Ero ancora un “ragazzo” quando si cominciò a parlare dello spostamento a monte della linea ferroviaria nel tratto Finale L/ Andora. In quei tempi, nonostante la tanto vituperata situazione di una linea vecchia ed inadeguata, il servizio era di buona qualità: stazioni ben tenute, presidiate giorno e notte,con un capo stazione titolare ( ricordo il mitico Lesage di Loano) che si prendeva cura anche di particolari quali l’ordine, la pulizia e l’aspetto estetico. Come dimenticare la campagna “stazioni fiorite”, una feroce competitività tra le varie località della Riviera, per offrire ai viaggiatori ed ai turisti una immagine affascinante.
Allora per fare bella figura, ad esempio, si potevano invitare ospiti a pranzo o a cena presso il ristorante della stazione, perché era uno dei migliori.
Il servizio, anche per stazioni come Loano, consentiva collegamenti diretti con Milano, Roma, Trieste e località oltre frontiera; arrivavano treni dalla Germania e dai Paesi nordici carichi di turisti e il servizio merci occupava una parte molto importante con migliaia di tonnellate di merci in transito, arrivo e partenza. La parte del leone la faceva il settore ortofrutticolo con decine e decine di vagoni carichi di pesche, albicocche, carciofi e ogni tipo di verdure in partenza per i mercati del nord e verso l’estero, con vagoni frigorifero carichi di ghiaccio prodotto dalla fabbrica del ghiaccio Zappa, con sede in Loano vicino al duomo di San Giovanni.
Tempi gagliardi ! Non c’erano scuse ma fatti concreti che si tramutavano in un crescente benessere.
Poi si è pensato al meglio senza fare nulla,con progetti e promesse che sono rimaste parole scritte sul vento prospettando soluzioni pilotate secondo criteri campanilistici con una deriva politica che non fa certamente onore alla “causa”, ma alimenta dispute con accuse reciproche, spesso infondate.
Un primo progetto di spostamento a monte (Rogano) prevedeva da Finale un passaggio ad arco e rientro a Ceriale lasciando la stazione ad Albenga nel sito attuale; per motivi di forte “opposizione” il progetto e decaduto e si é pensato di andare totalmente a monte per tutta la tratta, con lo stravolgimento di tutto il sistema ferroviario locale e del territorio e l’eliminazione delle stazioni costiere.
In opposizione a tale progetto recentemente ne è stato proposto un altro che prevederebbe raddoppio in sede con sottopassi per eliminare i passaggi a livello ed ulteriore costruzione a monte di una bretella senza stazioni, per il solo transito veloce.
Ragionando con buon senso e pacatezza non trovo conveniente nessuna delle tre proposte, salvo riabilitare la prima (Rogano) alla luce delle migliori tecniche ingegneristiche nel frattempo intervenute nella costruzione più evoluta delle reti ferroviarie ed autostradali in tutto il mondo.
Già nel 1994 con la consulenza di un architetto operante in Italia per conto di una grande società norvegese, con altissime capacità ingegneristiche di progettazione e realizzazione di infrastrutture ferroviarie sotterranee, avevo prospettato in diverse occasioni la possibilità di una soluzione adeguata alle varie esigenze in efficacia, sicurezza, rispetto ambientale ed economicità.
La soluzione ideale consisterebbe nel raddoppiare i binari su tutta la traccia, eliminare quelli attualmente esistenti compresi i passaggi a livello a raso ed eventuali sottopassi, lasciare tutte le stazioni e fermate esistenti prevedendone anche una aggiuntiva per servire l’ospedale di Santa Corona ed il porto di Loano, mantenere le stazioni di Albenga ed Alassio dove e come sono, utilizzare l’area di risulta in alternativa alla via Aurelia come corsia riservata ai mezzi pubblici, taxi,mezzi di soccorso come ambulanze, di polizia, dei vigili del fuoco ed in piccola parte come pista panoramica ciclabile e pedonale.
Tutto ciò sarebbe possibile con l’interramento dei binari in galleria da Finale a Ceriale, riemergendo prima di Albenga per non spostare la sua stazione ; le stazioni di Borgio, Pietra L.,Intermedia di S. Corona, Loano Borghetto S.S. Ceriale e probabilmente Laigueglia, sarebbero in sotterranea come fosse una linea metropolitana.
Dal punto di vista tecnico non esistono preclusioni visto progetti ben più ambiziosi e considerato che la sua realizzazione a tempi ancora lontani usufruirebbe di ulteriori sviluppi tecnologici in continuo progresso.
La realizzazione delle altre versioni progettuali sarebbe un danno difficilmente calcolabile, basta pensare ai danni per la perdita delle stazioni dai centri abitati, dello sconvolgimento dell’ambiente nella piana di Albenga e di Borghetto, il percorso a sali e scendi per superare i vari torrenti,oppure la permanenza in loco degli ingombranti binari e relativi sottopassi che per Loano erano stati bocciati da un referendum popolare.
Possibile che solo noi continuiamo a considerare versioni che ormai hanno fatto epoca e contrastano in pieno con gli interessi generali e diffusi della mobilità sostenibile e della salvaguardia del bene non rinnovabile dell’ambiente in cui viviamo.
Ai posteri l’ardua sentenza, sperando non ci debbano ricordare come insipienti amministratori di ciò che non ci appartiene ma che dobbiamo gelosamente custodire.
Gian Luigi Taboga ASSOUTENTI Savona
ARCHIVIO DI TRUCIOLI.IT: DOCUMENTO UFFICIALE DELLA REGIONE LIGURIA
DEL MAGGIO 2001 CON LE TAPPE DEL TRASFERIMENTO A MONTE
Documento della federazione provinciale Coldiretti di Savona di aprile 1981:
con i binari a monte strage di aree agricole, danno per l’economia, spreco enorme di risorse