Dodi Astengo, un caro amico, se n’è andato. Mi sono rimaste nel cuore le sue parole, così affettuose, della nostra ultima telefonata.
di Bruno Marengo
Dodi Astengo, un caro amico, se n’è andato il 12 marzo 2025. Mi sono rimaste nel cuore le sue parole, così affettuose, della nostra ultima telefonata. Un’amicizia, la nostra, nata negli anni cinquanta durante quelle lunghe ed accecanti estati che lui trascorreva, con la famiglia, a Spotorno nel rosso palazzo Rex, di fronte al mare. Un palazzo dove abitava anche la famiglia Balbontin e dove lavorava mia madre come governante.
Era un luogo di giochi e di scherzi, quasi sempre organizzati da Patrizio, il più giovane dei fratelli Balbontin, mio coetaneo e amico sodale per tutta la vita. Dodi e sua sorella Marilla ci osservavano dall’alto del loro poggiolo circolare. Qualche volta Dodi scendeva giù nel giardino dei Balbontin e ci aiutava a svolgere i “compiti delle vacanze”, correggendo gli errori e dandoci dei suggerimenti. Lo ricordo in spiaggia seduto su una sdraio, con un grande cappello estivo alla messicana, sempre intento a leggere. A volte, i Balbontin organizzavano spedizioni verso l’Isolotto di Bergeggi in barca a vela ma lui non partecipava, ci salutava agitando il cappello e poi continuava a leggere.
La vita di Dodi, così intensa, così dedicata alla conoscenza ed alla divulgazione culturale, dovrebbe essere raccontata in un libro che mi auguro possa presto prendere forma. Io, in questa occasione, voglio scrivere solo di alcuni bei momenti vissuti insieme che hanno significato molto per me. Stefano Verdino, un caro amico, lo ha ricordato, in un articolo molto bello e sentito, partendo dal primo Convegno Nazionale di Studi su Camillo Sbarbaro organizzato, nel 1973, dal Comune di Spotorno. Il Sindaco era Piero Bertolotti, allievo, amico e medico di Sbarbaro. Io il suo Vice e Matteo Ravera l’Assessore competente.
Tra gli organizzatori, Dodi Astengo e Adriano Guerrini che curò anche la pubblicazione degli atti. Vi parteciparono, tra gli altri, Giorgio Bàrberi Squarotti, Silvio Riolfo Marengo, Franco Contorbia e Gina Lagorio, tutti cari amici sempre presenti, nel tempo, in tanti “momenti sbarbariani spotornesi”. Dodi curò anche l’esposizione di documenti autografi pervenutigli “con l’affettuoso consenso di Sbarbaro, da Angelo Barile, custode impareggiabile di una esemplare amicizia” (sono parole di Dodi). Ricordo che festeggiammo tutti insieme, in un incontro alla Pensione Pippo, Clelia, “Lina”, Sbarbaro “per la fiducia concessaci, per aver permesso che, per un giorno, fossimo noi custodi della memoria di suo fratello, da lei gelosamente difesa in tanti anni” (sono parole di Piero Bertolotti).
Carlo Bo aprì quel Convegno con il suo intervento, dal titolo “Com’era Sbarbaro”. “Con Sbarbaro non si sa bene di dove bisogna cominciare, gli dobbiamo troppo e riconosciamo che il nostro debito va in regioni troppo distanti ed oscure. In una zona di assoluto perché si possa accontentarci di una notizia, di un intervento meccanico di storia letteraria”. Sono parole sue. Parole profondamente sentite e condivise da Dodi che nutriva nei confronti di Camillo Sbarbato ammirazione, affetto, dedizione.
Dodi è stato uno storico insegnante alle Magistrali di Savona, un grande studioso di letteratura, scrittore, collezionista di cose artisticamente preziose. Redattore della rivista “Resine” con Guerrini, Faggi, Sansa e Riolfo, ha promosso, tra i primi, lo studio sulla grande stagione della poesia e la scoperta della Riviera osservata attraverso le pagine dei viaggiatori e le rappresentazioni dei vedutisti, collaborando, tra gli altri, con Vanni Scheiwiller, Franco Contorbia, Giulio Fiaschini, Emanuela Duretto, Massimo Quaini.
Il Sindaco Mattia Fiorini gli conferì, nel 2018, la Cittadinanza onoraria per i suoi grandi meriti culturali, su proposta di quattro ex Sindaci: il sottoscritto, Piero Bertolotti, Carlo Centi e Matteo Ravera. La cerimonia di consegna della targa con la motivazione fu organizzata dal Comune di Spotorno, con la collaborazione del Circolo Socio Culturale “Pontorno” (di cui Dodi era stato Socio fondatore), in occasione della Giornata Mondiale della Poesia. Silvio Riolfo Marengo fece la presentazione, Mino Puppo lesse delle poesie. Dodi era così contento, sorrideva a tutti e si abbracciava la sua Matilde.
