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Savona e il suo Tribunale: un commosso abbraccio al presidente Princiotta. Il giorno del commiato tra ricordi e ringraziamenti


Non è stato un commiato di circostanza, un addio formale, ma un coinvolgimento emotivo e profondo, ricco di pathos. Tante le motivazione per ringraziare un giudice con la G maiuscola. La testimonianza di un’affollata Aula Magna del Tribunale di Savona come mai era accaduto prima d’oggi.

di Luciano Corrado

Tutti presenti per salutare, ringraziare, abbracciare Alberto Princiotta, più emozionato che mai, ha potuto constatare la stima e l’affetto della cittadella giudiziaria. Il distacco dai colleghi di lavoro,  collaboratori, avvocati civilisti e penalisti.

Da neo pensionato non ha dimenticato l’abbraccio ad un mitico personaggio del foro savonese, il decano. L’avvocato Renzo Brunetti che ha raggiunto, con lucidità e una memoria eccellente, l’abituale grinta, il traguardo dei 94 anni, meritando un caloroso applauso dei presenti.

Trascorrere una parte delle propria esistenza tra le mura del Palazzo di Giustizia comporta quantomeno una duplice realtà. Quella del dovere, senza dimenticarsi che l’attività di ogni articolazione dell’amministrazione è soggetta, oltre che alle regole peculiari del settore, anche alle norme e ai principi generali che sovraintendono l’esercizio dei pubblici poteri.

Quella del ‘mestiereè legata al ruolo di gestire le vite delle persone con le loro sofferenze, ansie ed errori, applicando la legge in modo ponderato e imparziale. Il giudice deve affrontare casi umani, trattandoli con sensibilità, dignità e correttezza, cercando la risposta più adatta al singolo individuo e alla società. Questa dimensione umana richiede equilibrio, capacità di discernimento e un profondo senso di giustizia.

Le doti del dottor Princiotta nel suo lungo percorso togato sono state messe alla prova molte volte tra convivenza professionale ed umana. Tra coesistenza e cooperazione. Tra senso del dovere e le difficoltà, da montagne russe, di una macchina giudiziaria spesso ingolfata, a volte contraddittoria,  sottoposta a pressioni mediatiche, cambiamenti repentini, provvedimenti ritardatari e non sempre al passo con i tempi. Le difficoltà di ‘confrontarsi’ con un potere politico mediocre anche nel varare le leggi attraverso un processo legislativo ordinario. L’essenza della funzione giurisdizionale intesa come intima vocazione e sfida che il magistrato deve compiere pure con se stesso, coltivandola nel corso di tutta la sua vita professionale.

La dott.ssa Lorena Canaparo presidente del Tribunale di Savona

La presidente del Tribunale, Lorena Canaparo, che a sua volta si avvicina ad un probabile cambio di sede, ha assunto l’incarico nel 2017, diventando la prima presidente savonese del tribunale. Con il collega Princiotta ha messo in pratica compiti organizzativi che hanno permesso al Tribunale di Savona di raggiungere vette nazionali nella smaltimento dell’arretrato, nella tempistica e nell’efficienza della Giustizia civile per il minor numero di cause arretrate. 

La presidente Canaparo ha avuto parole di elogio per la professionalità e l’umanità del collega, che ha saputo affrontare con sapienza un lavoro molto impegnativo, nonostante l’annosa carenza di organico. “Una passione, quella di Alberto – ha rimarcato – che l’ha accompagnato fino all’ultimo giorno. Il buon esempio che hai dato a tanti giovani magistrati”.

Il Procuratore della Repubblica Ubaldo Pelosi

Il procuratore della Repubblica di Savona, Dott. Ubaldo Pelosi, magistrato schivo e poco interessato ai riflettori per il suo ruolo, ha messo in risalto i buoni rapporti di collaborazione con la ‘sezione civile’. Ha ricordato come negli ultimi anni i ‘compiti’ siano stati sempre maggiori e impegnativi. “Abbiamo avuto in te, caro Alberto, l’interlocutore preparato, disponibile, competente, ma anche un leale amico”.

Il presidente della Camera Civile avv. Fabio Cardone

Il presidente della Camera Civile, avv. Fabio Cardone, ha elogiato l’impegno di Princiotta nell’affrontare le problematiche del processo telematico, vera e propria rivoluzione-innovazione. “Princiotta è stato abile ed intelligente mediatore, i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Ha svolto il suo encomiabile ruolo, con impegno e costanza,  sia per i piccoli come per i grandi contenziosi, per le cause ‘minori’ e quelle di testamenti milionari”.

