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Pietra Ligure, il rebus Amandola cugino del sindaco e Michela Vignone


La nuova Giunta composta dal Sindaco De Vincenzi è quasi la fotocopia della precedente. Ci sarà chi obietterà: sì, ma sono stati in netta maggioranza gli elettori a volerne la riconferma!

di Mario Carrara*

Considerazioni sulla nuova Giunta comunale di De Vincenzi a Pietra Ligure

L’assessore comunale Francesco Amandola geologo

Se quest’affermazione è indubbiamente vera perché gli assessori uscenti, per la gran parte, hanno avuto la gratificazione di ottenere significativi risultati personali in termini di voti e sono stati, come giusto, riconfermati nei ruoli, è anche altrettanto vero che la nuova Giunta comunale De Vincenzi è la fotocopia della sua precedente Giunta anche a dispetto e proprio “contro” la volontà espressa dagli elettori!

Infatti, dalla lettura dei risultati elettorali, non si può fare a meno di constatare che gli elettori Pietresi della “Lista Pietra Sempre
si erano espressi nell’urna con indicazioni “precise” ma anche ben “diverse” circa quelli, tra gli eletti, che avrebbero dovuto avere il mandato ed il diritto di rappresentarli.

Infatti, è balzato a tutti evidente il dato del risultato elettorale che vede Francesco Amandola con 241 voti, mentre Michela Vignone di voti ne ha presi ben 259..!

Diciotto in più. Se la volontà degli elettori avesse dovuto esser integralmente rispettata, sarebbe stata Michela Vignone ad aver pieno diritto ad un assessorato, mentre Amandola avrebbe potuto ambire, tutt’al più, alla Presidenza del Consiglio comunale. Carica quest’ultima, tuttavia, di poco significato in un Consiglio comunale di soli 13 componenti, ma, al contempo, una “bella gatta da pelare” se il Consiglio comunale non è di quelli “semidormienti” o, comunque, “addomesticabili”: e quello di Pietra Ligure non lo è.

Michela Vignone presidente del Consiglio comunale

Per cui ha lasciato perplessi molti osservatori il fatto che la volontà popolare fosse stata ignorata e che gli elettori in più che avevano dato fiducia a Michela Vignone non siano stati tenuti in considerazione e siano stati sostanzialmente traditi.

Tuttavia, è solo il Sindaco che ha il potere e la responsabilità di nominare e di revocare gli Assessori. E lo può fare esclusivamente sulla base di scelte sue proprie.

Evidentemente, o è riuscito a convincere Michela Vignone a rinunciare all’Assessorato, scambiandolo con il meno gratificante e ben più “scomodo” posto di Presidente del Consiglio, oppure è successo che la Presidente del Consiglio uscente abbia, lei stessa, chiesto di essere confermata nel ruolo che già ricopriva. Questo non lo sappiamo. Come non sappiamo, in caso quest’ultima ipotesi non fosse quella vera, perché De Vincenzi avrebbe insistito nel riconfermare Amandola come Assessore. S’intende: niente da dire sulla dirittura morale o sulle capacità professionali di quest’ultimo. Tuttavia, non sappiamo se abbia influito il fatto che Amandola sia cugino di De Vincenzi e la Vignone no. Oppure sul fatto che, notoriamente, De Vincenzi ami circondarsi di “yes man” e la Vignone non possa essere annoverata tra questi (o “yes woman). È certamente indubitabile che la componente PD della Amministrazione De Vincenzi esca intatta, se non rafforzata nella sua forza “pregnante“, tanto da aver riconfermata la metà degli assessori della Giunta, con Amandola stesso e Marisa Pastorino e in più, con il medesimo sindaco De Vincenzi, già Consigliere regionale, nonché vicepresidente del Consiglio regionale, nonché candidato al Senato della Repubblica sempre per lo stesso PD, che garantisce la maggioranza della Giunta con una matrice politica di stampo: “Partito Democratico”.

Se poi si conta che la mancata rielezione di Luca Robutti, persona che in Consiglio comunale si era contraddistinta e fatta apprezzare per la puntualità nel parlare degli argomenti e delle problematiche, nonchè nella moderazione nell’affrontarli come capogruppo consiliare, ha portato all’affidamento di questo delicato incarico ad un esponente del PD, come Giovanni Liscio, che già dalle prime battute ha fatto vedere quanto egli sia ben lontano dal suo predecessore in fatto di doti, consapevolezza e capacità necessarie per svolgere il proprio ruolo e guidare il gruppo consiliare della maggioranza, allora si capisce bene che questa nuova Amministrazione comunale sia decisamente “schiacciata” sul PD e che, in effetti, non si tratti di una maggioranza “civica” e nemmeno di “centro sinistra”, ma di “sinistra – centro“.

Non si possono non notare, poi, certi “svarioni” nell’assegnazione di certe deleghe importanti e delicate a consiglieri comunali.

Come quella dei soli vigili urbani, cioè la Polizia locale, affidata al consigliere Bona, ma, tuttavia, e per la prima volta nella storia amministrativa di Pietra Ligure, non abbinata a quella della viabilità, che il Sindaco, invece, ha voluto trattenere per sé stesso, volendola gestire direttamente (ad es: il senso unico sul lungomare e le code sull’Aurelia….)..

Sarebbe come dividere la “Pubblica istruzione” dalle scuole o la “cultura” dai musei.

Ci chiediamo cosa farà il nuovo consigliere “delegato” quando i vigili gli presenteranno rapporti o i cittadini gli presenteranno istanze pe la necessità di provvedimenti su nuove regole di circolazione del traffico stradale o su modifiche di quelle gia in vigore e lui, non avendo la delega alla viabilità, dovrà allargare le braccia non potendo dare risposte, in quanto “non competente”, ma solo riferire al Sindaco?

Quando, tra qualche tempo, si accorgerà finalmente della limitazione o della “castrazione” dei suoi poteri effettivi, allora pensiamo che ci saranno delle …evoluzioni.

La stessa cosa, l’abbiamo notata nell’assegnazione della delega alla “Protezione civile” alla, pensiamo, pur volenterosa nuova consigliera Cavalleri.

Ma come si fa a pensare di poter gestire una delega importante come questa, che si esplica principalmente in momenti d’emergenza, svincolata da un diretto collegamento con la Polizia Locale e con la stessa “viabilità“, che in certi momenti può essere anche stravolta?

Queste tre deleghe, per la loro natura e finalità, dovrebbero essere gestite in modo organico da un unico soggetto che le diriga e le coordini. Averle “suddivise” in questo modo da solo l’impressione di avere assegnato dei singoli “contentini”, fini a se stessi, che, invece, ripartite come sono state, ben difficilmente potrebbero e potranno produrre risultati utili concreti.

Salvo, poi, quando ci sarà la necessità di prendere delle decisioni, queste verranno prese solo da lui, dal Sindaco.

L’aver fatto lo “spezzatino” delle deleghe sulla sicurezza e sulle strade e sull’emergenza ha dato l’impressione dell’applicazione della regola del “divide et impera“, cioè: crea divisioni per poter comandare da solo…

Questa regola, a quanto pare, De Vincenzi la conosce.

*Mario Carrara

(consigliere comunale di opposizione)


M.Carrara

M.Carrara

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