Buone notizie dall’eolico savonese e ligure. Dal parlamento un veto recente. 2/Noi Moderati e il consigliere calabrese. 3/Bucci:«il nostro obiettivo è rendere l’Isola Gallinare accessibile a tutti, conciliando tutela e fruizione».
di Franco Zunino*

Buone notizie dall’eolico savonese e ligure! Secondo un Ddl approvato il 21 novembre scorso, sembrerebbe (sembrerebbe, perché vi sono troppe cose poco chiare e suscettibili di interpretazioni: e si sa come in Italia con le interpretazioni si riesce a fare tutto e il contrario di tutto!) avere posto quasi un veto a tutti i nuovi progetti eolici recentemente presentati o già in discussione nel savonese.
Ma non solo, “la giunta regionale, su proposta dell’Assessore Paolo Ripamonti, ha approvato un Piano Energetico Ambientale Regionale che, peraltro, come scrivono i media, “apre al nuovo nucleare”, e contestualmente ha presentato il disegno di legge “Aree idonee” andando a «completare il “Pacchetto Energia Liguria 2030” […] Il Piano individua gli ambiti di sviluppo delle principali energie rinnovabili, tra le quali fotovoltaico, idroelettrico ed eolico, insieme alle misure per potenziare la mobilità sostenibile. I dati mostrano come la Liguria abbia già superato il 99% del target 2025 […] ed apre anche allo sviluppo di tecnologie innovative: la produzione di energia da moto ondoso e il nucleare di nuova generazione.
La Liguria è candidata ad ospitare l’Agenzia Italiana per la Sicurezza Nucleare, candidatura sostenuta anche da Lombardia e Piemonte. Per quanto riguarda l’eolico, la giunta regionale ha approvato la delibera sul Ddl “Aree Idonee”. Il provvedimento individua come non idonee le aree vincolate, i siti e gli ambiti Natura 2000, le aree naturali protette e i parchi, le zone a elevato rischio frana o idraulico, i siti Unesco. Ma, soprattutto, per quanto riguarda l’eolico di medie e grandi dimensioni, considera non idonee le province che hanno superato il 50% della potenza installata, salvo eventuale deroga dei Comuni.
Condizione che classificherebbe la provincia di Savona come satura: già nel savonese sono presenti 18 impianti eolici, con 62 pale, che producono 131,4 Mw a fronte di una produzione totale in Liguria di 146,4 Mw; la provincia di Savona produce già l’89,75% dell’eolico. Da capire, quindi, come tale condizione si porrà a fronte dei 17 (ma è un conto approssimativo) nuovi progetti che riguardano il Savonese, la maggior parte dei quali contestati dal territorio ed amministrazioni».
Per quanto riguarda l’impegno dell’AIW che, si ripete, non è contraria in assoluto alle fonti rinnovabili, ma solo nei casi di impatto reale e consistente sui beni ambientali, ci sono speranze che siano bocciati o accantonati i progetti che coinvolgerebbero le due nuove Aree Wilderness private limitrofe alla Riserva Naturale Regionale dell’Adelasia, quelli ai margini ella stessa Riserva, nonché l’ultimo in corso di definizione in Comune di Murialdo che stravolgerebbe letteralmente il famoso Monte Camuléra e i suoi settori di Aree Wilderness, comunali e privati. L’AIW, spesso critica verso la Regione Liguria, questa volta loda la sua amministrazione, che sembrerebbe avere avuto il coraggio di porre un definitivo veto a questi disastrosi nuovi progetti eolici, della cui produzione elettrica non sia ha alcun bisogna avendo, come si usa dire, già dato! Salvare il salvabile, sarebbe già qualcosa!
2/Nello steso tempo, è però il caso di avanzare critica all’ostinata volontà della Regione Liguria di mettere mano alla minuscola e immacolata isola della Gallinara, la quale, per l’ingordigia dell’economia turistico (leggasi profitto!) non accetta che l’isola resti quale è sempre stata: un gioiello a poca distanza dalla costa e, proprio per questo, godibile a distanza per la sua bellezza, come al Louvre si fa per la Monna Lisa! Infatti, ha recentemente dichiarato il Presidente della Regione Marco Bucci, che «l’obiettivo è renderla accessibile a tutti, conciliando tutela e fruizione». Appunto, come la Monna Lisa, diciamo noi, godibile a distanza, che poi è il modo come fin dall’epoca romana ne hanno goduto i liguri e i frequentatori e amanti della Liguria! Invece con la scusa del “turismo sostenibile”, termine inventato dagli ambientalisti per giustificare tutto l’ingiustificabile giocando con le parole – e subito, non per nulla, adottato dai politici! –, per intanto la si vorrebbe racchiudere in una specie di “piscina naturale” non si capisce a quale scopo, visto che quello dichiarato («proteggere habitat delicati come la Posidonia»), quando lo scopo non sembra essere una specie di “riserva integrale” marina come potrebbe far pensare l’intento, ma esattamente l’incontrario, la possibilità di fruire turisticamente dei suoi fondali, definendo questo “outdoor marino”. Il che la dice lunga sul futuro impatto che quei fondali subiranno! Tanto più che il progetto prevede la «costruzione di un modello di collaborazione tra pubblico e privato», il che vuole dire soldi. E i privati, si sa, i soldi non li investono perché rendano cultura o rispetto ambientale, bensì SOLDI! E la cosa non finisce qui, in quanto resta sempre aperto l’idea di aprire proprio l’isola alle viste turistiche, cosa che se dovesse essere compatibile non potrebbe incidere più di tanto sull’economia turistica visti i limiti a cui bisognerebbe ridurre le visite. Altro che l’ ”aprirla a tutti”! di Marco Bucci! Preservarla per tutti, piuttosto!Tanto per non distinguersi!
