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Imperia: un Verda, 27 anni, che manca al Pd savonese. 2/ Liguori giornalista e conduttore televisivo: ‘Inchiesta Toti, cronisti fattorini e suggeritori dei Pm’


Se in provincia di Savona il Pd avesse tra i suoi esponenti un giovane imperiese della caratura di Edoardo Verda, il più votato alle regionali nella ‘fortezza scajolana’. Verda definisce l’intervento del primo cittadino, durante la presentazione del libro dell’ex presidente Giovanni Toti, “una pagina buia per Imperia e che disonora città”. Il direttore del Decimonono, a sua volta, risponde alle frecciate del giornalista Paolo Liguori sul ruolo dei cronisti di giudiziaria.

Imperia: il sindaco Scajola, Giovanni Toti ed il collega giornalista Paolo Liguori

DA ImperiaPost: Verda (Pd), “parole di Toti sono l’apologia dell’arroganza”. L’affondo dopo la presentazione del libro dell’ex presidente ligure. Verda punta il dito anche sulle affermazioni del Sindaco Scajola e parla di “pagina buia per la città”.

Intervento a gamba tesa di Edoardo Verda, consigliere comunale del Pd, a seguito delle considerazioni espresse da Giovanni Toti l’altra sera a Imperia, in occasione della presentazione del suo libro “Confesso, ho governato”, nell’Expo ex Salso.

Scrive Verda in un post su Facebook“Giovedì, a Imperia, la presentazione del libro di Giovanni Toti si è trasformata in un’ennesima celebrazione dell’arroganza politica, un evento che ha offerto un palcoscenico a chi, invece di riflettere sugli errori del passato, si è dedicato ad attaccare magistrati, organi di controllo e persino il concetto stesso di democrazia. Toti, infatti, ha dichiarato che “la democrazia è un grande voto di scambio”.

Parole inaccettabili, che riducono la politica a una mera compravendita di favori, cancellando ogni idea di trasparenza e calpestando il sacrificio di chi ha lottato per la libertà, la giustizia e l’integrità delle istituzioni. Toti e i suoi sostenitori svuotano il significato più profondo della democrazia, tentando di riscriverla come un sistema dominato dagli interessi privati, senza controllo né responsabilità.

Come amministratore e cittadino, provo profonda vergogna nel vedere la mia città trasformata nel teatro di un simile spettacolo. È triste che Imperia abbia concesso un palco per legittimare una visione così oscena e corrosiva della politica. Ed è ancora più avvilente la partecipazione dei rappresentanti delle istituzioni locali che, con la loro presenza, hanno legittimato un messaggio umiliante.

Altrettanto gravi sono state le parole dello stesso Sindaco, che ha ridotto il peso della criminalità organizzata nel nostro territorio con un’affermazione tanto sconcertante quanto irresponsabile: «Se non ci sono denunce, non ci sono pressioni». Un insulto al lavoro di magistratura e forze dell’ordine, e soprattutto un affronto a chi vive ogni giorno sotto il giogo del silenzio imposto dalla paura e dall’omertà. Quanto accaduto segna una pagina buia per Imperia. Un episodio che disonora la nostra città, scritto – cosa ancor più grave – con la presenza delle sue stesse istituzioni.

https://www.imperiapost.it/721142/imperia-verda-pd-parole-di-toti-sono-lapologia-dellarroganza-laffondo-dopo-la-presentazione-del-libro-dellex-presidente-ligure

2/IL GIOVANE MEDICO CANDIDATO DEM E IL PIU’ VOTATO DEL COMUNE DI IMPERIA- ‘Sono cresciuto a pane e politica….per il bene comune, l’etica,  il coraggio di fare certe scelte e portarle avanti con coerenza, anche sacrificando spesso parte del proprio privato”.

DA ‘la Repubblica’-

Paolo Liguori giornalista e conduttore televisivo di successo. Nel 2009 la Cassazione lo condanna per diffamazione a mezzo stampa ai danni dei tre giudici torinesi che nel 1995 avevano disposto l’arresto dell’allora presidente di Publitalia Marcello Dell’Utri: Paolo Liguori nel corso della trasmissione Studio Aperto aveva paragonato l’operato dei giudici a quello dei militari serbi in Bosnia ed Erzegovina

2/INSULTI AI CRONISTI DI GIUDIZIARIA DEL SECOLO XIX CHE HANNO SEGUITO L’INCHIESTA TOTI E DEFINITI ‘FATTORINI E SUGGERITORI DEI PM’. L’editoriale del direttore responsabile Michele Brambilla risponde al giornalista Paolo Liguori che a Imperia ha affermato: “….un’inchiesta come quella che ha portato alle dimissioni di Toti non sarebbe stata possibile in un altro posto perchè qui i Pm hanno potuto orchestrare con il principale quotidiano di Genova….”.

Eppure non c’è sta stupirsi.

Non è ancora passato a miglior vita chi durante inchiesta, arresti e condanne (12) in Cassazione per la ‘cupola’ Teardo, presidente della Regione e C’ fu sottoposto ad una martellante delegittimazione, all’epoca sostenuta da alcuni media (quotidiani editi in Liguria e nazionali con cronaca locale). Con titoli  e foto in prima pagina, riprese RAI TV, che ritraevano sul banco degli imputati Luciano Corrado redattore di giudiziaria della redazione di Savona accusato di diffamazione a mezzo stampa e pubblicazione di notizie in violazione del segreto istruttorio. Il direttore Tommaso Giglio per ‘omesso controllo’. Presentata anche la costituzione di parte civile da parte di Teardo e del ‘cassiere del clan’ e del ‘Savona CalcioLeo Capello.

Qualche tempo dietro due pagine su Il Settimanale (editore Rusconi) fondato a Roma nel 1974, indicavano, tra l’altro, come ispiratori dell’inchiesta giornalistica ambienti romani del Pci e del presidente Pertini. Alcuni imputati di associazione mafiosa ad opera di pubblici ufficiali furono assolti perchè la legge La Torre non era ancora entrata in vigore al momento dei fatti addebitati al ‘clan’. La Corte d’appello di Genova stigmatizzò i rapporti  del gruppo con la massoneria e la malavita organizzata, in particolare nel ponente imperiese, ma escluse che tali collegamenti siano stati utilizzati come strumento di intimidazione diffusa in relazione alle finalità delittuose proprie dell’associazione.

INCHIESTA TOTI- EDITORIALE DE IL SECOLO XIX DEL 7 DICEMBRE 2024


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