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Feltri (il Giornale): ‘Non frequento le spiagge perché regno della cafoneria e volgarità’


Lettera di un lettore al popolare e da sempre ‘fuori le righe’ Vittorio Feltri editorialista de ‘Il Giornale’. Il tema è la inflazionata petulanza di venditori ambulanti sulle spiagge del Bel Paese. Il giornalista non si smentisce: “Non ho mai frequento i lidi perché regno della cafoneria e volgarità”.

Il quotidiano milanese da sempre politicamente schierato a destra, dopo la famiglia Berlusconi, è ora nella galassia editoriale di Antonio Angelucci, 79 anni, parlamentare alla quarta legislatura, esponente della Lega, ‘re delle cliniche‘ e che dalle sue aziende ha un vitalizio annuo di 4 milioni. Può vantare il record di assenze in Parlamento (98,8%). Angelucci è anche proprietario di ‘Libero’ e ‘Il Tempo’. E’ interessato a prendere il controllo (con la benedizione del governo Meloni che però nega),  di una storica agenzia di stampa come l’Agi, di proprietà dell’Eni (e fa niente se si tratta di una controllata del ministero dell’Economia, guidata da un compagno di partito, il leghista Giancarlo Giorgetti). Ma finora si sono opposti, salendo sulle barricate (scioperi e stato di agitazione), i giornalisti.

LA LETTERA- Caro Direttore Feltri, dall’alto della sua saggezza che oserei definire piuttosto spicciola, cioè pratica e semplice, mi saprebbe spiegare perché io, comune cittadino lavoratore che paga le tasse, sgobba tutto l’anno e si concede una decina di giorni al mare, debba sopportare le continue intrusioni dei venditori ambulanti, in particolare africani e indiani, che tentano di rifilarmi la qualunque mentre io me ne sto disteso sotto l’ombrellone a leggere o a sonnecchiare? Sono molto infastidito da questo incessante via vai che mi sembra addirittura aumentato quest’anno. Forse le sembrerò maleducato, poco paziente, intollerante, ma non chiedo tanto. Soltanto di essere lasciato in pace. Come la risolviamo? Bruno De Cristoforo

Caro Bruno, per fortuna non frequento le spiagge, anzi non le ho mai frequentate. E la ragione è semplice: per sottrarmi alla vista del malcostume imperante. E quando dico «malcostume» non intendo il costume da bagno poco donante. Sono convinto che nei lidi siano predominanti cafoneria, volgarità, mancanza di rispetto verso il prossimo, chiassosità, il che fa delle spiagge i posti meno indicati per riposare, rilassarsi e ricaricare le batterie mentali a meno che non si tratti di aree site su isole deserte, difficilmente raggiungibili. Bambini e anche adulti che giocano a palla lanciando schizzi su chiunque, gente che getta rifiuti di ogni genere ovunque, che urla, che fa baccano, che usa il mare alla stregua di una latrina pubblica, che fuma e getta mozziconi sulla sabbia, che crede che la spiaggia le appartenga e dunque non rappresenti un luogo pubblico dove la mia libertà termina proprio nel punto dove comincia quella dell’altro. Penso che la presenza di venditori ambulanti sia l’ultimo dei problemi. Insomma, fingiti sordo e ignora se proprio non ti va di comunicare a ripetizione: «No, grazie, non mi interessa». A mali estremi la maleducazione rappresenta una forma assolutamente legittima di autotutela. Dunque non ti giudico e comprendo la tua insofferenza.

 


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