Caravelle (con un’ottantina di dipendenti stagionali). Pare che in stragrande maggioranza non abbiano ricevuto neppure risposta, non parliamo del colloquio. La priorità l’avrebbero i figli e le figlie di genitori che indossano divise, lavorano nei Comuni, in uffici statali. Per la serie, in Italia – non in certe realtà europee dove emigrano i nostri laureati e diplomati – riusciamo sempre a distinguerci, dal nepotismo alla raccomandazione, sia pure se si tratta di un aiuto bagnino o di un aiuto cameriere, di una donna delle pulizie, di un tuttofare.
UNA LOANESE CHE SI FA ONORE A MILANO
La loanese Francesca Galati responsabile della certificazione ambientale dello store di Milano. Tutto pronto per lo sbarco in Italia di Starbucks, con l’inaugurazione prevista per domani a Milano della Reserve Roastery, in piazza Cordusio, prima struttura sul suolo italiano della multinazionale americana del caffè.
IL CORDOGLIO PER LA MORTE DELLA MAMMA DELL’ASSESSORE REMO ZACCARIA
NUNZIO GENTILUOMO E ULTIMO GRAN BALLERINO DEL SAITTA DEI ‘ VECCHI TEMPI’
Capita, con sempre maggiore frequenza, quando si raggiunge la ‘terza’ o ‘ultima età’, di leggere annunci funebri di amici di lunga data che ci lasciano. Accade senza clamori mediatici. E’ il lutto, il dolore, l’addio, il commiato che non fa notizia. Eppure se ne vanno persone buone, semplici, genuine, una vita di lavoro, galantuomini e non è poco. Lasciano la famiglia e famiglie (figli e nipoti) esemplari, del buon esempio e dell’onore.
Ero assente ai funerali di Nunzio perchè ho letto i manifesti quando era troppo tardi. E per tenersi giornalmente informati bisognerebbe sempre uscire di casa e fare il giro di almeno un paio di plance riservate alle affissioni funebri. Nunzio loanese adottivo, migrante come tanti concittadini della prima generazione, si è fatto onore ed era felice di aver messo all’onore del mondo eredi esemplari.
Lui con il lavoro, artigiano edile, con la rettitudine; un gran cuore, era un uomo vero, un amico di compagnia e di allegria. Papà, marito e nonno premuroso.
Ci eravamo conosciuti al ‘Saitta‘ dancing, anni ’60, ai tempi gloriosi della gestione di Piero Manfrino e della moglie Marianne. Il locale più frequentato e di ‘assidui’ della Riviera estiva ed invernale. Nunzio gioiva, si faceva notare, sorridente, quando era in pista e poteva ‘esibirsi’ con malcelato orgoglio nel valzer, tango, mazurca, polca e poi ad imparare i balli ‘moderni’: twist, mambo, halli galli. Persona a modo, educata, sempre di buon umore. Il dono della ‘genuinità’ e alla buona.
Faceva parte degli abituès, amici del ‘Saitta’ che erano soliti ritrovarsi, divertirsi, negli anni dei latin lover, della ‘caccia’ alla turista, alla ‘signora’ in vacanza che, in attesa del marito nel fine settimana, non disdegnava la ‘scappatella’. Nunzio apparteneva alla folta schiera di frequentatori del locale che nel comprensorio loanese era meta prediletta del divertimento e relax notturno. Si tirava tardi e poi tutti o quasi al K609 di Borghetto Santo Spirito della famiglia Lammardo o al bar Milano dei fratelli Cantarella, i loro toast insuperabili.
Nunzio cliente esemplare di sera, infaticabile lavoratore di giorno, festaiolo e ‘cacciatore’, come eravamo tutti varcando la soglia del Saitta. Non era un personaggio del palco, da ‘prime donne’, ma sapeva donare buon umore, faceva apprezzare l’amicizia, il dono di stare in compagnia, il calore umano. Una figura d’altri tempi, direbbero oggi le giovani generazioni. Invece si trattava di persone comuni, quasi tutte senza potersi fregiare a ‘figli di papà’. Loanesi che avevano raggiunto, con il sudore, sacrificio, orgoglio della morale, un traguardo importante o significativo di vita. Da scapoli, a mariti, papà, nonni. Nunzio era uno dei ‘noi’, dei ‘nostri’, della Loano by night, ma anche nel lavoro di artigiano, commensale nei ristoranti della Riviera e dell’entroterra. Nunzio, con gli anni, fiero della famiglia, quasi spensierato, con la grinta di chi non deve mai abbassare gli occhi. Vivi e lascia vivere nella rettitudine e correttezza.
Se ne è andato senza poter essere accompagnato dai tanti amici che non hanno saputo in tempo la luttuosa notizia. Capita spesso nella comunità loanese e non solo. Il passaparola ci vede ormai ‘foresti’ nonostante abbiamo trascorso una vita in questa città. Anche Nunzio aveva tanti estimatori che non avrebbero voluto mancare, in segno di stima, rispetto, affetto sincero. Impossibile dimenticare le serate trascorse nel ‘nostro’ Saitta‘, a volte al Cabana negli anni di Franco Odazzi. Ci sentivamo tutti protagonisti, un po’ spensierati, capaci di offrire una felicità senza fine. Non si pensava alla vecchiaia. In realtà siamo stati testimoni di tempi gloriosi della storia turistica della Riviera. Nunzio apparteneva alla schiera di chi sapeva svagarsi senza dimenticare i doveri del buon cittadino, in futuro del bravo marito e padre di famiglia. L’onore della posizione sociale raggiunta. Gli ultimi incontri, anni or sono, per ricordarci il nostro passato, le belle serate, la compagnia che ci esaltava e ci univa, si fraternizzava senza distinzione di casta.
Nunzio da tempo combatteva con l’ingrato destino della salute. Non meritava di andarsene senza la partecipazione di chi non avrebbe voluto mancare. Loano dove gli annunci funebri puoi di leggerli sui muri e per chi paga anche su Ivg, il giornale on line più letto in provincia. A Giancarlo Munari, longevo loanese e memoria storica, avevamo proposto di ospitare gratuitamente i necrologi su trucioli.it. Avere la possibilità di ricordare, come meriterebbero, pure i loanesi che magari non fanno notizia. L’evoluzione sociale e civile non da spazio al volontariato, di chi che non si allinea al ‘mercato’, al mercimonio. Anche i ‘morti’ hanno un costo. Non solo con le spese funerarie e del camposanto. Se vuoi essere ricordato da Ivg.it e non sei una ‘personalità’ della cronaca, devi pagare la pubblicazione. L’editore fa il suo mestiere (o paghi o ti ignoro…). Le Pompe Funebri Lirof di Giancarlo e Matteo Munari, Luca Messa, forse dovrebbero praticare un’altra sensibilità. Ma bisogna riconoscere che nessuno si lamenta del ‘libero commercio’.
Non l’abbiamo dunque a male i famigliari dei defunti quando leggono trucioli.it, da sette anni, e ci rimproverano di aver ignorato il loro congiunto, contrariamente ad altri. Non possiamo essere in cielo, in terra e in ogni luogo. Siamo i primi ad essere dispiaciuti e impotenti.
Nunzio, ormai ‘cittadino onorario’ dell’aldilà, del paradiso dei giusti, orgoglioso di aver indossato la cappa di una Confraternita, resterà nei cuori e nella mente degli ultimi della Loano di ieri, la ‘vecchia Loano’. Lo raggiungeremo per riprendere il discorso interrotto. La sua squisita affabilità e dolcezza continuerà ad essere un collante. A presto caro Nunzio, non ti dimentichiamo.