Stellanello San Damiano, 15 gennaio 2025. Da Facebook: “Sono un olivicoltore e oggi è il giorno più lungo della mia vita 💥24.”
“Non so se ve la ricordate ma è in giornate come queste che ripenso alla famosa e adrenalinica serie tv americana.
Non saremo tutti dei Jack Bauer e non salveremo il mondo, ma anche con le olive il TEMPO è un FATTORE CRUCIALE.
Noi olivicoltori abbiamo SOLO 24h , massimo 48, dall’abbacchiatura alla spremitura delle olive in frantoio, passando per raccolta, trasporto e lavorazione.
Se si ritarda i PROBLEMI sono diversi e tutti a discapito della qualità:
🫒le olive iniziano a subire processi biochimici che le deteriorano
🫒Possono insediarsi batteri che aumentano il rischio di fermentazione.
🫒Aumenta l’acidità dell’olio
🫒Si riducono i polifenoli (le proprietà organiche equivalenti ai superpoteri dell’olio)
Senza contare che il frantoio (se risorsa esterna all’azienda come nel mio caso) va prenotato con anticipo affinché la lavorazione rispetti i parametri qualitativi e il prodotto finale non subisca contaminazioni.
Insomma è un complicato gioco di incastri e sempre una corsa contro il tempo, ma per ottenere il MEGLIO si fa questo ed altro😉
In questi giorni però concedetemi almeno la frase iniziale. Vedi……#frangitura #frabtoio #olive #olioevo #evo #olio #oliobio #taggiasche #olioligure #Liguria
Ad Andora, alla 10° edizione di ‘Pesce Azzurro’ nel 2023, Angelo Taranto bioagricoltore, e della storia della sua azienda agricola “Bio Meo Modo” una della tante aziende liguri da considerare eroiche, spiegava: “Sono aziende che investono per il recupero e il mantenimento delle coltivazioni su fasce. Costi non recuperabili, ma che garantiscono qualità e presidio del territorio”. Aziende che hanno a cuore la qualità e la salute del consumatore ? “Qual’è il giusto prezzo per un vino o un olio EVO bio?- proseguiva Taranto– quando dietro a un prodotto c’è l’impegno etico di recuperate aree boschive abbandonate, ricostruire muri a secco, fare rinascere un uliveto o piantare una vigna là dove prima c’erano solo rovi?”
“L’agricoltura eroica – proseguiva Taranto– è l’agricoltura tipica della Liguria dove si coltiva su terrazzamenti, fasce strette e territori impervi in cui è escluso l’uso di grandi mezzi meccanici e l’agricoltore opera praticamente a mano. La cura e l’impegno danno prodotti sani, buoni e di qualità. Queste aziende fanno concreto presidio del territorio i cui costi di cura e manutenzione non potranno mai essere completamente recuperarti dal prezzo di vendita del prodotto”.
L’agricoltura eroica ha bisogno di sostegni pubblici che riconoscano l’impegno di salvaguardia del territorio – concludeva Taranto – perché non sfrutta la terra, non snatura la fisionomia delle colline, ma rispetta ciò che è il simbolo della nostra Liguria e ci rappresenta nel mondo. Non parlo solo di me, ma di chi vuole lasciate qualcosa sul territorio, preservare l’entroterra, ricostruire muri a secco là dove c’è pericoloso abbandono. Un entroterra coltivato è meno fragile, a tutto vantaggio della collettività. Nella mia sfida ho avuto l’aiuto di amici, della famiglia, ho raccolto i consigli dei vecchi contadini e ho avuto la fortuna che un enologo di tutto rispetto si appassionasse al mio progetto. Sono grato ai consumatori sensibili e ai ristoranti che sostengono l’agricoltura eroica con le loro scelte, sapendo che spendendo un po’ di più stanno aiutando una economia agricola tradizionale e le professioni ad essa legate”.