Mendatica. Il nostro Nino La Manna, 77 anni, ha già raggiunto la meta celeste. Il paradiso dei giusti. Ha lasciato, avvolta nel silenzio, triste e incredulo, la più alta sentinella delle Alpi in valle Arroscia protetta dalla venerata Madonna di Frontè, bianca come la neve. Tra le doti di Nino umiltà e ascolto. Spirito di servizio.
di Luciano Corrado
Nella storica chiesa degli avi, delle nostre origini, lo abbiamo salutato con “Dies irae, dies illa, Solvet saeclum in favilla, Teste David cum Sibylla…..Judicandus homo reus; Huic ergo parce Deus. Pie Jesu Domine, Dona eis requiem. Amen”. L’antico canto. Purtroppo desueto nelle chiese parrocchiali al termine della Messa funebre. Dies irae grazie alla prodigiosa cantoria del paese, accompagnata dalle note dell’armonium, per onorare l’animo mite e buono di Nino, farci riflettere, non solo come cristiani. La sequenza del canto descrive il giorno del giudizio, l’ultima tromba che raccoglie le anime davanti al trono di Dio, dove “i meritevoli saranno salvati e i malvagi condannati al fuoco eterno….”.
Nino, per 36 anni da segretario comunale (vedi Trucioli.it del 10 gennaio 2013). Giovanissimo laureato alle prime armi, quale funzionario dello Stato, si era trasferito a Mendatica dalla lontana Sicilia. Quel giorno nevicava e anche la corriera trovava qualche difficoltà.
Il ricordo, da cronista d’altri tempi, del 3 febbraio 2006. Il benemerito (e forse dai più dimenticato) parroco don Giovanni Brunengo volle celebrare il ‘giubileo dei 30 anni’ di Nino La Manna‘ affiggendo un pubblico attestato: “La comunità di Mendatica ricorda con riconoscenza ed affetto il glorioso giubileo del nostro concittadino. Le benemerenze acquisite, la dedizione e l’impegno profusi al servizio della collettività, dai più giovani agli anziani, sono per noi tutti un esempio ammirevole ed encomiabile. La cittadinanza di Mendatica ringrazia il dr. La Manna per aver contribuito con un’opera costante, intelligente, silenziosa, al consolidarsi dei valori umani, sociali e cristiani. Nonostante le difficoltà, peraltro comuni a molti piccoli paesi di montagna, anche con il prezioso aiuto del nostro segretario comunale affrontiamo con speranza e fiducia il futuro. Grazie e buona fortuna, caro Nino. Ad multos annos!”
Quali altre sapienti e toccanti parole, nel tristissimo giorno dell’ addio terreno, potremmo riservare al caro amico Nino. Ci siamo augurati ‘Buon Natale’, nel primo pomeriggio del 24 dicembre 2024. Una franca e sincera conversazione telefonica. Tra lo scambio di notizie sulle nostre condizioni di salute, dei famigliari. Riflessioni franche sul presente e futuro dell’amata Mendatica. Mai senza finzioni o convenevoli di circostanza. Ragionare sulla realtà. Era sincero, franco e conosceva la gratitudine.
“Ricordiamo Nino che era tanto amato dalla comunità” ha esordito nell’omelia il celebrante don Luciano Massaferro. “Si è prodigato a Mendatica, Cosio d’Arroscia, Montegrosso. E oggi rimane un posto vuoto in questa chiesa, e non solo. Ciò che fatto per la comunità resta indelebile. Ha lavorato con coscienza e rispetto. Con un’umanità che è difficile trovare. Nino aveva un’empatia unica e rara. Quando ho preso possesso della parrocchia è stato il primo, o il secondo, al quale ho chiesto consigli. Tra i miei primi obiettivi il ripristino del Salone parrocchiale abbandonato da tempo e spero di essere giunto a buon punto per la sua destinazione. Nino sempre disponibile a collaborare. Non si può dimenticare il suo sguardo, il sorriso, la modestia, la competenza, i suggerimenti in punta di piedi. E farò tesoro di quanto mi ha insegnato. Il nostro grazie, quello dell’alta valle, la nostra riconoscenza, sono doverosi. Gli siamo tutti debitori”.
