Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Ponente Ligure: modello militar-energetico. 2/ Liguria di frontiera. Armi e nucleare


Non è il caso di tirar giù conclusioni affrettate: ma si pongono diversi interrogativi al riguardo della vicenda della petroliera Sajewell (bandiera maltese, armatore greco) a bordo della quale venerdì scorso mentre si trovava nella rada Savona – Vado sono avvenute esplosioni che la magistratura ipotizza potrebbero essere conseguenza di atti terroristici.

di Franco Astengo

Si è così determinata una situazione che pone oggettivamente interrogativi assolutamente pressanti anche rispetto al modello di presunto sviluppo che si sta cercando di proporre all’intero Ponente Ligure: territorio che si vorrebbe piegare a un complesso di servitù di diverso tipo collocate però complessivamente sul terreno militar – energetico.

In un quadro che viene definito “nebbia da guerra” il “Corriere della Sera” pubblica oggi un ampio articolo firmato da Guido Olimpio (figlio di Secondo compianto capo ufficio stampa del ministro Paolo Emilion Taviani ndr) Andrea Pasqualetto: in quel testo si inserisce la vicenda della Sajewell in un intrigante contesto, la Sajewell potrebbe far parte di una presunta flotta fantasma russa messa in circolazione al fine di superare fraudolentemente le sanzioni conseguenti all’invasione dell’Ucraina e relativa guerra in corso.

Una vicenda che ovviamente la magistratura seguirà traendone le conseguenze che deriveranno dalle indagini: il fatto che tutto ciò sia avvenuto nella (tormentata) rada Savona – Vado non può però che stimolarci alcune osservazioni riguardanti il destino economico, produttivo, ambientale del Ponente Ligure.

Dopo aver chiuso la tragica vicenda del rapporto lavoro/ambiente che ha dilaniato per decenni la Val Bormida e il Vadese con una pressoché completa desertificazione industriale lasciando una striscia irrisolta di aree dismesse, non bonificate e non utilizzabili (questione sulla quale, tra l’altro, si è infranta l’idea priva di progetto dell’area industriale di crisi complessa) la prospettiva della striscia di terra che dal ponente genovese passa per l’area centrale della regione e arriva a sfiorare (stabilimento Piaggio di Villanova d’Albenga) la zona a più intensa densità turistica che va da Alassio a Ospedaletti sembra essere legata a una sorta di modello militar – energetico sulla cui prospettiva di realizzazione andrebbe aperto subito una discussione di fondo .

Una discussione che andrebbe anche estesa al tema infrastrutturale riguardante porti, strade, ferrovie sia sul nodo di Genova sia rispetto alle esigenze di uscita dall’isolamento e del rapporto con il Nord – Ovest da parte dell’area centrale (appunto Savona – Vado).

Riassumiamo per comodità d’esposizione:

a) acquisizione da parte del gruppo turco Baykar degli stabilimenti Piaggio di Sestri Ponente e di Villanova d’Albenga (circa 800 dipendenti) con sostanziale spostamento della produzione verso il militare (droni d’attacco, aerei senza pilota). Militare che si rivelerebbe come un vero e proprio “punto di missione”. Il ministro Urso, in visita in Turchia (paese direttamente impegnato sul piano militare in Siria e in Libia) ha ipotizzato anche la possibilità di collegamento tra Baykar e Leonardo che ha il suo centro direzionale proprio a Sestri Ponente;

b) lo stesso ministro Urso ha ipotizzato la collocazione nella zona del ponente ligure di un reattore nucleare che lo stesso esponente di Fratelli d’Italia ha definito di avanzata tecnologia trattandolo quasi come se si trattasse di una sorta di accendino ( forse lo stesso accendino cui Gelli attribuì la responsabilità della strage di Bologna del 1980);

c) rimane in sospeso, con buona pace delle dimostrazioni di protesta e delle più o meno opportunistiche prese di posizione politica, lo spostamento di una nave rigassificatrice dal porto di Piombino alla rada di Savona – Vado (il problema potrebbe essere risolto da Trump decidendo di spostare le sanzioni rivolte verso la Russia dirigendole verso l’Europa e negando il passaggio del gas liquido dagli USA all’Europa). Al di là di ipotesi più o meno scherzose ci troviamo comunque anche rispetto alla vicenda del rigassificatore davanti a un’ulteriore possibilità di torsione negativa nella prospettiva economica dell’area con evidenti ricadute sul turismo e sull’utilizzo del territorio.