Ho un vivo ricordo delle chiacchierate di quando andavo a trovarlo a Vezzi Portio ma soprattutto di quando ce ne stavamo seduti su di una panchina sul lungomare di Spotorno. Con noi c’era Matilde che partecipava attivamente alle nostre discussioni incentrate su vari momenti culturali vissuti insieme e su tanti altri aspetti della vita. A volte, si univa qualche amico di passaggio. Quanti argomenti su cui ragionare.
Il Convegno “Camillo Sbarbaro in versi e in prosa” organizzato, nel 2007, dal Comune di Spotorno quando ero Sindaco. Dodi faceva parte del Comitato scientifico con Alberto Beniscelli, Vittorio Colletti, Franco Contorbia, Francesco Gallea, Annunziata Gallo. Diede un qualificato contributo e ci suggerì anche di istituire una Borsa di Studio per la miglior tesi di laurea su Camillo Sbarbaro.
Il Convegno “Sbarbaro e gli altri” organizzato, nel 2017, dal Comune di Spotorno. Facevo parte del Comitato scientifico con Alberto Beniscelli, Franco Contorbia, Giorgio Devoto, Pierluigi Ferro, Matteo Ravera, Silvio Riolfo Marengo, Stefano Verdino, l’Assessore alla cultura Gianluca Giudice e il Sindaco Mattia Fiorini. Un convegno che ebbe molti patrocinatori e realizzato in collaborazione con L’Università di Genova, la Fondazione Giorgio e Lilli Devoto, il Liceo Classico Chiabrera di Savona e con il contributo della Fondazione De Mari e del Circolo Socio Culturale “Pontorno”.
Contestualmente al Convegno, venne inaugurata la mostra “Oggetti e immagini di Camillo Sbarbaro” all’interno della quale c’era un inedito carteggio tra Elena Vivante e Camillo Sbarbaro, messo a disposizione da Dodi.
Tanti, tanti, sarebbero ancora i momenti vissuti insieme da ricordare ma voglio ritornare, per concludere, alle nostre “chiacchierate sulla panchina”. Univa, alle sue molte domande, curiosità e ironia, sempre pronto a precisare, a integrare. Si divertì molto quando gli raccontai dei “comizi” con Gina Lagorio che era stata candidata (poi eletta) dal PCI alla Camera. Accompagnavo Gina nei vari incontri e comizi della campagna elettorale. Lei parlava di Sbarbaro e della sua Liguria, io cercavo di inserire qualche argomento del programma del PCI.
Dodi si incuriosì molto quando gli raccontai di mia cugina Puccy che mi presentò, nel mercatino della frutta di Spotorno, Camillo Sbarbaro. Ero molto giovane e molto emozionato. Gli strinsi la mano dicendomi onorato di conoscere un grande poeta. Mi sorrise e mi rispose: “Un grande poeta? Devi leggere Dino Campana”.
Sbarbaro era molto affezionato a mia cugina che, impiegata postale, l’aiutava a spedire pacchi di licheni in giro per il mondo. Una volta, parlai con Dodi del libro “Vacanze a Spotorno” scritto da mio cugino Giuliano Cerutti con cui lui aveva collaborato per tanti anni realizzando importanti opere. La presentazione di quel libro, cui seguiva la poesia “Notturno” di Sbarbaro, era stata scritta proprio da Dodi. I versi della poesia parlavano di “fanciulle allacciate che cantano” e di un vecchio che “si addossa al muro per non vacillare e, sorpreso di sé batte le mani frenetico”. Dissi a Dodi che, secondo me, quelle “fanciulle” erano delle ragazze in vacanza presso l’Istituto “La Conchiglia”, sito nei pressi della casa di Sbarbaro, che noi chiamavamo le “conchigliette”.
La sera rientravano risalendo la salita del “Monte” dove, probabilmente, Sbarbaro le aveva incontrate. Un incontro con la gioventù nella “notte estiva”. Una volta, portai a Dodi il libro “Autoritratto (involontario) di Elena De Bosis Vivante da sue lettere” pubblicato, nel 1963, a cura di Camillo Sbarbaro, che avevo avuto da mia cugina Puccy. Sbarbaro glielo aveva donato, fresco di stampa, con una affettuosa dedica. Ricordo Dodi che lo sfogliava, lo accarezzava quasi commosso.
Negli ultimi tempi, prima di telefonargli sentivo suo cugino Piero, un caro amico di tanti anni trascorsi insieme come amministratori comunali a Savona, che mi aggiornava sulla situazione. Dodi mi accennava appena di quelli che chiamava “i suoi “acciacchi”, poi si soffermava su qualche momento culturale come quando mi espresse la sua soddisfazione per la pubblicazione “Camillo Sbarbaro Poesie e Prose” nella collana “I Meridiani” di Mondadori.
Grazie Dodi, un abbraccio a te e a Matilde.
Bruno Marengo