Commosso il saluto delle due figlie. “Caro papà, grazie per tutto l’amore che ci hai dato, vorremmo che la sua forza continuasse a vive in noi…..” Il sindaco Graziano Floccia: “Nino era per noi una pietra miliare, con una grande capacità di mediazione, intuizione, passione, con i suoi valori….”. Tra le lacrime il ricordo dell’ex primo cittadino Piero Pelassa: “Nino mi è sempre rimasto vicino e i suoi insegnamenti sono stati una guida illuminata per l’Amministrazione comunale…”. Hanno preso la parola anche i sindaci di Cosio d’Arroscia e Montegrosso (vedi il testo a fondo pagina).
La folla, almeno 400 persone, con anziani che appoggiati al bastone o sorretti da un congiunto, non hanno voluto mancare al funerale. Testimoniare che era un cittadino altruista, premuroso e retto con sé stesso, con la sua cara famiglia, con gli altri. Mendatica era la dimora prediletta. Nino incapace al rancore, ad alzare la voce. Presente e collaborativo nelle sorti del paese (vedi ad esempio la sistemazione del vecchio mulino e l’impianto idroelettrico di Monesi appena inaugurato e spazzo via dall’alluvione). Nino sapeva nascondere una certa disillusione nel futuro della amata Mendatica. Partecipava con diligenza agli appuntamenti conviviali e culturali. Riflessivo senza esibirsi a sapientone nonostante la sua lunga, proficua presenza e competenza nel lavoro, da segretario comunale punto di riferimento di ogni pubblica amministrazione. Nino un dono che le comunità dell’alta valle avevano ricevuto. Più di una volta nei nostri incontri gli chiedevo chi più di lui pensionato, in paese, meritava l’onere è l’onore di fare il sindaco.
Voglio ancora una volta essere coerente. Riflettiamo tutti, nessuno escluso. Nino non meritava neppure il ruolo di consigliere comunale (magari con deleghe) nell’unica lista elettorale? Lui mi rispondeva: ‘Hanno scelto di puntare sui giovani, non me faccio un cruccio. Se lo chiedono, continuerò a collaborare con i consigli….”.
Caro Nino non sarei stato in pace con me stesso, con la mia veterana professione, se avessi nascosto questo semplice racconto di reciproca stima.
Luciano Corrado
2/ Appena laureato, vinto il concorso da segretario comunale, Nino scelse la Liguria, una striscia di costa, a volte arroccata sul mare, altre fondata sulla sabbia. Non poteva mancare il mare nei suoi programmi!
La Liguria lo portò a Mendatica, in una.gelida serata. Sceso dalla corriera, il candore, il silenzio, l’incanto della neve e l’aiuto dell’autista. Nella piazza la chiesa, il Municipio e l’accogliente pensione.
Accanto alla stufa un buon cibo e il caloroso benvenuto della gente. Inizia così il genuino e partecipe dialogo con il paese. Un crescendo di fattiva collaborazione, obiettivi condivisi, grande soddisfazione per i traguardi conquistati e voglia di riscatto per quelli mancati. Nino un mendaighino per elezione, prima ancora del matrimonio con l’amica Paola .Un legame con Mendatica rafforzato in famiglia. Trasmesso alle amatissime Giulia e Alice capaci di sorrisi e operatività. Come sindaco ho trovato in Nino un attento ascoltatore, un pronto valutatore, un agguerrito sostenitore, un instancabile lavoratore per il bene di Mendatica, che gli regalava la vista dell mare dall’alto dei monti.
Il ricordo e l’esempio di Nino nella mente….. l’affettuosa vicinanza a Paola, Giulia, Alice nel cuore.
Emidia Lantrua