Li hanno visti abbracciati, stringersi forte, forte, ma senza baciarsi. Hanno visto il bulldozer, Eraldo Ciangherotti, gioire, esultare, godere (sotto la cintola non tutti hanno stimoli, a seconda di chi c’è tra le braccia) nell’effusione tête-à-tête con Giorgio Cangiano. Il medico e l’avvocato. Ribelle e focoso il primo, capogruppo dei rivoltosi e trasgressivi. Sindaco mite e riflessivo, quasi pacioso e candido il secondo. Uniti nel segno zodiacale del leone, del ruggito, della zanna pronta a colpire. Nati nella prima quindicina d’agosto: 49 anni il primo cittadino, 44 anni il competitor e aspirante a succedergli. Parto cesario a Genova ed Albenga. Il loro abbraccio ( ‘galeotto’ ?) ha quasi offuscato la radiosa e fulgida ‘classicissima’ della Sagra du Burgu 2018. Nonostante la ‘sceneggiata’, non hanno ricevuto gli onori, il successo, l’entusiasmo e la gloria, conquistati con inventiva, sudore, rodaggio di mesi, dai primi classificati. Vincitori materiali e morali, senza correre per una poltrona. Hanno superato il giudizio terreno del gran giurì di tuttologi (6 gentleman e 3 lady) già prenotati al Festival di Sanremo, al Carnevale di Venezia, al Palio di Siena.
Ciangherotti e Cangiano: non si giudichi per favore con ‘In vino veritas’. Erano veramente un pochino allegrotti a vista d’occhio. Birboncelli che a volte sorseggiano certi vini traditori, e alle volte, si sa, quando il vino è giù, è lui che parla. Non hanno comunque chiesto che ci facevano quei politici dell’ultima Repubblica parlamentare a pavoneggiare tra la massa di festanti. Come fanno e quando trovano il tempo ad occuparsi dei miliardi di problemi di una poverissima Italia (ultima in Europa in crescita economica, prima come terra di mafie), della martoriata Liguria, del sempre più povero ed abbandonato entroterra montano che tutti a parole decantano. Il lor signori deputati, senatori, assessori regionali che devono sacrificarsi dall’alba a notte inoltrata, correre da un angolo all’altro della terra che li ‘benedetti’ e gratificati a suon di ‘croci’ nell’urla elettorale. E saranno riconoscenti, statene certi, con il popolo sovrano !
Cangiano e Ciangherotti : il leone è un Segno di fuoco, il fuoco insuperato e grandioso del sole d’agosto. Il Leone è il momento culminante dell’estate, in cui tutto è al massimo: il caldo, la maturazione dei frutti, il riposo nelle città e il lavoro nelle campagne, il rumore delle cicale e il gracidio delle rane, la luna che ad agosto è gigantesca. Prima di agosto, tutto stava maturando, crescendo. Dopo, tutto comincerà a inclinare verso il riposo invernale. E il Leone crede che prima e dopo di lui non ci sia nessuno che gli sta a pari. Come un padre-padrone, il Leone si fa arbitro della città in cui vive, patriarca a cui tutti devono rendere conto e che lui (Ciangherotti) giudicherà premiando i buoni e punendo i malvagi.
Il Leone (Cangiano) è felice di assumersi responsabilità: pensa di avere l’energia e le capacità per farlo, il che molto spesso è verissimo, ma pensa anche di essere l’unico (Ciangherotti) ad avere energia e capacità, e questo non è affatto vero e può portarlo a sottovalutare gli avversari. Il Sole, signore del Leone, è per gli astrologi un pianeta gigante, e il difetto del Leone è il gigantismo: pensa di sé cose gigantescamente appaganti, vuole dalla vita gratificazioni enormi, desidera possedere il meglio del meglio, ambisce essere il migliore in tutto quello che fa. La sua molla è un orgoglio grandioso.
E’ un protagonista che non tollera rivali. Se va in guerra, è facile che diventi un eroe. I suoi pregi sono altrettanto grandiosi: è generosissimo, caldo e appassionato, creativo e regale in ogni gesto, instancabile a scuola e nel lavoro, ben deciso a dare il meglio a coloro che ama. Stare con un Leone significa ruotare come satelliti attorno a un astro, accettare parti di secondo piano, essere la platea di un grande mattatore che bisogna applaudire e mai finire nell’orgoglio. Con lui si impara ad avere fiducia in sé, a dominare le circostanze, ad amare le emozioni forti, a lottare per le proprie ambizioni, e sentirsi sovrani in un mondo di sudditi.
Non sono per il Leone le attività in posizione subordinata: le accetta di ottimo grado solo se il suo capo (Berlusconi) è veramente uno che merita. In caso contrario (Renzi), saranno scenate e guerra aperta. Il Leone cercherà sempre di essere lui un capo, di non dover ricevere ordini da nessuno, di organizzare e comandare gli altri. Ama avere una casa grandiosa, ovviamente, arredata con lusso se non addirittura fasto. Ama le vacanze nei luoghi che contano, una corte di amici e conoscenze, meglio se clericali con l’ermellino.
Il colore del Leone è l’arancione. Il suo giorno è la domenica. Il suo fiore è il girasole. Il suo albero è l’arancio. Il suo metallo è l’oro. Le sue pietre il diamante e il topazio. A tavola vuole i cibi più saporiti, beve molte spremute di agrumi e apprezza il sedano. Meno il prezzemolo.
BRINDISI SINCERO AI GUERRIERI VITTORIOSI
MA I POLITICI NON RIPOSANO NEPPURE ALLE SAGRE ?
COMUNICATO STAMPA – Nella suggestiva location del borgo antico della frazione di Bastia di Albenga, ieri sera, si è svolta la cerimonia di consegna dei premi della edizione 2018 della “Sagra du Burgu“, organizzata dalla ASD Bastia in collaborazione con la Parrocchia S.S. Annunziata, il patrocinio del Comune di Albenga e della Regione Liguria. Alla presenza del sindaco di Albenga Giorgio Cangiano, dell’assessore regionale all’agricoltura Stefano Mai, dell’on. Sara Foscolo e del sen. Paolo Ripamonti, nella cerimonia condotta da Domenico Pizzo sono stati consegnati i premi a Miglior Cantina, Miglior Piatto Ligure, Miglior Cocktail e Cantina più Creativa/Originale, sulla base dei giudizi espressi dalla giuria indipendente presieduta da Alessandro Berta (direttore UISV) e composta da Yvo van Regteren Altena, Valentina Evelli, Linda Miante, Fabio Raimondo, Maurizio Scaramuzza e Gilberto Volpara. A vincere il primo premio assoluto, “A Cantina de Ca Mea“, giudicata miglior cantina dalla giuria 2018. Il premio di miglior piatto di cucina ligure è andato al coniglio alla ligure della cantina “A Fettina du Preve“; il premio al miglior cocktail è stato assegnato alla “Bastiora” della cantina “I Spantegai“; il premio alla cantina più creativa/originale alla cantina “Da Scumbatella“, frutto della collaborazione tra Lene 2000 e Pizzeria Ca’ Du Ghilla.