Turismo in Langhe, Monferrato e Roero . Un’area tra il fiume Po e l’Appennino ligure, diviso tra le province di Alessandria, Asti e Cuneo. Tra prestigiosi hotel, raffinate dimore di charme, case vacanza, accoglienti B&B e rustici agriturismi.
Per chi ha vissuto il turismo della Riviera Ligure di ponente e dell’entroterra tra gli anni sessanta fino ai primi anni ottanta non ricorderà solo la ‘grandeur‘ da Dolce Vita, la nomea dei làtin lòver per la gioia delle prime pagine dei settimanali da gossip, vip e spettacoli. Tra Roof Garden, caffè concerto con artisti di fama nazionale, dancing e orchestre di grido, Whisky a Go Go. Gli esercizi alberghieri erano la prima ‘sorgente’ economica. Gli stabilimenti balneari non erano pigiati di sdraio e lettini, non offrivano ristoranti, bar, pizzerie. I centri storici non conoscevano i bazar. Non si conosceva il ‘turismo di massa’, si ‘affacciava il turismo invernale’. Le panetterie non erano inflazionate e prese d’assalto per focaccia e pizza.
Il boom edilizio non aveva ancora assunto la distruzione socio-ambientale a suon di palazzi e palazzoni per seconde case che poi si riveleranno occupate per due mesi all’anno, con prevalenza di bilocali e trilocali oggi dati in affitto (con relativi introiti) sulla base di posti letto. Non era iniziata la corsa alle trasformazioni ricettive in ‘alloggi al mare’. C’è chi investiva nel rinnovamento ed ampliamento di hotel.
L’entroterra, pure quello montano, si era arricchito di alberghi e ristoranti tradizionali. Non si conosceva altra cucina che quella della ‘nonna’, a km zero. La località di Monesi di Triora (IM), Alpi Liguri, era una ‘locomotiva’ estate e inverno, con la seggiovia più lunga d’Italia, ad un’ora e mezzo dalle spiagge. Il basso Piemonte era in gran parte considerato un confinante ‘povero’ e le rare località turistiche rappresentavano la destinazione prediletta dei turisti e gitanti liguri. La Riviera non era ancora ‘terra di conquista’ (e sono benvenuti) da parte di istituti di credito del cuneese, dopo le sorti inflitte alla maggiore banca ligure e che ha trascinato nella deriva un buon numero di imprenditori locali. Restavano il ‘San Paolo’ di Torino e la ‘Banca Popolare di Novara’ nel ruolo di traino per favorire investimenti privati.
Due realtà? Pare superfluo fare confronto-raffronto, non di opinioni, ma dove siamo arrivati: ‘offerta turistica’, turismo di qualità, sviluppo e prospettive, posti di lavoro non ballerini, la sorte dei diplomati degli istituti alberghieri e dei datori di lavoro. C’è l’inferno per chi utilizza le infrastrutture stradali. Una Riviera che viene descritta come “la più affascinante del pianeta, baciata dalla natura, stretta tra monti meravigliosi e un mare ‘santuario dei cetacei’.
La ‘fotografia’ (e le conclusioni) per nulla irreale che possiamo ‘osservare’ da questa intervista? Riflessioni?
Luciano Corrado
Pensate anche a nuovi mercati? “Stiamo promuovendo uno sviluppo turistico sostenibile che favorisca un equilibrio tra crescita economica e tutela del territorio. Siamo stati con il nostro Consorzio Turistico Langhe Experience, insieme con l’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero, all’evento ILTM Asia Pacific a Singapore, dove abbiamo incontrato travel agent australiani affascinati dalla nostra slow life e autenticità rurale e tanti buyer da Giappone, Singapore e Corea del Sud alla ricerca di nuove collaborazioni, attratti dal nostro territorio, che vedono come un paradiso enogastronomico. Abbiamo poi raccontato il territorio e le nostre selezionate strutture anche a nuovi mercati: Filippine, Thailandia e Malesia, dove viaggiatori di alto livello sono molto interessati a scoprire nuove regioni d’Italia e considerano il Piemonte come una destinazione di grande appeal”.
Non c’è il rischio di omologarsi? “Per noi è essenziale continuare a offrire e promuovere l’autenticità, accogliere con il cuore e con il sorriso, garantire professionalità e qualità delle esperienze offerte, anche le più semplici. Il territorio mira a soddisfare una clientela diversificata, compresa una crescente domanda da parte di turisti in cerca di esperienze esclusive e di alto livello, oltre a viaggiatori interessati a un turismo più rurale e autentico.”
Ogni zona avrà le sue aspettative e le sue richieste. “Gli ospiti dagli USA e dal Sud America sono attratti da esperienze principalmente legate al relax, al cibo e al vino: dai corsi di cucina ai wine & truffle tour, dai picnic privati alle cene in vigna e nel bosco. Ricercano la Dolce Vita in questa zona d’Italia meno nota rispetto alle classiche mete italiane. Preferiscono pacchetti completi con autisti privati, guide locali, dimore di charme e boutique hotel, ristoranti gourmet e cantine rinomate. Numerosi gruppi di nordamericani stanno già prenotando per il 2025, programmando diverse settimane di permanenza in Italia, in primavera e in autunno. Hanno un alto potenziale di spesa sia per le strutture (4 e 5 stelle, ville e dimore di charme) che per l’enogastronomia d’autore”.
Ha parlato dei nuovi mercati, quali sono le loro aspettative? “Dall’Asia, vi è una forte richiesta per tour ed esperienze personalizzate legate al tartufo e al vino. Gli australiani amano le attività all’aperto, il trekking, le e-bike e il vino. I francesi, in costante incremento, sono interessati principalmente alle attività all’aperto e alle e-bike; i tedeschi ricercano esperienze legate all’enogastronomia e all’outdoor. Gli svizzeri, sempre affezionati, apprezzano formaggio, nocciole, tartufo e vino”.