Il Ponte di Ferro: Finale ‘prigioniera’ della viabilità antica? E’ indubbio che oggi la viabilità di Finale Ligure ricalchi in gran parte la viabilità Medievale.
di Giuseppe Testa

Sono numerosi i rozzi e disperati tentativi (falliti) di Finale di dotarsi di una viabilità funzionale e moderna, come ad esempio la progettazione di una parallela all’Aurelia, posta in quota, ed oggi diventata strada asservita alle abitazioni, a senso unico, e per metà posteggio.
Oggi accenniamo ai “ponti militari provvisori”. Il “ponte di ferro” sul torrente Pora, (sono in realtà due affiancati), può sembrare fuori posto rispetto alla viabilità di oggi. In effetti la sua posizione è legata al fatto che quello è il punto più stretto dell’attraversamento del torrente nel tratto Borgo-Marina, e di conseguenza più facile da superare, con il ponte più corto possibile, relativamente all’esigenza della viabilità antica. Questo ponte militare non era il solo presente a Finale: soluzione analoga era stata ricavata a Finalpia, e fu sostituito da pochi anni con un moderno ponte sollevabile, in caso di piena, da martinetti idraulici.

Fu posizionato sul torrente Pora il 15 marzo 1965. L’ANAS posò la prima sezione e il 26 marzo 1965 la seconda sezione. Esattamente 60 anni fa. E’ un mistero di come sia giunto fino a noi. E’ probabile che fosse al seguito dell’Ottava Armata britannica e la Quinta statunitense nella risalita della penisola, e sia rimasto inutilizzato, o inutile, senza essere richiesto indietro dagli Alleati dopo la guerra. Gli Stati Uniti produssero su licenza il ponte, che diventò poi materiale standard NATO e quindi materiale di normale impiego dell’Arma del Genio dell’Esercito Italiano. Passato quindi in uso al nostro Esercito, questi lo impiegò ove necessario nel dopoguerra in varie zone dove le infrastrutture risultavano maggiormente devastate dai bombardamenti. È quindi possibile che tratti di una sezione di ponte già utilizzata provvisoriamente altrove, poi resa inutile dalla costruzione di un ponte definitivo, quindi smontata e immagazzinata per usi futuri. A Finale l’uso “provvisorio” si prolunga oramai da più di mezzo secolo!
Studiamone la genesi- Anno 1000 circa: non esiste la Marina, non esiste il Borgo e nemmeno Pia come le conosciamo oggi. Pia e Marina sono “fuse” in un piccolo nucleo sullo sperone di Castelfranco, esiste un nucleo nei pressi della Pieve. Per ciò che riguarda il Borgo, erano presenti alcuni piccolo nuclei alle spalle della zona del Palazzo del Tribunale e alcune case, con chiesa e hospitale in (odierna) via Monte Tabor).
Questo nucleo, quando sarà fondato il Borgo ed erette le mura sarà detto “Extra Muros” o “Extra Moenia”. Il litorale di Finale non presentava costruzioni sulla spiaggia, e per secoli non sarà possibile farlo per il divieto esplicito dei Marchesi di edificare. In quei secoli non serviva attraversare il torrente all’altezza della foce: questa era troppo larga e, soprattutto, era un vicolo cieco. Non vi era il tunnel di Caprazoppa, iniziato solo nel 1836 ed aperto al traffico nel 1839.
Con lo sviluppo dei commerci nel secolo spagnolo, intorno alla piazza che fungeva da scalo merci e area portuale, nasce una cittadina. Emergono nuove esigenze di spostamento. Qui entra in giogo la rivalità tra Borgo e Marina. Dal Borgo Capitale, ormai più piccola per abitanti e importanza, partivano le vie per Borgio e Verezzi (via del Cavo e via dell’Orera). Chiunque di Marina che volesse andare in quei luoghi doveva andare in prima Borgo ed imboccare i sentieri, laddove partono ancora oggi. I Marinesi che dovevano andare a Borgio, Verezzi o nella costa a ponente dovevano fare quindi un “inutile” allungamento di tragitto. Fu allora scelto il punto più vicino a Marina, dove il corso era più stretto (alla foce il guado era improponibile), e fu gettata una passerella di legno per potere tagliare ed intercettare la via del Cavo poco più in alto. A forza di transiti fu ricavato un sentiero, detto “Scorciatoio”.
In un secondo tempo invece, come riportano una serie di libri e documenti (Memoria sopra la strada litorale che passa da Finale, 1830)., ed il Silla, (Vecchia “Marina”…Addio!) questo “scorciatoio” fu rifatto. La strada fu rinominata “Scorciatoio a Zig Zag”. Il caratteristico andamento a zig zag fu necessario agli Imperiali, che la “ridisegnarono” nel 1795 per conferirle la caratteristica di carrabilità, nella fase iniziale della guerra, fornendola di nuovo ponte in legno. Scopo di questo rifacimento era permettere il transito delle artiglierie pesanti, poiché il vecchio sentiero ed il vecchio ponte, che era una passerella, erano inadeguati. La passerella di legno, già evidenziata in un disegno del 1722, aveva evidenti caratteristiche di precarietà, ma non si era, fino ad allora, voluto o potuto sostituirla con un ponte in muratura.
Rifatto più volte in legno, per gli stessi motivi per i quali fu “gettato” in quel posto, fu sostituito con un ponte di ferro militare (anzi due), rimasti in disuso dopo la Seconda Guerra Mondiale. Sarà disponibile a breve una pubblicazione completa con la storia di questi ponti.
La solita leggenda urbana recitava che il Comune di Finale Ligure pagava un affitto alle Forze Armate per il suo “noleggio”, e che l’esercito poteva riprenderlo in caso di necessità per esigenze militari. Negli archivi mai è emersa ricevuta di pagamento, nè mai gli ultimi amministratori hanno notizia di pagamenti. Se soldo ci fu, fu pagato all’acquisto. Però il Comune lo ha ripetutamente modificato, cambiando il piano di calpestio, facendo manutenzione o piccole migliorie, lavori che non sarebbero stati possibili se il ponte fosse in prestito in quanto ancora di proprietà dell’esercito, perché risulterebbero alterate le caratteristiche costruttive e di portata che altererebbero lo standard previsto dal “Genio” Militare.
Giuseppe Testa