“A Trucioli.it. Non so se avete letto o vi interessa questo articolo. Da cittadino di Alassio e pensionato possidente è quello che da tempo segnalo come disagio e che prima o poi esploderà anche da noi per l’ottusità o altro di chi ci amministra”.
“A mio modesto avviso senza una visione o un programma che guarda lontano e agli interessi pubblici non solo quelli privati. C’è un limite a tutto. A me pare che sia stato largamente superato sull’altare dell’assalto al voto e alle preferenze elettorali, il potere per il potere, con le minoranze ormai senza voce”. Carlo G.
L’ARTICOLO DI UFFPOST – Blog e aggregatore statunitense fondato nel 2005 da Arianna Huffington, Kenneth Lerer, Jonah Peretti e Andrew Breitbart
TITOLO – Contro le orde di turisti. Cittadini in crisi di nervi: il turismo globale scatena una protesta globale
Traducibile alla lettera con “sovraffollamento turistico“, l’overtourism è diventato una questione sempre più problematica per tante località dentro l’Europa e fuori dall’Europa. Lo segnalano le crescenti proteste dei cittadini, insieme alle reazioni delle autorità: in diverse città spagnole, tra cui Malaga, Granada, Siviglia, Cadice e Barcellona, le manifestazioni contro l’afflusso turistico hanno sottolineato l’insostenibilità della situazione.
Curro Machuca, leader del sindacato degli inquilini di Malaga, evidenzia come chi lavora nel settore turistico si trovi in particolare difficoltà, poiché i costi degli affitti sono diventati proibitivi. “Le persone che lavorano nel settore turistico non possono permettersi l’affitto nella loro città. Finché l’alloggio sarà visto come un asset commerciale, non ci sarà una soluzione”, ha dichiarato. A Barcellona, invece, il sindaco Jaume Collboni ha annunciato che entro il 2028 non saranno rinnovate le licenze per oltre diecimila appartamenti attualmente affittati a breve termine.
Il problema è stato analizzato anche in un rapporto del Parlamento europeo, che ha evidenziato come i flussi turistici massicci stiano alterando il tessuto economico locale. In altre parole, la gentrificazione dei vecchi quartieri, l’espulsione degli abitanti verso la periferia, l’aumento degli affitti e dei prezzi al consumo rischiano di trasformare le città in “parchi turistici” privi di servizi per i residenti.
Ma il problema non è soltanto residenziale. “Si tratta anche di una questione di occupazione degli spazi pubblici. I cittadini protestano non solo per la perdita delle case, ma anche per l’erosione degli spazi sociali come piazze e strade”, spiega a Huffpost Andrea Filpa, architetto e urbanista dell’Università Roma Tre, componente del gruppo di lavoro interdisciplinare incaricato dal Parco delle Cinque Terre per le strategie di sviluppo sostenibile della agenda 2030, che serviranno a salvaguardare uno dei territori nostrani più interessanti dall’overtourism. L’esperto prosegue spiegando che “il fenomeno ha molte sfaccettature: a essere intaccati non sono solo il territorio e la vivibilità dei cittadini, ma anche l’esperienza del turista che arriva per visitare luoghi meravigliosi e poi si ritrova a vivere un’esperienza non del tutto positiva a causa dal sovraffollamento”.
Ogni città tenta la sua ricetta. Amsterdam, per esempio, è da anni capofila nella resistenza all’overtourism e praticamente ogni anno vara nuove regole per proteggersi dai visitatori mordi e fuggi. Ultimo, in ordine di tempo, il divieto di costruire nuovi alberghi: una nuova struttura potrà essere aperta solo se un’altra chiude o viene riconvertita, mantenendo stabile il numero attuale di posti letto e a condizione che il nuovo hotel sia più sostenibile del precedente. “Vogliamo rendere e mantenere la città vivibile per residenti e visitatori. Ciò significa: niente overtourism, niente nuovi hotel e non più di 20 milioni di pernottamenti in hotel all’anno”, si legge nel comunicato diramato dal governo locale qualche settimana fa.
Dunque, che fare? “Nessuno si illuda di estrarre il cappello dal cilindro. Ma un’ipotesi potrebbe essere la diversificazione stagionale”, afferma l’urbanista spiegando che “ad esempio, in città come Venezia e Roma, non c’è una vera e propria stagionalità turistica, quindi sarebbe più semplice diversificare. Ma anche tradizionali mete turistiche estive come Pantelleria hanno il potenziale per attrarre visitatori anche in altre stagioni, offrendo attività diverse come la rete sentieristica e il trekking”. La missione, comunque, non semplice. “In alcuni casi si è già iniziato a lavorare nella direzione della diversificazione stagionale, ma c’è bisogno un’offerta turistica che sia attrattiva tutto l’anno e di una gestione attenta delle risorse. I Comuni non possono essere lasciati da soli, c’è bisogno che anche le amministrazioni regionali concorrano all’obiettivo”, afferma l’urbanista”.
Oltre alle grandi città e alle classiche mete del turismo internazionale, ormai anche i piccoli centri sono allertati: un recente articolo del New York Times sul Cilento, descritto come “undiscovered” (“inesplorato”), ha ricevuto centinaia di commenti negativi dai lettori italiani, desiderosi di mantenere la zona “nascosta” e lontana dal turismo di massa. Un commento emblematico recitava: “Please we don’t need more tourists. Discover Arizona or Iowa”. Secondo Filpa, “queste proteste sono legittime, espressione di un sentimento sano. Non vanno contro il turismo in quanto tale, ma contro l’eccesso. Protestando, i cittadini non fanno i propri interessi ma cercano di preservare la comunità”.
E le nuove costruzioni? Vanno limitate? “Da urbanista, dico basta a nuove costruzioni in luoghi come la Sardegna, Ischia, o la stessa Pantelleria. Non ha senso, invece, fare questo discorso per città come Venezia dove la casa più recente probabilmente risale all’Ottocento. Attualmente, nelle aree protette non si costruisce eccessivamente, ma il rischio di consumo del suolo e di urbanizzazione non sostenibile esiste sempre: dobbiamo preservare il territorio”, conclude Filpa.