Ho partecipato alla presentazione del lungometraggio “Lady Cobra” del regista genovese Fabio Giovinazzo.
di Gianfranco Barcella
A Savona, al NuovoFilmstudio Officine Solimano ho partecipato, di recente, alla presentazione del lungometraggio dal titolo: ”Lady Cobra. Una Killer in blues” del regista genovese Fabio Giovinazzo il quale è pure autore del soggetto e della sceneggiatura
Anche se giovane è già un’eccellenza ligure e merita ancor più di essere valorizzato perché ci presenta <il male di vivere> che caratterizza il nostro tempo che ci fa rasentare quotidianamente il confine della follia. L’assioma dell’autore è il seguente: “Non considerate la follia come la causa. È l’arrangiamento di una sofferenza creativa imposta dal destino”.
Riprende a mio avviso con toni più accentuati ed esasperati i temi del decadentismo di Thomas Mann de “La Montagna incantata” che descrive la ricerca di una salvezza che allo stesso tempo si rivela una condanna.
E il regista continua: “Il film nasce dalle mie riflessioni su una società che mi appare sempre più trasfigurata da vizi commercializzati e deformazioni intellettuali. Reputo fattibile una ribellione a questo potere in grado di condizionare, folle e depravato, ma la disubbidienza non potrà che essere violenta, fisicamente o concettualmente. Una convinzione, la mia, che si traduce nella presenza di una forza idonea a spingere verso azioni efferate anche quelle personalità che sarebbero maggiormente inclini a fare il bene. Rispecchiando, la mia natura intima, il film rappresenta una dimensione in cui la gente, se lo desidera, può entrare”.
In sintesi, la trama del film è la seguente: protagonista è una veterana di guerra in congedo, disadattata ma idealista che alterna il lavoro come fioraia all’attività di killer a pagamento. Vestita di rosa, riceve i suoi clienti in un cimitero e si sposta su una potente Shelby Cobra degli Anni Sessanta. Considerata la migliore, è conosciuta nell’ambiente con il nome di Lady Cobra e porta sempre a termine ogni incarico con la sua infallibile Smith & Wesson.
Il naufragio sentimentale con un uomo di cui è ancora invaghita, finisce per farla chiudere sempre più in sé stessa. In questo modo comincia per la donna una claustrofobica discesa nel baratro della solitudine, decisamente ai margini della sanità mentale.
Un giorno si mette sulle tracce di un bambino, da lei visto per la prima volta quando un prete lo aveva avvicinato, con fare decisamente ambiguo, ai margini di un bosco.
Il colpo fantastico è quello che guiderà la psiche della protagonista verso un ideale di giustizia feroce ma inevitabile.
Filtrato da un forte sapore blues in musica, il clima tenebroso a colori, intriso di affari sporchi, è stemperato con un ritmo del tempo che apre al fumetto e dove riecheggiano gli arabeschi mentali della protagonista, tra colpi di pistola ed una vendetta alla cui fonte si può facilmente dissetare. La fine caratterizzazione psicologica della donna assassina-killer infallibile, perfetta macchina da guerra, ben si compenetra con quell’indiscutibile fascino che il Cimitero Monumentale di Staglieno con i suoi monumenti funebri, architetture, memorie storiche , da ciò scaturisce un suggestivo intreccio Il cimitero non è più visto come luogo negativo dove germogliano solo paure. Da città di marmo e luogo sacro si è tramutato come per incanto in luogo di riposo.
Fabio Giovinazzo nel suo incontro con gli spettatori ha voluto sottolineare il tema della follia che può aprire un vortice nella mente nel quale può venire risucchiata facilmente tutta la persona.
Difficile è stato incarnare queste emozioni negative in Lady Cobra, interpretata mirabilmente dall’attrice Nicoletta Tanghéri che ha sottolineato la bravura del regista che l’ha aiutata moltissimo ad immedesimarsi in un personaggio complesso e tragico allo stesso tempo.
“Fabio– ha soggiunto- mi ha permesso di far emergere la parte oscura, nascosta dentro di me, in un rapporto dialettico fra maschera e volto. In un turbinio di passioni contrastanti sentivo sgorgare dal limbo della follia come un rinascimento amoroso”.
Fabio Giovinazzo ha confessato infine senza falsi pudori di aver tentato l’approccio con la settima arte da attore, ma ha sentito più pressante in lui il desidero di scrivere i soggetti e le sceneggiature in prima persona per poi dar loro vita sul set.
Da autodidatta si è avvicinato alla tecnica realizzativa dei cortometraggi per poi avventurarsi, seguendo il sacro fuoco dell’arte, nei lungometraggi ed è arrivato così al compimento di un film.
Sono certo che sarà solo il primo passo di un lungo cammino verso il successo e le sue future opere arricchiranno, di certo, la nostra cinematografia d’autore.
