La notizia dell’arresto del vice prefetto Andrea Santanastaso, dall’estate 2016 commissario straordinario dopo il dissolvimento dell’impermeabile giunta e maggioranza del capitano Gianni Gandolfo, centro sinistra, pare abbia precipitato nello sconforto quanti credevano nella riscossa di Borghetto, della competenza ad amministrare la cosa pubblica senza il laccio dei conflitti di interesse. Diciamo subito che agli arrestati non vengono contestati reati che coinvolgono il Comune di Borghetto. Resta la batosta psicologica per la cittadina ‘martire’ della provincia. Regina di seconde case, residenti in calo (4.948 nel 2015 contro 5.154 del 2011), capitale di vedove e vedovi, single (917). Malcontento diffuso, disgregazione galoppante di ciò che resta dei partiti. Indifferenza alla ‘gogna’ mediatica.
Borghetto S. Spirito che nella sua travagliata odissea post bellica ha visto finire in carcere due sindaci (poi scagionati con formule assolutorie diverse), due assessori, due consiglieri comunali e altri cinque politici indagati per motivi e vicende diverse, tra cui un presidente di Pro Loco imprenditore immobiliare. Borghetto lambita dall’inchiesta sulle ‘invalidità facili’ ad Albenga (anni ’80) che coinvolgeva pure un borghettino impiegato allora all’Usl e che ha ricoperto in tempi recenti ruoli nell’azienda partecipata della Farmacia comunale.
Borghetto che ha vissuto gli anni (1991-’87) di un sindaco (il prof. Riccardo Badino del Pci) minacciato da ambienti mafiosi (vicenda dei fusti tossici e cava Fazzari) e sottoposto a discreta vigilanza. Prima ancora, all’epoca del primo piano regolatore (anni ’70), avvertimenti anonimi nei confronti del vice sindaco Dc, Ernesto Piccinini.
Borghetto primo comune della Riviera in cui si presentò alle amministrative una lista di estrema destra, con alcuni galantuomini e una rappresentanza di pregiudicati. Borghetto che detiene il desolante scettro del centro storico più desertificato di attività commerciali della provincia di Savona, seguito da Ceriale.
Borghetto che le statistiche ufficiali indicano a città più ‘vecchia‘ della provincia, che ha più nati ( grazie a 577 extracomunitari e alla possibilità per giovani coppie di trovare alloggi meno cari), ma tra nati e morti resta un divario negativo del 14 %.
Borghetto dove l’ultimo reddito pro capite disponibile indica una somma di poco superiore a 11 mila €. il più povero tra le città costiere.
Borghetto dove vivono oltre 900 vedovi o vedove, queste ultime in maggioranza (500) e una prevalenza di pensionati al di sotto dei mille euro al mese. Dunque cittadini che lungo il cammino della terza età hanno più bisogno di aiuto.
Borghetto che ha una ottima e funzionale biblioteca, ma non ospita neppure una libreria.
Borghetto con la più ricca e benefica Fondazione della provincia: scopo principale quello di assegnare borse a studenti delle scuole medie ed universitarie “ meritevoli e bisognosi” di Borghetto ed in mancanza a quelli residenti in Boissano, secondo la volontà del fondatore, il compianto medico di famiglia Giuseppe Vacca morto a Loano il 28 marzo 1973. Nel testamento olografo ha disposto la “Fondazione Matteo e Figlio Giuseppe Dr. Vacca“. Attualmente rappresentata dall’avv. Claudio Mastrogiorgio amministratore delegato con studio legale a Borghetto, dal dr. Aldo Gianatti, medico di famiglia in pensione, ex sindaco di Ceriale, tesoriere; Rolando M. Teresa, consigliere con don Antoine Dadour. I primi due eletti dal consiglio comunale, nel 2014, con 10 voti. La Fondazione è retta da un Consiglio di amministrazione formato da5 componenti: due designati dal consiglio comunale di Borghetto, uno dal Prefetto di Savona, uno dal Provveditore agli studi, mentre il quinto è il parroco della parrocchia di San Matteo. Da ultimo, ne faceva parte il Commissario Santanastaso. L’ultimo consultivo di bilancio 2014, pubblicato sul sito, indica entrate per 88.712,5 €, uscite per 228.434, 42€, un avanzo di 12.061 €. Il consuntivo 2014 indicava entrate per 136,565 €, uscite per 189,217€, un disavanzo di 52.652€. La Fondazione dispone di un patrimonio immobiliare a Loano e Pietra Ligure, oltre a somme liquide investite in titoli di Stato. Peccato venga data pochissima visibilità all’attività benemerita, alla stessa premiazione degli studenti. Una promozione che avrebbe valenza sociale verso i giovani, le famiglie, l’opinione pubblica.
