Michele Brambilla, da poco più di tre mesi direttore del Secolo XIX, è stato ospite, a Cuneo, dell’amico editore Nino Aragno. Un incontro pubblico e l’intervista al settimanale ‘Idea’ fondato da Carlo Borsalino.
“Un editore così penso, sinceramente, sia il meglio che possa capitare a un direttore – rimarca il giornalista Brambilla -. Con Aponte ci siamo incontrati, ad agosto, a Ginevra. L’intesa è stata immediata. Mi ha detto ‘Faccia un giornale apolitico, non voglio condizionamenti di nessun tipo. E’ come essere al timone di una nave. Io non ho mai avuto mezze indicazioni'”.
Brambilla: “Genova credevo fosse meno accogliente. In realtà è molto legata alla sua testata. Quindi mi ritengo fortunatissimo. Abbiamo assunto due persone e stiamo per procedere con una terza… La carta è destinata a calare sempre, i motivi sono numerosi… inoltre l’età dei lettori di carta è sempre più elevata e bisogna tenerne conto… Dobbiamo comunicare in tanti modi, con la carta, con il sito, i social, ma anche fisicamente con eventi in città, incontri, dibattiti”.
Il potenziamento della cronaca locale con uno staff di redazione capace di risvegliare l’interesse di potenziali lettori riteniamo sia l’asso vincente dello storico quotidiano. Oltre a raggiungere le località dell’entroterra tagliate fuori dalla diffusione. In diverse regioni della Germania il quotidiano con cronaca locale, da decenni, viene recapitato agli abbonati ogni mattina tra le 7 e le 9. E ancora non ignorare la sfida quotidiana con le edizioni liguri de La Stampa. Il ‘sorpasso’.
I decani pensionati del Decimonono non dimenticano la media delle 140 mila copie con punte di 180. L’arrivo di Piero Ottone. Il suo ‘credo’ nei giovani aspiranti redattori. La costante ‘copertura’ e spazio, dalle città ai piccoli centri delle vallate. Il confronto costante con l’ufficio diffusione del giornale per ogni singola provincia, persino località. Il cambio frequente dei ‘capi delle redazioni distaccate’.
Una sinergia concreta con la proprietà consigliata a non risparmiare nel patrimonio di redazione. Pur nella saggia ottica investimenti-ricavi-utili. Il periodo di maggiore splendore (quanto a diffusione ed organici redazionali) con l’amministratore delegato Luigi Alberico Brivio Sforza. I giorni ‘funesti’ con l’ingresso e poi la vendita alla famiglia Elkann-Agnelli. La folle scelta di creare, nelle province liguri e Basso Piemonte, un’edizione unica e pagine fotocopia con La Stampa. E il giovane erede editore Alessandro Perrone a dichiarare il 3 agosto 2014: ‘Una sfida per garantire al giornale di crescere ancora’. Che figuraccia!
Il Secolo XIX fondato nel 1886 e nel 1897 acquistato da Ferdinando Maria Perrone, personaggio singolare, a partire dalle voci sulla sua nascita: si vociferava che fosse il figlio naturale di Ferdinando Maria Alberto di Savoia Carignano, duca di Genova, nonché secondogenito di re Carlo Alberto.
Fu affidato alla mitica direzione a Luigi Arnaldo Vassallo (Gandolin), divenne in breve tempo il più diffuso giornale della Liguria. Oggi siamo sotto la soglia delle 20 copie vendute in edicole. Il ‘miracolo’? è un ritorno alla vitalità e alla sana competizione con La Stampa, in attesa di puntare sulla crescita vincente degli organici redazionali. Dando priorità a ‘regolarizzare’ chi produce da anni, con compensi da fame, con gli stessi compiti e risultati dei colleghi redattori. Grazie anche a un editore lungimirante. “Il meglio che possa capitare a un direttore”. (L.C.)
NUOVA INIZIATIVA EDITORIALE DESTINATA AD ESSERE VINCENTE