Verrebbe da dire: quanto ci mancherai! Che vuoto con la tua partenza!

Luciano Corrado

2/Alberto Princiotta, presidente della Sezione civile del Tribunale di Savona, nel giorno del commiato.

Il commosso commiato del dott. Alberto Princiotta

Buongiorno a tutti, grazie di essere qui. Sono stato in dubbio se fare un saluto formale o andarmene alla chetichella. In un primo momento pensavo di andarmene di nascosto anche perché questi saluti formali mi emozionano ed io quando sono emozionato e mi commuovo do il peggio di me.

Poi però ho pensato che dovevo ringraziare coloro che a Savona in tutti questi 29 anni con tanta pazienza e disponibilità  mi sono stati vicini, che mi hanno sopportato e consentito di fare il mestiere più bello del mondo che a me è piaciuto tanto che non mi sono ancora ben reso conto di avere smesso. Perché mestiere più bello del mondo direte voi ?

Perché mi ha consentito di essere libero di scegliere. Perché che mi ha emozionato sin dal primo giorno. Perché scrivere in nome del popolo italiano è bello e responsabilizzante. Perché si continua ad imparare continuamente nel confronto con i professionisti, gli avvocati ed i colleghi.

Io, poi, ho la fortuna di aver conosciuto tanti colleghi fantastici. Anche qui a Savona alla Sezione civile e li devo ringraziare perché al momento giusto hanno fatto squadra con generosità e dinamismo; con loro nel corso degli anni ci siamo amalgamati ed abbiamo affrontato ogni difficoltà. Non sono parole di circostanza: ancora a giugno la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale una norma dei TSO disponendo che la persona da curare doveva essere sentita personalmente in tempi rapidissimi dal giudice tutelare prima della convalida del TSO. Un cambiamento radicale che, per giunta, era anche entrato immediatamente in vigore come succede per le sentenze della Corte Costituzionale: ma la squadra dei giudici savonesi è entrata subito in funzione, nel giro di qualche giorno abbiamo discusso come fare, abbiamo elaborato un protocollo condiviso e adeguato alle nuove necessità, abbiamo ripartito il lavoro tra tutti (dico tutti) i giudici della sezione e comunicato all’ ASL il nominativo dei giudici in turno sino a settembre. Una bellissima prova coerente con gli altri risultati che abbiamo raggiunto negli ultimi anni frantumando l’arretrato e riuscendo a dare una risposta di giustizia di qualità.

Ma sono grato anche al personale delle nostre cancellerie anch’essi tanto professionali e con me sempre pazienti e disponibili.

Penso ancora spesso alla signora Anna Maria Vignola, una persona stupenda con cui ho praticamente convissuto 10 anni lavorando spalla a spalla come si suol dire. Negli ultimi anni ho convissuto anche con la dr.ssa Canaparo: è stata una convivenza anche a distanza ma se ci dessero 1 euro per ogni incontro, per ogni telefonata, sms, email tutti i giorni e più volte al giorno, festivi compresi, credo che entrambi cambieremmo macchina domani.

Ma questo non conta, perché parlavo delle cancellerie savonesi che nonostante una scopertura da troppi anni  in crescita implacabile (stiamo superando il 50%) continua a funzionare con efficienza. Un esempio anche qui per comprendere che non sono parole di circostanza: a giugno di quest’ anno mi era improvvisamente saltata la consolle del magistrato (ho avuto un giugno difficile); per giunta era capitato in Italia solo a pochissimi magistrati, io ero tra i pochi prescelti dalla sorte il problema non era ritenuto grave a livello generale e non si interveniva efficacemente. Sono rimasto implacabilmente bloccato: il mio computer non mi consentiva di lavorare. Dopo giorni di inutili tentativi, ho coinvolto personalmente anche i capi al Ministero (che devo dire hanno dato la massima disponibilità), si sono fatte tante cose ed alla fine non si capiva se ero tornato a funzionare. Allora ho fatto una prova: ho preso un fascicolo a caso ed ho fatto un provvedimento disponendo la comparizione personale delle parti per il 25 dicembre 2028 pensando che gli avvocati, se mai il provvedimento gli fosse mai arrivato, mi avrebbero chiamato. Nel giro di qualche minuto mi ha chiamato invece la cancelleria, non dico chi, ma è qui oggi: e con voce imbarazzata mi ha chiesto: tutto bene? abbiamo ricevuto un provvedimento strano: è sicuro della data? Anche loro una componente fondamentale della squadra.

