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Liguria e Basso Piemonte

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Comitato Territoriale: ‘Cosa ci nascondono del progetto binari a monte? I 25 km di gallerie, in realtà sono 50 e 15 anni di lavori’. 2/E a Borghetto S. Spirito addio alla più estesa coltivazione di rosmarino in Liguria


Cosa ci nascondono del progetto binari a monte?

Del trasferimento di tre stazioni lontano dai centri abitati e 5 (stazioni) soppresse?  La verità finora taciuta, nascosta, è che i 25 km di gallerie in realtà i km sono 50 con 15 anni di lavori e di discariche’, di forti disagi. Si alle opere pubbliche strategiche, no quando danneggiano la comunità e le generazioni a venire.2/Il commento ad un articolo di IVG.it  dell’ing. Massimo Ferrari Presidente nazionale UTP/Assoutenti.

1/Comunicato Comitato Territoriale- Se i politici fossero responsabili delle conseguenze della realizzazione dell’opera (trasferimento dei binari a monte, tre nuove stazioni lontane dai centri abitati, l’approverebbero?
Se lo pagassero di tasca loro, la farebbero così?
Cosa non ci stanno dicendo del progetto?
Intanto parlano di 25 km di gallerie dimenticando che il nuovo progetto prevede 2 canne di gallerie e di conseguenza i km sono 50.
Il Comune di Pietra Ligure, coinvolto nell’accordo di programma per la realizzazione dell’opera, si era riservato di valutare il progetto definitivo e nel consiglio del 20 dicembre 2024 , è stato unanime sulla necessità di spostare il tracciato più a nord rispetto all’attuale progetto. Anche a costo di perdere la ‘fermata’. (Non sarà più stazione, così come quella comprensoriale di Borghetto S. Spirito, dopo che Loano ha rinunciato alla sua e in contropartita, grazie al tandem Angelo Vaccarezza-Claudio Scajola, ha ottenuto l’intero tracciato in galleria, rialzando persino- come da fonte ufficiale-  il bacino del torrente Nimbalto, coso unico in Italia ndr).
In sostanza tutta quest’opera a chi serve? Forse solo al Comune di Loano? Inoltre anche se i lavori partissero a breve, andremmo incontro a 12/15 anni di lavori, che si aggiungono già all’attuale viabilità disastrosa che danneggia turismo ed economia. Non sarebbe più di buon senso realizzare nuovi sottopassi e adeguare gli esistenti, soprattutto nel comune di Loano, sfruttando anche i fondi del PNRR?
La cosa più semplice è quella di ripristinare i binari di incrocio e di precedenza, come c’erano già in passato, risparmiando gli stessi minuti del raddoppio oltre ad almeno un paio di miliardi e lasciando il servizio all’interno delle città evitando danni e l’isolamento. Si aggiunga che da Albenga a Loano esistono già due binari.
Il Direttivo

2/Borghetto S.Spirito– Con la nuova stazione ferroviaria comprensoriale che occuperà, dopo quella di Albenga, la

La pianta di rosmarino è impiegata per il trattamento di disordini gastrointestinali, dolori articolari, muscolari e reumatici, tosse, sinusite, bronchite, infezioni dell’orecchio e disturbi circolatori (comprese le vene varicose). Si può inoltre  utilizzare in cucina per carne, pesce, formaggi e le verdure, in particolare al forno. Sia fresco che secco, regala un aroma unico a brodi vegetali e minestre. I fiori è possibile mangiarli e si possono aggiungere alle insalate.

maggiore espansione in zona agricola, addio alla più estesa coltivazione di rosmarino della Liguria. Tutto questo accade mentre il CeRSAA della Camera di Commercio Industria Artigianato ed Agricoltura Riviere di Liguria di Albenga ha quasi ultimato la procedura per l’iscrizione al registro De.CO, del rosmarino dell’azienda agricola borghettina che coltiva una superficie di oltre 10 mila mq. Il prodotto esportato anche nei paesi nordici dell’Europa.

3/Ho letto con interesse l’articolo pubblicato dal quotidiano più diffuso nel savonese, IVG.it (vedi…… ) che a mio avviso ha il pregio di illustrare in maniera abbastanza obiettiva le argomentazioni a favore, ma anche contrarie allo spostamento a monte della ferrovia. L’orientamento largamente maggioritario delle amministrazioni locali e delle forze politiche rende del tutto probabile
la realizzazione del progetto, sempre che gli ingenti investimenti necessari vengano assicurati. Ciò non toglie che le criticità per gli utenti attuali e potenziali del servizio ferroviario siano evidenti e non vengano adeguatamente prese in considerazione da chi il treno non lo usa mai o molto raramente.

E’ vero che il numero dei convogli in circolazione potrà essere quasi raddoppiato ed i tempi di percorrenza potranno essere ridotti seppure di pochi minuti, il dr. Maffeo ha indicato in 12. Ma è altrettanto vero che il traffico locale, sia pendolare che turistico, subirà una forte contrazione, a causa della riduzione delle fermate/stazioni e della loro distanza dai centri abitati.E questo produrrà inevitabilmente un aumento del traffico motorizzato.

Contare su (eventuali) servizi di autobus navetta – che dovrebbero attendere ogni treno in arrivo – o sulla presenza
costante dei taxisti – che, a parte il costo a carico dei clienti, sono attenti al mercato e, quindi, preferiranno
stazionare altrove – è pura illusione. Quanto già avviene ad Imperia ed a Diano dovrebbe essere inequivocabile.

Il problema è particolarmente grave per Albenga, la maggiore città coinvolta, che vedrà la propria stazione,
attualmente centralissima, decentrata a diversi chilometri nell’entroterra.

La soluzione di compromesso da ricercare avrebbe potuto essere quella realizzata a Sanremo: stazione in galleria, ma abbastanza ben accessibile dal centro (affidabilità dei tapis roulant a parte) e prevista in futuro ad Alassio. Purtroppo non si vuole prendere in considerazione un progetto alternativo che preveda l’interramento delle sezioni di linea più critiche, eliminando i passaggi a livello, ma anche recuperando, per quanto possibile la tratta già a doppio binario. Né vengono comparati i costi e i benefici tra le due soluzioni.

A cosa servirà lo spostamento a monte? Bene che vada ad avvicinare Milano e Genova all’estremo
Ponente ligure (Sanremo, Bordighera, Ventimiglia) ed alla Costa Azzurra, sempreché si ritorni ad una collaborazione tra le Ferrovie Francesi e Italiane in grado di garantire corse dirette internazionali. Qualche beneficio anche per il transito delle merci internazionale che, tuttavia, non appena completato il nuovo traforo di base del Fréjus, tornerà a passare per la Valsusa.

Ma queste considerazioni credo importino ben poco ai fautori dello spostamento a monte, il cui obiettivo è quello
di liberarsi dei binari. Non a caso, come già è avvenuto a Sanremo (dove, a quasi un quarto di secolo dalla modifica
del tracciato, l’area della vecchia stazione è ancora ridotta ad un parcheggio disordinato) nessuno propone la
trasformazione del sedime ferroviario in una corsia riservata ad una linea di trasporto pubblico frequente e
capillare. Nella migliore delle ipotesi al posto dei binari ci sarà una pista ciclabile (a Sanremo, bisogna riconoscerlo,
ha conosciuto un certo successo), nella peggiore altri parcheggi e proliferazione di attività più o meno abusive.

Massimo Ferrari
Presidente UTP/Assoutenti

 


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