Il Consorzio Forestale Alpi Liguri ha approvato lo statuto ed il regolamento attuativo e ora possono aderire le imprese che hanno come obiettivo lo sfruttamento del patrimonio boschivo dei Comuni e dei privati. Al Consorzio, nato per iniziativa di tre Comuni ( Pigna, Triora e Rocchetta Nervina nell’area del Parco Alpi Liguri), hanno aderito anche Cosio d’Arroscia, Mendatica e Montaldo Ligure. In pratica si tratta di una ‘struttura organizzativa’ che pare destinata a prendere il posto della ‘filiera del legno’ che aveva varato Ormea quando era sindaco Gianfranco Benzo, ma ‘impallinata’, di fatto sepolta, con l’avvento del successore Giorgio Ferraris.
Il neo Consorzio nato nell’autunno 2016 per volontà dei sindaci di tre Comuni pare destinato al successo o almeno ci sono tutte le premesse. Per la verità con l’allora presidente (2013-2014) del Parco Alpi Liguri, Littardi, che aveva sottoscritto il protocollo d’intesa ‘filiera del legno’ ed era sindaco di Pigna, tra i territori più boschivi della provincia, con l’allora direttore dr. Bertone, si era parlato di ampliare ai Comuni del Parco (che erano ancora rimasti esclusi) l’ingresso nella ‘filiera’ proposta dal Comune di Ormea. Il blocco del progetto del sindaco (allora in carica) Benzo ha finito per creare un ‘tirare i remi in barca’.
Ci vuole poco a capire che tutti si rendevano conto di un dato di fatto inoppugnabile. I paesi dell’entroterra sono aree depresse vere, con Comuni poveri e l’unica risorsa naturale tutta da sfruttare, in modo razionale, resta il patrimonio boschivo, forestale. Il turismo rappresenta una vocazione ambientale che per avere basi solide deve poggiare su infrastrutture pubbliche e private. Investimenti e tanto denaro da rischiare. Non sono certo i due, tre mesi estivi, tra sagre, feste, escursionisti della montagna e pendolari dal mare, a mettere in moto uno sviluppo economico capace di creare posti di lavoro e un indotto sul fronte ricettivo e della ristorazione. Si cita per tutti da un paio di mesi il caso clamoroso dell’albergo ristorante Lorenzina a Nava che con 90 anni di vita ha dovuto cedere a quelli che sono diventati i costi insostenibili. Non c’è insomma proporzione tra le spese e quanto si incassa nei mesi di lavoro. Da qui la decisione di tenere aperto solo nella stagione estiva e trasferire gli interessi della famiglia Pasquinelli (tre fratelli) in due strutture alberghiere a Porto Maurizio e in uno stabilimento balneare. La chiusura dell’hotel ha già avuto come conseguenza la rinuncia a proseguire l’attività da parte di due giovani coniugi romani che da due anni avevano rilevato un negozio di commestibili vicino all’albergo e al grande parcheggio del forte centrale.
Ormea aveva visto ‘lontano’ ed oculatamente quando, nei primi anni ’80, partoriva la ‘Scuola Forestale‘. E oggi la nascita, il rafforzamento del Consorzio Forestale Alpi Liguri è considerato un veicolo per valorizzare i boschi proprio in alternativa alla ‘filiere del legno‘ che Ormea è riuscita a gettare alle ortiche. Francamente poco interessa la manfrina che si era venuta a creare tra due sindaci che già dagli anni ‘ 80, a quanto si sussurra, covavano una ruggine molto personale e con scarsa valenza politica. I fatti dicono che alla fine dei conti è stato il sinistroide compagno di lungo corso Ferraris ad impallinare un progetto che sulla carta era ‘targato’ diciamo sul fronte del centro destra di Benzo che di tessere in tasca di partiti pare non ne abbia mai avute. Se, come sostiene Ferraris, c’erano dei problemi, una soluzione si poteva e si doveva trovare correggendo, migliorando, modificando. Invece si è fatto come con il ‘bambino e l’acqua sporca’.