Poi devo ringraziare gli Avvocati. Anche qui vorrei ricordare un episodio: quando da Palermo sono stato trasferito alla pretura penale di Savona avevo un sacco di provvedimenti da definire alla svelta prima di partire (come tutti i giudici della sezione avevo sul ruolo centinaia di fallimenti). Qualche giorno prima della partenza, alle otto di mattina – che, per Palermo, è orario veramente inusuale- è venuto un avvocato ma solo per salutarmi a nome della Camera civile dicendo che gli spiaceva che andassi via, perché si era instaurato un buon rapporto ed ha detto una frase del tipo non la dimenticheremo perché lei ci ha consentito di lavorare bene. È una frase che mi ha colpito ma vale certamente la reciproca: anche io devo ringraziare gli avvocati che mi hanno sempre consentito di lavorare bene, che hanno studiato tanto al mio posto e che, giorno dopo giorno, mi hanno fatto crescere professionalmente comprendendo anche le mie mancanze.

Poi devo ringraziare la mia famiglia e mia sorella a cui oggi ho chiesto di essere presente in questo giorno particolare anche se la loro presenza mi imbarazza veramente. Anche loro mi hanno consentito di fare il giudice, di lavorare nel migliore dei modi giustificando con pazienza tutti i miei ritardi, le mie assenze, il non essere disponibile al momento giusto.

Anche qui ricorderei un episodio: tanti anni fa ero arrivato a casa fuori tempo massimo suscitando malumori, ma una vocina squillante ha detto: papà bisogna lasciarlo stare perché deve fare la sua sentenza al giorno se no non è  contento. È poi diventato un luogo comune in famiglia e per anni quando ero in ritardo, non connesso o non disponibile mi è stato chiesto scherzando: cosa c’è: oggi devi fare ancora la tua sentenza ?

Ecco grazie anche a voi e grazie a tutti quelli che oggi sono qui e mi hanno consentito di fare il giudice.

3/Vittoria Fiori, presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati della Provincia di Savona

L’avv. Vittoria Fiori presidente del Consiglio dell?ordine degli avvocati della provincia di Savona

Oggi ci riuniamo per salutare un uomo di grande spessore umano e professionale, un giudice che ha dedicato alla nostra giustizia anni di impegno instancabile e prezioso. È con profonda stima e sincera gratitudine che rivolgo questo saluto al dottor Princiotta che oggi conclude la sua carriera.
Nel corso della sua lunga e brillante esperienza il dottor Princiotta ha dimostrato una qualità rara e preziosa: la capacità di ascoltare. Non solo come gesto formale, ma come attitudine che ha contraddistinto ogni sua decisione. La sua porta è sempre stata aperta a chi ha avuto bisogno di confronto, a chi ha voluto esporre dubbi, difficoltà e preoccupazioni, perché per lui la giustizia non poteva prescindere da ascolto e comprensione.
In un sistema giudiziario complesso e spesso frenetico, questo atteggiamento ha rappresentato un punto di riferimento umano di grande valore. Ha saputo mantenere saldo il principio che dietro ogni pratica c’è una persona. E proprio questa umanità vogliamo oggi ricordare con profonda gratitudine.
Ma il suo contributo non si è limitato all’aspetto umano. In un periodo di importanti riforme processuali civili, spesso fonte di sfide pratiche, il dottor Princiotta ha mostrato forte spirito di condivisione con l’Avvocatura. Ha compreso appieno le difficoltà operative che queste riforme hanno comportato e ha lavorato insieme a noi, favorendo un dialogo costruttivo tra magistratura e avvocatura, che ha giovato a tutta la comunità forense savonese.
Sappiamo quanto sia difficile conciliare il ruolo giurisdizionale con la realtà quotidiana degli avvocati, impegnati a difendere i diritti dei cittadini. La capacità del dottor Princiotta di mettersi dalla nostra parte, di ascoltare e cercare soluzioni condivise è stato un dono prezioso per cui tutta l’Avvocatura gli è profondamente riconoscente.
Oggi, salutandolo, non diciamo solo “arrivederci” ma esprimiamo un grazie sincero per un percorso che ha arricchito questa comunità giudiziaria con valori che superano la mera amministrazione della giustizia.
A nome del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati concludo con l’augurio che questa nuova fase della sua vita possa portare serenità, felicità e nuove soddisfazioni, perché chi ha dato tanto con passione e dedizione merita di vivere appieno ogni attimo futuro.

 


L.Corrado

L.Corrado

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