È stato per me, dunque, un gradito ritorno al Nuovofilmstudio che non poteva non ricordarmi <la prima creatura> del leggendario Mirko Bottero. In un articolo a firma di Luciano Angelini sul blog Trucioli.it numero 22 del 12 Febbraio 2023, riportato da Il Letimbro, per gentile concessione dell’autore, ho riassaporato come per incanto la magica atmosfera che si respirava all’ombra della Torretta nei mitici Anni Settanta: “ Come Automedonte fu l’auriga di Achille, così Mirko Bottero (1929 -2009) lo fu del Circolo Calamandrei e per diritto di successione del Filmstudio che fu la sua creatura…(aperto dal 22 febbraio 1978) In molti oggi si chiederanno: Mirko Bottero, chi era costui? Era un macchinista delle Ferrovie che si dedicava a tutt’altro che ai locomotori e agli orari delle Fs. Tanto da procurargli qualche alzata di zelanti capufficio, quando scrisse che era solito viaggiare per organizzare dibattiti e convegni del “Calamandrei” regno incontrastato degli intellettuali di sinistra, più di quanto non facesse per il suo lavoro, ovvero sui treni. Sì, ferroviere trasformatosi, per una sorta di metamorfosi, in cacciatore solitario, talvolta spregiudicato e visionario di cervelli pensanti e di testimonianza tra politica e storia, cinema di denuncia sociale ed economica…”.
Dopo tanti anni di attività di “onorato servizio alla cultura” c’era un po’ di malinconia nell’aria quel pomeriggio del 26 dicembre 2001 in cui, veniva proiettato nella sala Monson Wedding di Mira Nair.
Non si vide mai il film già programmato per il giorno dopo dal titolo un po’ menagramo o bene augurante, a seconda dei punti di vista: Domani andrà meglio di Jean Labrune.
Ma per quindici mesi in città ci fu grande attesa per l’avventura che attendeva la sala di Piazza Diaz 46r finché non nacque qualcosa di nuovo il 19 febbraio 2003 ad opera di un gruppo di giovani savonesi: Corrado e Damiano Meraviglia, Andrea Tessitore, Simona di Tullio, Francesca Bertani, Lorenzo Martinengo, Simone Perna e Francesco Rossello, sotto la presidenza di Felice Rossello.
Un paio d’anni dopo, in considerazione della loro amicizia Felice chiamò Renato Allegra, a “dare una mano”; poi le mani divennero due e progressivamente il coinvolgimento divenne totale, fino a immaginare qualcosa di nuovo per la città. Fino a far nascere nel 2009 il C.A.O.S. il Consorzio associativo officine Solimano, la nuova realtà culturale di Savona con Nuovofilmstudio a fare da capofila ad una associazione in cui collaboravano gli amici teatranti dei Cattivi Maestri e i musicanti Raindogs, contagiati dall’entusiasmo e le energie di un ragazzo (del 1948) corroborato da quella passione che anima il cuore.
“Il Nuovofilmstudio è attualmente un’associazione culturale che si esprime e cerca di valorizzare, in primis, la cinematografia. È fortemente radicata sul territorio savonese e conta circa 3000 associati annuali. È riconosciuta a livello regionale, nazionale e dal gennaio 2017 anche “europeo per la qualità della sua programmazione”. Si è aggiudicata tutti i premi di categoria per le sale cinematografiche d’essai italiane ed è membro del Consiglio Direttivo Regionale della Federazione italiana del Cinema d’Essai.
In parallelo alla programmazione d’essai di prima e seconda visione, Nuovofilmstudio organizza incontri, convegni e spettacoli a ingresso libero: rassegne cinematografiche, introdotte da esperti e da critici del settore, retrospettive, cinema contemporaneo, sperimentale e cultmovies, incontri con autori, proiezioni di temi di attualità e politica, inchieste cinematografiche, documentari presentazioni di libri e mostre d’arte.
Sin dagli inizi Nuovofilmstudio lavora con le scuole di ogni ordine e grado della Provincia di Savona con matinée e laboratori didattici per le scuole elementari, medie inferiori e superiori; inoltre, porta avanti iniziative in collaborazione con le numerose associazioni culturali e di volontariato attive sul territorio. La stretta collaborazione delle tre associazioni ha dato luogo ad un’idea di produzione, diffusione e riflessione culturale che ha portato negli ultimi anni un forte radicamento territoriale.
Il progetto associativo è seguito con interesse dal Comune di Savona, divenuto indispensabile partner di questa impresa, permettendo l’apertura di polo culturale in cui le tre realtà, collaborano, offrendo una proposta ricca e variegata e rappresentando un modello di gestione culturale, capace di stimoli e proposte che coinvolgono le istituzioni e la cittadinanza, i giovanissimi, i giovani ed i meno giovani, con una varietà di offerte in grado di soddisfare il desiderio di cultura e di confronto ideologico sul territorio.
Oggi il CAOS percorre le nuove rotte che l’amministrazione comunale di Savona ha tracciato per il raggiungimento dell’ambito riconoscimento di Capitale della Cultura 2027.
Gianfranco Barcella