Un tema cruciale da un capolavoro storico di Henri Pirenne.
di Sergio Bevilacqua
Su Henri Pirenne, “MAOMETTO E CARLOMAGNO”, ringrazio Alberto Lasagni che ha attivato una prima discussione del senso attuale di quest’opera illuminante, come solo la Grande Storiografia sa essere, dimostrando in pieno la dimensione di “Magistra vitae” della Storia, quando ben strutturata metodologicamente e ben attrezzata documentalmente, e sufficientemente maturata.
In questo libro Henri Pirenne, uno dei più grandi storici medievalisti del XX secolo, riassume la sua tesi rivoluzionaria sulla nascita del Medioevo. La tesi di Pirenne consiste nell’affermare che il vero inizio del Medioevo non fu la caduta dell’Impero romano d’Occidente nel V secolo, ma l’espansione islamica nel VII secolo, che interruppe i legami economici e culturali tra l’Europa e il Mediterraneo.
Secondo Pirenne, infatti, le invasioni barbariche non avevano distrutto la civiltà romana, ma l’avevano solo trasformata, mantenendo in vita il sistema monetario, il commercio, l’arte, la letteratura e il diritto romani. Per Pirenne, dunque, l’Islam fu il fattore determinante per la formazione dell’Europa medievale e dell’Impero franco, e senza Maometto, Carlo Magno sarebbe stato inconcepibile.
“Maometto e Carlomagno” è stato uno dei libri più importanti della mia vita di sociologo. Oltre all’aspetto politico e strategico, Pirenne introduce due elementi geniali nell’analisi storica dell’avvento islamico: 1. l’occupazione delle sole zone temperate, più comode e piacevoli, col disinteresse per il nord Europa, umido e freddo; 2. Il PATRIARCATO GIUDIZIARIO, cioè per legge (coranica) quindi difeso dal potere politico e dalla cultura religiosa tramite logiche di diritti e pene relative.
Il patriarcato “per-legge” (per di più, legge divina) è la forma più efficiente in assoluto di patriarcato, forma organizzativa dell’umanità diffusa peraltro ovunque fino a pochi decenni fa. Il Patriarcato Per Legge è stato così “modernamente” concepito da quel grande satanasso di Maometto da essere efficace ancor’oggi e da essersi inoculato in strati profondi dell’umano, tanto da figurare a menti semplici e opportuniste “umano tout-court”, quando invece era già 1500 anni fa uno strumento del potere, e del dominio iniquo e schiavistico dell’uomo sull’uomo, cioè del maschio sulla femmina in questo caso.
E ciò, oggi come allora, serve a sostenere regimi tardo-medievali di tipo oligarchico, che tengono I popoli in una condizione di beata ignoranza, scambiando coi maschi il riconoscimento del loro potere con la proprietà sulle donne. Praticamente, la soddisfazione del bisogno sessuale, con tutte le sue implicazioni, dall’edonistico al filogenetico, direbbe la psicologia, viene risolto dallo Stato e dalla religione, spesso lì incarnata (Stati di diritto islamico), e assegnato di diritto ai soli maschi affidando a questi ultimi la tutela giudiziaria della femmina e il giudizio dei suoi comportamenti.
Sergio Bevilacqua