Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Sanità in Liguria da tempo in mano a privati. L’irraggiungibile ristrutturazione. La Regione alla ricerca di un fuoriclasse


L’impressione del profano è quella che cittadine/cittadini dovrebbero riflettere meglio sul proprio voto in particolare quando i candidati promettono “razionalizzazione” dei servizi e degli evehtuali connessi sprechi.

di Franco Astengo

Volti sorridenti anche nei momenti difficili, il presidente Bucci e la giovane veterana della politica ligure-savonese Sara Foscolo consiliera comunale di Massimino dove si legge: Nata il 2 settembre 1973. Titolo di studio: Nessun Titolo di Studio. Professione: Specialisti tecnici nelle Scienze della Salute e addetti a Servizi sanitari. E’ stata parlamentare eletta con la Lega Salvini Premier

E’ stata questa la prima impressione ricevuta dalla proposta (in fase avanzata di realizzazione) portata avanti dal Presidente della Regione (non Governatore) Bucci circa l’unificazione in un solo soggetto del livello dirigenziale e organizzativo della disastrata sanità ligure, già abbondantemente e da tempo in mano a privati.

Privati che adesso significano anche qualcosa di diverso dal mero interesse alla materia (si tratta di holding di vasta dimensione, fondi di investimento, soggetti che rispondono esclusivamente al profitto di azionisti e sottoscrittori).

Quella di Bucci è un’idea di ristrutturazione super-centralizzata e super – dirigistica (non a caso si parla di un fuori-classe da ricercare alla guida: probabilmente un fuori – classe con le mani di forbice) di stampo americano (gli USA sono lo stato dove la sanità è gestita nel modo più crudele verso i cittadini).

A questo modo sarebbe saltata a piè pari l’articolazione territoriale: per quel che riguarda Savona già pochi giorni fa un esperto come Giampiero Storti paventava l’assorbimento dell’ASL savonese in quella imperiese (progetto che la Regione ora ha escluso categoricamente in gran parte ndt) in un quadro di complessivo disegno politico di superamento della provincia di Savona da trasportare a ponente per meri motivi elettorali.

Sarebbero ignorate le specificità, il ruolo dei diversi presidi, le diverse esigenze della popolazione.

Il tutto sarebbe ricondotto al giudizio di un “manager” irraggiungibile rispondente soltanto al presidente della Regione e dal suo “cerchio magico“, al di fuori da qualsiasi livello di confronto democratico e/o professionale e che obbedirebbe soltanto alla logica della semplificazione del pubblico per lasciare definitivamente il passo all’articolazione degli interessi privati.

Sarebbe proprio il caso di rifletterci meglio e di preparare bene l’opposizione a questo progetto, in Regione e nella mobilitazione sociale.

Franco Astengo


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F.Astengo

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