Insomma un concentrato inquietante di fatti e di ipotesi (plausibili) che la vicenda delle esplosioni a bordo della petroliera Sajewell sicuramente hanno alimentato all’insegna dell’antico motto andreottiano “a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca”).

Franco Astengo

2/Riportiamo di seguito la notizia: «Con il presidente della Regione Liguria, Marco Bucci, abbiamo guardato alle potenzialità che» in Liguria «si possa realizzare, a breve, un reattore nucleare di nuova generazione».

Nuovo nucleare con radici in Liguria. E’ l’ipotesi del ministro Urso e del presidente Bucci. Il ministro: impianti di piccole dimensioni, trasportabili persino in un container

Lo ha affermato il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso (Fratelli d’Italia dal 2018) dopo un confronto con lo stesso Bucci, a margine di una visita allo stabilimento di Piaggio Aerospace a Villanova d’Albenga.

«Abbiamo discusso – ha proseguito – dello sviluppo del nucleare di terza generazione avanzata e di quarta generazione, cioè il nucleare di piccola dimensione, realizzato su base industriale, adattabile e componibile e trasportabile anche in un container, per quella che sarà, sicuramente in Italia e in Europa, la tecnologia più avanzata, pulita e sicura per darci energia a un costo più basso e continuativo. E soprattutto per garantire l’autonomia energetica» del nostro Pese e dell’Ue.”

Una dichiarazione che lascia pesanti interrogativi, a parte quello che può essere definito un eccesso di ottimismo nella valutazione al riguardo della tecnologia nucleare di piccola dimensione:

1) Quale modello di sviluppo si prevede per la nostra regione ?

2) Come si concilia la velleità di crescita turistica – in particolare nel Ponente – con la presenza assieme di un reattore nucleare e di una fabbrica come la Piaggio di proprietà turca (con dirette interessenze del governo turco e di conseguenza delle sua esigenze geopolitiche, in particolare sullo scacchiere mediorientale) trasformata in una fabbrica d’armi (droni d’attacco e aerei senza pilota) con previsione di intrecci con Leonardo, sede strategica a Sestri Ponente?

3) Quale prezzo di servitù territoriale dovrà pagare la Liguria al feticcio dell’approvvigionamento energetico considerato che rimane ancora in ballo non risolta la questione del rigassificatore da spostare da Piombino alla rada di Savona – Vado Ligure, mentre si parla di raddoppiare la presenza di una struttura del genere in quel di La Spezia ?

Domande per una prospettiva incerta per una Liguria che presenta evidenti deficit sul piano infrastrutturale, con l’area centrale dopo la desertificazione industriale ha lasciato aree dismesse di grande importanza tutte da recuperare e che potrebbe rappresentare la base per un rinnovamento produttivo di modello diverso dal combinato disposto armi/nucleare, grandi opere da completare per quel che riguarda il porto di Genova e molte altre problematiche di complessa definizione. prima fra tutte quella occupazionale, sia dal punto di vista qualitativo sia quantitativo.

Silvia Salis, esponente della società civile, è stata scelta dal Pd ed ha ricevuto l’appoggio del M5s a candidata sindaco di Genova (area centro sinistra allargato) Salis è stata  campionessa del lancio del martello, conquistando dieci titoli nazionali. Ha gareggiato alle Olimpiadi di Pechino 2008 e Londra 2012

Insomma: ce n’è abbastanza per aprire un confronto di metodo e di merito sul futuro di questa martoriata regione, partendo dalle scelte da compiere per il Comune di Genova dove si voterà in primavera: elezioni in vista delle quali il centro-sinistra dopo aver dimostrato grande incertezza non solo rispetto alla scelta delle candidatura ma proprio sul piano della definizione di un progetto che affronti per primo il tema di Genova – Città Regione al confronto con l’articolazione di proposta necessaria per l’intera Regione.

Franco Astengo


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