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Liguria e Basso Piemonte

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Mendatica il fascino dell’antico mestiere dei nonni. Valentina e Mirco ritorno alle origini. 2/ Cosio d’Arroscia, festa del dialetto locale


Valentina e Mirco. Tra i giovani montanari imperiesi che hanno scelto di non abbandonare l’antico mestiere degli avi e pur sempre affascinante per la sua storia. La pastorizia. La stalla. Nei loro caso i bovini. Iniziando da pochi capi. Mucche da latte. I vitelli.

Trucioli.it il 20 luglio 2023 aveva raccontato la “Vita da pastore. Da Ceriale, a Costa Bacelaga, a Nava. Mirko Caviglia a 16 anni con le capre. Ora 20 mucche Jersey” (4603 visualizzazioni).

Valentina Ascheri, trentenne giudiziosa, riflessiva, orgogliosa delle sue origini, aliena all’esibizionismo, testimone di tempi difficili e di una desolante economia delle nostre zone montane ponentine. E’ orfana di papà Giuliano. La mamma è Piera Pagliano, ottima cuoca, per 43 anni è stata ai fornelli dell’albergo-ristorante-bar La Campagnola (vedi Trucioli.it del 30 novembre 2017). Valentina ha conseguito il diploma dell’Istituto Magistrale C.Amoretti di Imperia. Ha accettato di ricoprire e impegnarsi nel ruolo di presidente della Pro Loco di Mendatica. Tra i suoi predecessori nomi di spicco non solo in paese.

Valentina e il compagno Mirco Mirone, passione per i rally e volontariato nel recupero dei sentieri di montagna, nonni di Cosio d’Arroscia, hanno risposto ad una ‘vocazione’ che forse non era nelle loro aspirazioni dell’infanzia, delle prima giovinezza, poi l’età della ragione. Hanno realizzato una famigliare ‘azienda bovina’ muovendo i primi passi. Tra stalla, fieno, paglia, pascoli, vitelli da latte.

In primo piano Dario Ascheri, nonno di Valentina, tra i mendaighini con stalla e bovini. Lavoratori infaticabili, carattere burbero e rettitudine. Qui ripreso sulla piazza della parrocchia, primi anni 70, nel giorni della festa patronale di San Nazario e Celso. In paese gli Ascheri si dividevano in 7 ceppi: Zanoi, Sellin, Pescetti, Scrivai, Casui, Baci de Maria, Rundi. Nessuno degli Ascheri è tra i Caduti o dispersi della Guerra 1915-18, nella seconda guerra mondiale del 1940-1945. Tra essi l’unico ufficiale era il tenente Ilario De Marchi. Quattro sono stati i Roggio e 4 i Ferrari.

Valentina memore di nonno Dario. Altri tempi, altre pagine di storia, quando a Mendatica si contavano fino a 6 mila capi, tra mucche, capre, pecore, prima fonte di sopravvivenza e sviluppo. I pascoli estivi e ‘tecci’ a Poilarocca alla falde del Fronté, a Monesi, Valcona, Salse. Mirco già da ragazzino è  stato vicino al nonno che con l’estate si trasferiva nella casa immersa nei prati vicino al Colle dei Boschetti, 1229 slm. Nei prati di Cosio d’Arroscia dove sorge l’antica chiesetta della Madonna dei Cancelli.

Per Valentina e Mirco l’esordio di ‘pastorelli’ con pochi ovini, quasi un’integrazione di reddito, via via incrementata a una prima piccola mandria. Il sogno? L’allevamento come lavoro unico. La romantica simbiosi.
Agli amici confidano di progettare una stalla moderna, un laboratorio per la caseificazione. Per ora sfruttano la stalla di famiglia dopo aver tenuto all’aperto fino a novembre le loro mucche al pascolo. Per Mendatica un apprezzato ritorno al passato, al suono lento e armonioso dei campanacci. La lieta attesa della nascita di sette vitellini. Mettere a frutto i corsi per la lavorazione del latte e dei formaggi ‘immacolati da madre natura’. Dalle proprietà nutrizionali dell’erba mendaighina e alle sue sorgenti. Il nome Mendatica? Mendajga? ovvero ? Manda Acqua?  E negli annali definita la ‘Torre della Valle Arroscia’.

COSIO D’ARROSCIA: allegria nella ‘Giornata nazionale del dialetto e delle lingue locali’.


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