Borghetto che con Pietra Ligure (8.992 residenti) e Ceriale (5.561 residenti) si contendono la classifica provinciale delle seconde case. In un recente convegno a Imperia i più ottimisti (assessore regionale al turismo avv. Giovanni Berrino, sanremese) hanno indicato che in Liguria per ogni presenza in strutture alberghiere ce ne sono almeno cinque nelle seconde case. L’aspetto paradossale è che le presenze reali non risultano, sfuggono alle statistiche, al fisco, al Pil. Ogni Regione ha una legislazione diversa, in Liguria nonostante se ne parli dagli anni ’90 (tra convegni, tavole rotonde a livello provinciale e regionale, ordini del giorno, prese di posizione ) resta assai farraginosa. E i risultati si vedono.
Il mercato degli affitti turistici se disciplinato, regolamentato, modernizzato potrebbe rappresentare un valore aggiunto importante, un volano promozionale come accade in Spagna, Francia, addirittura in Croazia. Invece è un ginepraio insidioso dove le agenzie si limitano all’intermediazione; pochi nella veste di ‘mandatari’ a titolo oneroso. Non solo, emerge come hanno invano denunciato le associazioni degli albergatori (tra tutti spicca il combattente presidente Amerigo Pilati, operatore turistico a Diano Marina e basterebbe riascoltare una sua coraggiosa e documentata intervista a Imperia Tv dell’autunno 2016) che gli affitti non superano quasi mai la soglia dei 30 giorni quando scatta l’obbligo della registrazione. Si fermano a 29. Diciamo che è una delle piaghe all’italiana. C’è pure il caos normativo. Oggi accade che quando emergono reclami e controversie manca un organo deputato a cui rivolgersi, resta il codice civile. In genere, si legge spesso sui giornali, a restare col cerino acceso in mano è l’inquilino che si rovina la vacanza. Il proprietario si cautela con il pagamento anticipato, ma non è immune all’eventualità che il locatore decida di restare, innescando una controversia di sfratto più o meno esecutivo.
Borghetto con almeno quattro priorità non più dilazionabili a breve e medio termine. Non si può più giocare con la vita delle persone e delle future generazioni, ama ripetere in tv il direttore de il Giornale belusconiano Alessandro Sallusti.
1) Un costante recupero sul fronte economico attraverso il turismo. Qui significa industria delle seconde case, stabilimenti balneari e spiaggia pubblica. Seconde case: intervenire subito per creare un circuito virtuoso tra proprietari, agenzie d’affari, inquilini – turisti. Basta, ad esempio, contratti verbali per disporre di somme in nero. Significa dare reali garanzie a tutti, sviluppare una fonte di reddito pulita e certificata. Una lamentela abbastanza frequente è che i proprietari eccedono nelle pretese onerose (affitti), sia nelle case, sia nei locali destinati ad attività commerciali, settore già devastato da anni di crisi con chiusure e cessioni. Non tengono conto cioè delle condizioni generali in cui versa l’economia locale. Servono strumenti di iniziativa comunale, uno sforzo di sensibilizzazione capillare capace di un cambio di mentalità. Borghetto leader della ‘casa al mare’ potrebbe fare da apripista nell’interesse primario di tutte le parti in causa. Fregiarsi di essere all’avanguardia nella certificazione degli affitti turistici.