E ora fortunatamente il Consorzio Forestale Alpi Liguri si avvia a compensare la grande ‘falla’ che si ‘ aperta sulle nostre montagne. Forse merita di essere riletto il verbale dell’incontro che si tenne ad Ormea il 15 giugno 2012. La Regione Piemonte aveva convocato una riunione “al fine di definire le fasi attuative per la promozione ” del Procollo che recitava: all’incontro promosso l’assessore all’agricoltura, Claudio Sacchetto, ha partecipato il vice presidente della Regione Piemonte, Ugo Cavallera e l’assessore Casoni. La presente intesa si pone come obiettivo la definizione delle azioni degli enti sottoscrittori, per quanto di rispettiva competenza e comunque sinergia tra tutti gli attori, volte alla realizzazione di un sistema integrato di filiera bosco, legno, energia nella valli Tanaro, Corsaglia, Casotto ed Arroscia. L’intesa è altresì funzionale all’esigenza di sostenere l’avvio delle attività di filiera in tempi utili a sostenere le potenzialità di sviluppo socio economico. (vedi sotto il testo completo).
Il sindaco Ferraris in una delle due lettere che trucioli.it ha integralmente pubblicato, come meritava il tema e le argomentazioni farina del primo cittadino di Ormea, scriveva tra l’altro: ” …si è tratto (il progetto di filiera ndr) di un brutto pasticcio confezionato per prendere qualche voto in più, sfornato due giorni prima delle elezioni comunali….”. Per completezza di cronaca è opportuno osservare che della filiera, come trucioli scriveva, si era iniziato a parlare in termini seri fin dal 2009 quando Ormea, insidiata nella fase più virulenta della crisi economica, si è trovata (l’amministrazione comunale) con l’importante stabilimento svuotato della storica Cartiera, nel quale lo stesso Comune aveva investito notevoli risorse pubbliche, con soli costi e senza alcun ritorno economico. E ancora, con un impianto di teleriscaldamento a biomasse che non utilizzava legno cippato locale, che invece era da sfruttare e valorizzare. In uno dei territori più depressi, ribadiamo, del Nord Italia dove – organizzare la ‘massa critica’ necessaria ad un razionale sviluppo della filiera del legno locale per fare vera economia sostenibile in un’ottica a lungo termine – poteva rappresentare un esperimento di partecipazione pubblico – privata nel settore della green economy.
Bisogna pure ammettere che la micidiale burocrazia dei vari enti pubblici ha impegnato oltre due anni a definire e sottoscrivere l’intesa, base della procedura. Riferita al contesto socio economico in cui la filiera sarebbe stata inserita , è evidente che il ‘niet’ del sindaco ‘ rosso ‘ Ferraris e della sua giunta, hanno inferto un colpo mortale, checche se ne dica. Qui nessuno parla di interessi personali, semmai di strategie politiche e di decisioni altrettanto politiche, intrise di una presunto disprezzo astioso. Ed ora si vedono i risultati pratici. Quello che Ormea non ha fatto, l’hanno adottato, seppure su altre basi, gli aderenti al Consorzio Forestale. Non c’era solo il personaggio ‘scomodo’ (?) Benzo, il progetto coinvolgeva tra i promotori due figure esemplari quali i professori Garoglio e Zanini. Se ne sono andati per sempre, hanno fatto parte della famosa commissione di gara finita nel mirino degli oppositori. Purtroppo non hanno avuto diritto di replica. Hanno dato molto al progetto filiera e alle Valli Arroscia e Tanaro. Trucioli.it, forse troppo solitario, aveva cavalcato quelle scelte, facendo libera informazione. Senza badare a chi ne avrebbe beneficiato in termini politici ed amministrativi in sede locale. Ci preoccupavamo, da testimoni dei tempi, di mettere in moto non un’utilitaria che perdesse pezzi, ma una ‘Ferrari’ capace di far prendere in volo ad una comunità che in assoluto ha pagato più caro il prezzo del cataclisma socio economico di intere valli, di interi paesi, con l’esodo di giovani, di famiglie, con frazioni desertificate, migliaia di case abbandonate. Con quale futuro immediato?
Leggi anche la presentazione della filiera del legno……
Firmato dal presidente ing. Giampiero De Zanet