3/In Calabria un Consigliere neoeletto nel Partito di Noi Moderati (sic!) non ha trovato di meglio per far notare il suo impegno per il territorio e lo sviluppo, che proporre una funivia per favorire il turismo nel Parco Nazionale del Pollino! Evidentemente non ha capito che il Parco Nazionale è nato proprio per NON fare realizzare tali genere di opere! Dice che lo proporrà alla Presidenza del Parco («un sistema di funivie per garantire a tutti di poter godere della biodiversità naturalistica oggi riservata agli appassionati») e intende avanzare anche una proposta legislativa in merito («chiederà alla delegazione parlamentare di Noi Moderati di affrontare la modifica della legge quadro sulle areeprotetta in essere dal 1991»)! Come se si chiedesse ad un sistema bancario, di non chiudere più i soldi in cassaforte per favorirne il prelievo a chi volesse approfittarne! Ma questo Consigliere si è mai informato su cosa siano i Parchi Nazionali, e per quali ragioni in tutto il mondo li si istituiscono? Se questa è “moderatezza”, chissà cosa ci potrebbero venire a proporre i Partiti che non si dichiarano tali?! Ha ragione il Consigliere nazionale e Delegato regionale Basilicata, Saverio De Marco a sostenere che «Tali affermazioni ormai eravamo abituati a sentirle nei bar, da gente disinformata sul turismo e l’ambiente nell’area del Pollino, dopo aver bevuto magari qualche bicchiere di vino (mi si perdoni l’ironia); “chiacchiere da bar” che sarebbero perciò da ignorare, se non fosse che provengono da un Consigliere regionale, ovvero da un amministratore della cosa pubblica, che prima di parlare di certi argomenti dovrebbe informarsi ed avere le competenze e la solidità culturale necessaria per intervenire in merito. Ci sarebbero altri punti forse da esplicare, ma ci fermiamo qui, perché le proposte velleitarie e che attaccano il cuore stesso delle aree protette non meritano nemmeno considerazione!»
4/Al solito, l’energia alternativa che è: “ecologica”, che non crea “impatti ambientali”, che è “rispettosa della biodiversità”, che è consente la “transizione ecologica” (non si sa verso cosa!), che le auto elettriche sono il futuro per salvare il Pianeta e rimediare ai cambiamenti climatici per causa umana! E poi ecco che arriva Survival International a rompere le scatole, a portare alla luce verità che andavano tenute nascoste proprio per sostenere quanto sopra! E quindi veniamo a sapere che: «Un uomo indigeno nato incontattato nella foresta pluviale indonesiana ha viaggiato per la prima volta fino in Europa per fare pressione sul gigante minerario francese Eramet e denunciare la distruzione della terra del suo popolo. Ngigoro è membro del popolo Hongana Manyawa dell’isola di Halmahera. L’intensa attività estrattiva di nichel sta rapidamente distruggendo la foresta pluviale del suo popolo: circa 500 altri Hongana Manyawa sono tuttora incontattati e vivono in fuga, cercando disperatamente di sfuggire alle ruspe. Insieme a manifestanti di Survival International e Canopée, Ngigoro ha protestato davanti al quartier generale di Eramet, la compagnia che gestisce la miniera di nichel più grande al mondo, proprio nelle terre degli Hongana Manyawa. La miniera fa parte di un più ampio progetto del governo indonesiano per produrre nichel per batterie per auto elettriche. “Sono venuto fino a qui, in Francia, per dire a Eramet e al governo francese che devono cessare le attività minerarie nella foresta degli Hongana Manyawa” ha dichiarato Ngigoro. “Se le attività minerarie non saranno fermate, i miei parenti incontattati moriranno. Le aziende si stanno arricchendo con la nostra morte. Quando il mondo scoprirà che stanno rubando la nostra terra, queste aziende si vergogneranno.”» E, rincara la dose Survival: «“Come molti popoli indigeni, gli Hongana Manyawa sono veri ambientalisti: gestiscono e proteggono le loro foreste da migliaia di anni. E, proprio come molti altri popoli, oggi sono minacciati da industrie estrattive che sfruttano le risorse della loro terra. Il fatto che questo avvenga per sostenere un’industria che dovrebbe essere sostenibile – quella delle auto elettriche – è una triste ironia che non riduce minimamente il pericolo letale che incombe sugli Hongana Manyawa.”
Franco Zunino
(segretario generale AIW)