2) Binomio ambiente – vivibilità. Coinvolge strutture pubbliche e private. Ci sono ettari di aree abbandonate, incolte. Chissà cosa pensa un turista o un borghettino che si reca in ferie in provincia di Bolzano, oppure in Austria, in Svizzera, in Germania. Non si trovano terreni ricoperti di rovi, sterpaglia, brutture. L’intervento corre parallelo su due fronti. Le aree pubbliche devono essere il biglietto da visita, la cartolina mare e ambiente, collina, accoglienza. Un pugno nello stomaco si riceve già all’uscita dell’autostrada con l’immagine dell’ex cava, della spaventosa ferita alla montagna. Le aree private devono tornare a quella che per decenni è stata un fiore all’occhiello: l’agricoltura borghettina, con le sue pesche che primeggiavano sui mercati nazionali del Nord Italia, basti pensare al cultivar Michelin: le albicocche, le primizie negli ortaggi. Il km zero deve essere qualcosa di reale, propagato e garantito, ad iniziare dai mercatini, al mercato settimanale, ai negozi. Servono strumenti di incentivo e valorizzazione, a partire dal Puc in itinere da 20 anni, in attesa del vaglio della Regione Liguria. Occorre ascoltare i suggerimenti di chi ha la vocazione di agricoltore e lavora nei campi; incoraggiare ogni iniziativa di ritorno alla campagna e alla sua valorizzazione con il recupero delle terre incolte. Significa far recuperare valore alla terra e disincentivare la speculazione del mattone e asfalto. Borghetto capace di distinguersi ed offrire sinergie sfruttando ciò che madre natura offre lungo la sua vallata e le sue colline.
3) Coinvolgere i cittadini nella ‘casa comune’. Borghetto è l’unico centro della provincia che abbia un Protocollo d’intesa tra Associazione consumatori ed Istituzioni, a partire dal Muncipio. Di recente l’Assoutenti ha promosso la cerimonia di riconoscimento alle aziende, alle attività che hanno varcato l’onorata soglia dei 50 anni di vita. Nonostante tutto, cittadini che hanno lottato, rischiato, resistito e dato il buon esempio. Essere rappresentati da una Consulta (da costituire) delle attività economiche. Mettere in pratica la Carta della qualità dei servizi, la loro economicità. In modo di interagire tra le diverse esigenze, di chi offre e di chi riceve. Dove non si paga l’aria del mare, ma ciò che al mare si può godere nella stagione dei bagni e quella del clima mite. Una importante e strategica tappa per il rilancio di Borghetto.
4) Mettere ordine e razionalità nella macchina amministrativa comunale. Adattarla alle necessità dei residenti e dei turisti, di chi soggiorna e di chi fa week end, di chi lavora e dei pendolari. Borghetto è la città che ospita il mega depuratore Consortile, è bandiera blù. Deve essere anche in grado di disporre di spiagge pubbliche adeguate ed attrezzate. Serve un raccordo intelligente tra Protocollo d’intesa e Consulta delle attività economiche, superando diffidenze, possibili rivalità, pastoie burocratiche che tanto pesano su chi vuole investire. Solo attraverso l’unione, il ‘fare sistema’, deporre l’ascia degli uni contro gli altri, ogni soggetto sentirsi parte in causa della stessa comunità, è possibile la svolta, voltare pagina. Intraprendere la rimonta sulla scena socio economica e aggiungiamo politica.
