Un’associzione culturale (S.A.C.C.O.), un teatro ricco di stoiria che è il più antico di Savona (233 anni). Un’attività caratterizzata da un progetto culturale ed artistico. Un luogo privilegiato di incontro e scambio, di svago e di riflessione, di spettacoli. L’opportunità di diventare soci, con tessera gratis per i minori di 14 anni5. (Vedi la programmazione di novembre e dicembre e dove spè2016…). Domenica 8 gennaio 2016 estrazione della lotteria ‘La fortuna nel sacco’.
Il Palazzo nobiliare è di proprietà dell’erede Luigi Levati, che l’ha concesso in comodato gratuito per dieci anni (sette trascorsi). Archiviate tutte le difficoltà del 2013 legate a motivi di sicurezza, oggi l’Associazione culturale Sacco (di cui è presidente) fa di necessità virtù, con ingresso riservato ai soci (ben 1.000 nel 2016), allestendo spettacoli di spessore. Ad esempio, Ugo Dighero, che ha chiuso il Festival di Verezzi lo scorso agosto con Gaia De Laurentiis, a febbraio era qui per il ‘Mistero Buffo’ di Dario Fo.
Antonio Carlucci è il direttore artistico e anche attore. Nel suo passato, il privilegio di aver lavorato in spettacoli di Giorgio Strehler, e una lunga tournée con Ferruccio Soleri ed Enrico Bonavera. “Un luogo d’incontro per noi umani, dove offriamo emozioni, momenti importanti, curati, belli! Un teatro comunque destinato a non fare business” – risponde Carlucci intervistato da Laura Sergi e dove spiega anche il perchè dell’originale lotteria-. Valorizzare la volta del salone (circa 40 mila euro di preventivo) è già un secondo obiettivo, dopo la messa in sicurezza con gli aggrappanti che vediamo e che hanno portato al plauso della Sovrintendenza, plauso anche per il nostro restauro conservativo che lo ha restituito alla città. Invece, da subito, dobbiamo occuparci di questa risistemazione degli infissi, anche per gradi: la lotteria di fine anno, ‘La fortuna nel Sacco’, sarà finalizzata a questo (con 1.000 biglietti a 5 euro l’uno e premi accattivanti). Tra gli attori teatrali Guglielmo Bonaccorti, Alessio Dalmazzone, Giuseppe Ozenda, Manuela Salviati, Monica Schiavini,
LA SUA STORIA
Edificato all’interno del pre-esistente palazzo nobiliare da cui ha preso il nome, il Teatro Sacco fu inaugurato nel 1785. Primo nella città di Savona, restò anche l’unico fino al 1853, anno in cui venne aperto il Teatro Chiabrera (tutt’oggi in attività).
Sulla base delle volontà testamentarie di Girolamo Sacco e grazie ai successivi lasciti di altri eredi della famiglia, la costruzione del Teatro ebbe inizio nel 1783, dopo il protrarsi per oltre due secoli di accese discussioni da parte delle istituzioni e dell’opinione pubblica. Quando i fidecommissari che amministravano il patrimonio dei Sacco ebbero finalmente le autorizzazioni del Senato genovese, il progetto fu approvato e messo in atto sotto supervisione del mastro d’opera Giovanni Battista Pellegrini e con il contributo del pittore di scena Carlo Cazzaniga.
Capace di ospitare circa trecento spettatori e suddiviso in ordini di posti secondo l’uso di allora, fu denigrato da alcuni osservatori dell’epoca che ne criticavano le dimensioni e le architetture; ma svolse tuttavia la sua funzione eminente per alcuni decenni, ospitando con discontinuità spettacoli di intrattenimento e più spesso veglioni e feste.
Dall’inizio del XIX secolo, con l’annessione alla Francia napoleonica, divennero più frequenti manifestazioni ed eventi celebrativi a carattere politico e militare; mentre le attività strettamente teatrali erano di fatto ostacolate da rigidi regolamenti e veti delle autorità.
In questa seconda fase, dunque, il Teatro non riuscì ad avere una degna evoluzione nel contesto culturale savonese e solo con la Restaurazione e il passaggio al Regno Sardo conobbe l’apice del suo prestigio artistico. Dal secondo decennio del XIX secolo ospitò compagnie ed orchestre di livello nazionale, che diedero vita a numerosi stagioni liriche e concertistiche nonchè a variegati cartelloni teatrali. In quegli anni fu onorato anche dalla presenza di Reali di Casa Savoia, che ebbero più volte occasione di sedere al palco principale per assistere a rappresentazioni di melodrammi e tragedie.
A partire dal 1853, diventato di dimensioni troppo modeste per gli standard dell’epoca e per l’inevitabile centralità del più prestigioso Chiabrera, il Sacco perse progressivamente la sua rilevanza.
Ribattezzato Teatro Colombo nel 1892, in concomitanza con le celebrazioni del quarto centenario della scoperta dell’America, fino alla prima metà del Novecento fu utilizzato quasi esclusivamente per feste private, veglioni e spettacoli per ragazzi, sino a divenire una proprietà privata preclusa a reali finalità artistiche e di pubblica utilità.
Rimasto pressochè chiuso dal 1939 fino agli anni ’70, dopo un breve periodo di saltuarie riaperture, solo oggi il Sacco è riemerso dall’oblio per volontà dell’attuale proprietario e grazie all’interessamento appassionato della neonata Associazione S.A.C.C.O., che ne ha ripristinato la funzionalità e la vocazione storica, dando voce ad uno dei più antichi teatri ancora in attività di tutto il territorio ligure.
Pur avendo subito alcuni restauri nel 1888 e successivamente danni di una certa entità a causa di un incendio divampato nel 1893, le caratteristiche strutturali del teatro sono rimaste pressochè le stesse del progetto originario.
Il palcoscenico, la platea, le colonne a semicerchio sul fondo, i due ordini di palchi lungo cui si incastona una fitta serie di nicchie e passaggi conservano tutto il fascino delle architetture settecentesche, benchè nel tempo siano scomparsi vari dettagli decorativi.
Il grande affresco sul soffitto della sala centrale si presenta oggi deteriorato, ma lascia intravedere un ricco lavoro di fregi, stemmi ed effigi di personaggi quali Cristoforo Colombo.
Un altro affresco minore è stato recentemente riportato alla luce in una sala laterale, con una caparbia opera di pulitura e restauro conservativo.
Il palcoscenico interamente costruito con assi di legno poggianti su travature è quello originale del 1893, ricostruito dopo la devastazione delle fiamme. I davanzali del primo ordine di palchetti sono quelli in legno di fine Ottocento, mentre sul secondo ordine sono in ardesia, aggiunti più recentemente.
La domanda di tesseramento come Socio Sostenitore o il rinnovo della tessera annuale possono essere effettuati telefonando al 331 77 39 633 oppure 328 65 75 729.