Se la ‘rassegna stampa’ non tradisce, a livello dei media locali, solo La Stampa on line ha riportato la bruttissima notizia. Qualcuno direbbe: da non credere! Un caso unico? Eccolo. 10 anni di lavoro con l’esercente di un bar di Alassio, pagato ora 900, ora 600€ al mese. Spesso anche con voucher
Non vogliamo credere che nella opulenta Alassio, decantata dallo stesso primo cittadino per ‘il turismo di lusso’ e di ‘élite’, lo sfruttamento dei collaboratori sia una pratica diffusa, addirittura semi-schiavitù si direbbe. Le eccezioni sono sempre esistite, le pecore nere sono presenti a destra e a manca. Si pensi ai collaboratori di provincia di giornali on line, o della carta stampata, a 4-5 euro a notizia pubblicata.
Oltre al caso paradossale dell’esercente alassino c’è da chiedersi quanto Trucioli.it, nel suo piccolo, sta denunciando da anni. Ovvero la mostruosa carenza di ispettori e funzionari all’Ufficio provinciale del Lavoro. Si legge spesso nelle cronache imperiesi di controlli ed operazioni congiunte soprattutto in alberghi e locali pubblici, Bagni Marini nella stagione estiva dove pullulano bar, chioschi, ristoranti sulla spiaggia.
Nel savonese finora si è letto del tema dalle statistiche della Guardia di Finanza nella ricorrenza della loro festa annuale. I media perlopiù tacciono. Una virgola nella realtà provinciale e nelle statistiche dei saltuari controlli effettuati. Da anni, per mancanza di funzionari, l’Ispettorato del lavoro omette pure controlli ‘serali e notturni’, festivi e forse prefestivi negli ambienti di lavoro. Che scattano invece quando ci sono emergenze per infortuni con morti e feriti. Chi sottopaga e non rispetta i contratti di lavoro nuoce ai dipendenti ma soprattutto agli operatori ligi alle leggi. Oltre ad una concorrenza illegale e sleale. A quando i rappresentati politici in parlamento e in regione, sindaci e pubblici amministratori presenteranno almeno interpellanze per sollecitare una soluzione da paese civile?
Dopo la dissennata speculazione edilizia, i cittadini savonesi si stanno abituando a convivere con il lavoro nero e sfruttamento di cui tiene la palma, a quanto si legge e si ascolta in tv, soprattutto il Sud Italia ? O le ‘fabbriche di abbigliamento’ di aziende cinesi nella provincia di Prato?
Per quale ragione la ‘grande stampa’ ed i media più diffusi, la stessa Rai 3 Liguria, di fronte ad una notizia tanto clamorosa, hanno ‘taciuto’, neppure una dichiarazione dai rappresentati locali e provinciali di categoria? E il sindacato? Un saggio e opportuno buon segno?
LA STAMPA- Un bar di Alassio. La testimonianza di un lavoratore sfruttato nel cuore dell’Italia ricca
Testimonianza diretta di una persona, di un lavoratore, che per vent’anni ha lavorato come cuoco nel bar/ristorante de La Stampa, a torino, poi ha perso il lavoro, ne ha trovato un altro ad Alassio, e per altri dieci anni ha lavorato nella cucina di uno dei bar più noti (e col maggior giro d’affari) della città. Verosimilmente centinaia di migliaia di euro.
La sua testimonianza: “Per dieci anni in quella cucina il mio stipendio è stato di 900 euro al mese. All’inizio dormivo in macchina, perché con quei soldi non potevo permettermi un affitto ad Alassio. Poi il datore di lavoro mi ha messo a disposizione una stanza, e perciò mi ha abbassato lo stipendio a 600 euro. Dopo otto anni, negli ultimi due ha smesso di darmi lo stipendio e mi ha pagato con i voucher. Maledetto chi ha inventato i voucher”.
E non si dica che è un caso limite. Pagare lo stipendio a chi lavora dovrebbe essere la norma, un’ovvietà. Una parte normale dell’attività di un imprenditore. Fatevene una ragione, quando la gente lavora la si deve pagare. Invece troppi datori di lavoro italiani, soprattutto in agricoltura e nel settore dei servizi (ristorazione commercio eccetera) non lo ritengono normale, neanche quando gestiscono attività da centinaia di migliaia di euro in località turistiche alla moda. 600 euro di stipendio più una stanza per dormire per dieci anni, e negli ultimi due anziché un avanzamento la regressione ai voucher. Che vergogna.
6 giugno 2024- IVG.IT – Per Altroconsumo Alassio è la spiaggia più cara d’Italia. Melgrati: “Bene, vuol dire che abbiamo un turismo di élite”. “Alassio è una tra le 10 città con il valore immobiliare delle case più alto d’Italia, anche questo è un fattore positivo”.
8 SETTEMBRE 2022 – LA STAMPA IN CRONACA NAZIONALE. Il sindaco Melgrati ha postato un reportage di Gianluca Sartori. “Ad Alassio vacanze di lusso…”.