Borghetto si è via via trasformata in sobborgo – dormitorio, satellite di Loano; l’80 per cento di ciò che spende il turista della seconda casa va a beneficio della città ‘egemone’. Borghetto che con l’avvento del Pdl – Forza Italia (1997), poi del sindaco imprenditore, commercialista, revisore dei conti, possidente (Santiago Vaccala, la famiglia più facoltosa della cittadina) pare si sia ritrovata sotto tutela di un gruppo di potere che da lustri domina la scena nella città dei Doria ed è rappresentato da Angelo Vaccarezza, gran navigatore della partitocrazia, professionista di quella politica capace di vincere le elezioni parlando alla pancia dell’elettorato preoccupato di tutelare quelle che gli analisti di Confindustria definiscono ‘rendite di posizione“, degli affari che uniscono. Un terreno fertile propiziato dall’incapacità, dalle divisioni, dall’assenza di un leader, a Borghetto, alla pari di Vaccarezza; mentre tra le file del centro sinistra e men che mai della sinistra idealista, finora povera di risultati e strategie di governo; accade dalla periferia al centro.
Oggi più che mai sostengono gli analisti non ha più senso, in Italia, diciamo a Borghetto, parlare di sinistra, destra, centro. Semmai bisognerebbe far prevalere la risposta ai bisogni, interpretare perchè il popolo è sfiduciato, nauseato, spesso ostile alla classe politica, assenteista alle urne. Serve ascoltare, informare, perseguire i progetti che uniscono, non solo le contraddizioni che dividono. Superare i personalismi e le zone d’ombra con la trasparenza, con la precondizione dell’onestà e dell’assenza di conflitti di interesse. Pur senza demonizzare chi cerca di difendere interessi legittimi.
Borghetto ha un’emergenza: essere unita contro ogni fazione di divisione. Non significa pateracchio, consociativismo di interessi. Borghetto ha già pagato caro il disastro del crollo del suo tessuto commerciale. Non significa soltanto locali chiusi, improduttivi, per i quale l’Imu e le tasse pesano pur sempre. Borghetto sotto l’amministrazione del sindaco Gandolfo, forse la più zoppicante e mediocre dal Dopoguerra, ha visto l’inaugurazione dell’Approdo turistico della famiglia Murialdo, imprenditore di Ceriale; si è avviato il progetto di recupero e valorizzazione del Castello Borelli che merita un’accelerazione; si stanno concludendo i lavori della stupenda pedonale – balconata, a picco sul mare, che unisce a Ceriale; per la nuova passeggiata di Ponente sono in corso importanti lavori; in atto l’arginamento del tratto finale del Varatella. E’ rimasta al palo, con colpe gravi, la soluzione di una delle ultime aree potenzialmente strategiche per la città: l’ex oleificio Roveraro.
Come si prepara Borghetto alle urne di maggio, giugno ? Sarebbero riprese, ad ascoltare i rumors, manovre e manovrine dei ‘soliti noti‘. Al di là dell’indiscrezione che avrebbe spiazzato tutti di Santanastaso candidato sindaco con una sua lista, si muovono sotto traccia i manovratori ? Personaggi conosciuti nel bene e nel male, tra i protagonisti del quadro complessivo sopra descritto.
Parliamo di Mario Baucia, persona colta, una gioventù da sacerdote, insegnante, pubblico amministratore a Ceriale e a Borghetto, già di fede socialista e fratellanza massonica. Da ultimo ha lasciato la presidenza di Ponente Acque e prima ancora Servizi Ambientali Spa. Il suo candidato sindaco paracadutato sarebbe Ivano Cambiano, dirigente TPO area amministrativa del Comune di Ceriale.
Parliamo dell’ex sindaco Gandolfo e delle ceneri del Pd borghettino che dava lavoro a due assessori:la candidata in pole position sarebbe Maria Grazia Oliva che è stata vice sindaco ed assessore Servizi socio sanitari, asilo nido, pubblica istruzione, servizi demografici, rapporti con il volontariato, cultura, tempo libero e Pari opportunità. Il papà era tra le persone che a Borghetto hanno dato lustro in termini imprenditoriali, amore per il proprio paese e saggezza nell’amministrare per se e per gli altri la cosa comune.
