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Liguria e Basso Piemonte

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Informazione in Liguria e cambio di proprietà al Secolo XIX: interrogativi su ruoli e autonomia nei confronti di politica e monopolisti. I temi socio-economici dalla Sanità alle Grandi opere, all’isolamento del Ponente


Il Secolo XIX, lo “storico” quotidiano ligure, cambia proprietà.

di Franco Astengo

Nota di Trucioli.it- Con il cambio di editore  le redazioni provinciali del ponente ligure tornano a separarsi. La fusione dal gennaio 2023 aveva comportato 2 edizioni del Ponente di La Stampa e Il Secolo XIX (Savona e Sanremo con Imperia) con una struttura di sfoglio e di grafica sostanzialmente coincidenti, così come le due versioni web”. Stessi articoli, stesse titoli. Esubero e pensionamenti di parte dei redattori mentre rimanevano i corrispondenti a libro paga e collaboratori pagati a notizia. Ora nelle due redazioni sono al lavoro i rispettivi redattori, corrispondenti e collaboratori in forza prima della fusione. Insomma un ritorno al glorioso passato. Si vedranno i risultati che erano stati (con la fusione) molto deludenti? E delusione tra i lettori affezionati.

Siamo nel bel mezzo di una campagna elettorale che riguarda la Regione Liguria arrivata al voto sostanzialmente in ragione di un intervento della magistratura che ha costretto alla dimissioni il presidente uscente di marca centro – destra che ha anche ammesso la sua colpevolezza patteggiando con la Procura una condanna: ammissione di colpa che ha accomunato anche i suoi sodali, un imprenditore portuale quasi – monopolista e l’ex-presidente del soggetto monocratico di governo del porto stesso esteso giurisdizionaliste esteso anche a Savona e Vado Ligure.

La sorte ha voluto che la nuova proprietà toccasse all’altra parte quasi – monopolista del porto di Genova : una proprietà impersonificata dal proprietario di sempre più grandi navi da crociera all’interno di una delle più grandi compagnie del settore a livello mondiale.

Insomma: Il Secolo XIX scinde il nodo GEDI (famiglia Agnelli) che lo attribuiva come parte di un gruppo editoriale (al punto che in passato si era addirittura parlato di una fine della testata ridotta a “panino” della sorella maggiore di sede torinese) e passa nelle mani ( e nella testa) di un gruppo imprenditoriale con fortissimi interessi proprio all’interno di quello che rimane il maggiore soggetto economico della regione: il porto di Genova.

Porto di Genova dove sono in atto (o in progetto) modificazioni strutturali di grande rilevanza nel tentativo di renderlo adeguato al formidabile processo di innovazione nel trasporto marittimo e nel modificarsi delle rotte commerciali dovuta anche al mutamento della situazione internazionale sul piano geopolitico.

L’interrogativo che dovrà interessare le forze politiche democratiche sarà come questa nuova proprietà intenda rilanciare la rinnovata autonomia del giornale ( fra l’altro dovrà essere affrontata anche la questione dell’identità di redazioni, come quella di Savona, attuata durante la proprietà del gruppo GEDI tra “Secolo XIX” e “La Stampa”) in una fase economica, sociale, politica molto delicata come quella che si sta presentando: quale atteggiamento sulle grandi opere? sull’isolamento sostanziale del ponente, su di una prospettiva di reindustrializzazione fondata sull’adeguamento tecnologico, su una situazione della sanità regionale e dei servizi sicuramente di grande difficoltà.

Sul tema dell’informazione in Liguria c’è inoltra da tener conto che il titolare del maggiore broadcasting regionale è stato fin qui coinvolto nell’inchiesta di cui avevamo riportato all’inizio e che è costata al centro destra la guida della Regione.

Un quadro inquietante al riguardo del quale vale la pena di impostare una campagna che chieda chiarezza, istituire una vigilanza democratica, intervenire con decisione: servono subito segnali importanti in questa direzione.

Franco Astengo


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F.Astengo

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