Parliamo di Gianluigi Figini, ex sindaco socialista, laurea in farmacia, ex dirigente dell’Asl capace di far risparmiare due milioni di euro nel settore farmaceutico, pensionato e consulente di un’importante società farmaceutica di Vado specializzata nella Canabis, un borghettino verace e benestante con un terreno in attesa di sviluppo, in sonno massonico dagli anni ’90.
Parliamo di Giancarlo Maritano, medico di famiglia, molti interessi nella realtà assistenziale, diverse proprietà anche a Loano. Esponente del Rotary, gran tessitore dietro le quinte e frequentazioni che contano. Non è l’unico aspirante a sanare un immobile di famiglia.
Parliamo del commercialista Roberto Moreno, brillante e ondivago, già assessore nella giunta del sindaco Santiago Vacca, chiamato a far parte quale Revisore dei Conti della collassata ATA di Savona (Raccolta e appalti della Nettezza urbana in Comuni savonesi ed Imperiesi), affidata, su sponsorizzazione leghista, all’avvocato Chicco Garassini, presidente crocerossino al capezzale di un malato grave (Ata Spa); per due mandati presidente della Provincia in quota centro sinistra. Con Moreno, attento e sensibile alle scalate, il costruttore edile Bruno Angelucci, ex assessore con Vacca, diffusi interessi pure a Loano (terreni nella zona alberghiera mai decollata) e Ceriale.
Parliamo di Piero Paolo Villa, già assessore leghista, poi esule per scelta, protagonista della clamorosa sconfitta del centro destra diviso (Lega) e della vittoria di Gandolfo.
Parliamo di Silvestro Pampolini,ragioniere, in pensione, collaboratore volontario di questo umile blog, libero di fare informazione senza riverenze e magari di sbagliare.
Senza essere smentiti, querelati o condannati.
Pampolini autore di tanti articoli di successo tra la comunità borghettina e in parte loanese. Testimone da sempre della ‘tragedia borghettina’ e delle sue anime smarrite. Di chi ha condizionato ed appaltato la città tra interessi ed inesperienza. Di chi si è dimostrato incapace di “essere padroni in casa nostra”. Il borghettino Doc, Silvestro Pampolini, che fa parte della schiera di sfiduciati dopo che nell’ottobre 2014 è sfumata, a loro dire, la possibilità di dare finalmente alla città una lista unica, coesa, capace di correre per una ‘Borghetto in seria A’ ; arrestare la deriva, il carosello tra mediocri, incapaci, fedelissimi al ‘capo’ anzichè al bene comune. E’ scaduto il tempo dei ‘condizionati’ a vincere ?
Borghetto deve recuperare l’orgoglio e far scendere in campo quei cittadini che hanno le carte in regola della credibilità, onestà, assenza di palesi conflitti diretti e indiretti.
Gente capace, seria, pulita ce ne sono nel mondo dell’agricoltura, del commercio, dei bagni marini, delle libere professioni, dei pensionati. Ci sono persone, giovani e meno giovani, che nei rispettivi settori hanno dimostrato impegno, serietà, rispetto dei valori civili, della legalità. I “padrini’ se vogliono fare un’opera meritoria si uniscano per far scendere in campo una squadra di volti nuovi, spronati ad accettare una sfida che non si può più perdere: Borghetto unita ! Basta e poi basta con le divisioni ! Borghetto capace di seguire l’esempio di Laigueglia dove decenni polemiche e carte bollate, processi tra condanne ed assoluzioni, influenze e guerre massoniche, avevano creato instabilità e conflitti. A Laigueglia si è formata la prima giunta unitaria delle città costiere della Liguria. E dove l’esempio di lista unica all’insegna del superamento delle fazioni si sta diffondendo, con risultati positivi, nel nostro entroterra di ponente: da Ventimiglia a Varazze. Già sei i sindaci eletti unitariamente in provincia di Imperia, quattro in provincia di Savona. Borghetto che finalmente, con l’unità, potrebbe risvegliarsi con la ‘vittoria per tutti’. Costruire insieme il futuro delle giovani incolpevoli generazioni con un sindaco forte, unitario, condiviso.
Luciano Corrado