Elezioni europee e comunali. I risultati. Cari lettori di trucioli.it non ridete a leggere solo il titolo. La cura post elettorale è ‘parlare in politichese’. Emergenze ospedaliere e produzioni agricole in crisi? La nuova stazione di Albenga a Bastia che sarebbe un disastro per l’agricoltura ma anche lo sconvolgimento dell’attuale centro urbano e la zona a mare più penalizzata? Si tace prima e dopo elezioni. Al signori ‘piace la politica’.
Contrariamente a quanto scrivono il sindaco rieletto di Albenga e i seguaci non siamo tra chi ha ‘grandi sogni‘ (sic!) e ora è il tempo di ‘realizzarli tutti’ (sic!). E’ scritto proprio così: tutti. Vedasi programma elettorale 2019 e le promesse mantenute. Cerchiamo allora di essere realisti se vogliamo combattere la disaffezione dei cittadini anche alle elezioni comunali. Rendere la città più accogliente, pulita, ordinata, che si preoccupa di utili opere pubbliche, ma senza dimenticare il meno costoso decoro che fa acqua da tutte le parti e l’assessore competente è stato pure premiato dagli elettori.
Cosa significano binari e stazione trasferiti nell’area di Bastia? Coldiretti: “Un progetto di tale portata, infatti, – per non parlare del costo spropositato che toccherà i 2.4 miliardi di euro – sacrificherà in totale, tra cantieri e nuove linee, fermate, banchine e stazioni, circa 108 ettari della piana di Albenga, ovvero il 10% dell’attuale superficie agricola. Siamo per un raddoppio, sì, ma lasciando i binari nell’attuale sito, così come è stato fatto da Finale Ligure fino a Genova.”
Agricoltura di pregio e le sue caratteristiche, il suo totale depotenziamento. Il continuo abbandono di aree coltivate? E non solo nella pianura più vicina a mare, anche quella del primo entroterra dove si sviluppano e resistono ulivi (olio di qualità) e vigneti con vino che tiene il prezzo nonostante un certa concorrenza. Si trova in alcuni negozi perfino vino sfuso (dolcetto, barbera, rosé ) a 2,30€ il litro. Siamo a 3,40 in bottiglia Doc al supermercato. Quasi sempre produzione nel Basso Piemonte.
Facciamo qualche utile esempio. La sagra a Castelbianco delle ciliegie (ottima qualità). Ebbene nei negozi della Riviera è introvabile, nonostante quest’anno il prodotto proveniente da altre regioni abbia toccato 12 € al kg. Nel negozio di alimentari di Cisano: “Sono diversi anni che non riusciamo a procurarci ciliegie nostrane di Castelbianco per una ragione o per l’altra”. Quanti sono ancora i produttori? La domanda rivolta a cittadini di Castelbianco: “Pochi, molto pochi, non sapiamo quanti”.
E la sagra delle pesche ad Ortovero? Inutile cercare gustose pesche di Ortovero, primizie o meno, sugli inflazionali negozi di frutta e verdura della Riviera e non si pensi neppure ai supermercati dove arrivano pesche dal Piemonte, se va bene, ma soprattutto dalla Spagna attraverso grossi importatori ed esportatori di prodotto lavorato che operano anche ad Albenga.
I carciofi spinosi di Albenga, i primi si acquistano e si vendono (negozi e mercati settimanali) arrivano dalla Sardegna che poi continuano ad avere la preminenza anche per via dei prezzi più bassi. Va leggermente meglio il mercato locale dell’asparago violetto, ma rispetto al passato siamo ormai a pochi produttori. Potremmo continuare con il ‘cuor di bue‘ (pomodori). Dai banchi di vendita è una rarità trovare l’indicazione di Albenga, stesso discorso, anzi molto peggio per un altri ‘marchi tipici di Albenga’: zucchina trombetta, fagiolo, carota, un tempo c’era il dill (aneto) che si esportava nei paesi nordici. Ci rimane il basilico, speriamo a lungo. Ci rimangono i fiori, ma bisogna indovinare la stagione. Quest’anno chi non ha coltivato le margherite ha guadagnato un terno al lotto, migliaia di vasi invenduti, altri smerciati da 30– 50 cent a 1 euro. Nella nostra piana e nel suo hinterland si coltivavano per le esigenze del mercato nostrano locale: albicocche, cachi, fichi, ma anche cavoli, insalate, finocchi, spinaci, patate (per bene che vada si trovano nei negozi quelle di Ormea, Garessio, Bagnasco). Ormai si compra solo con provenienza da altre regioni , persino dal Sud, come arance, mandarini, limoni, gli ultimi tre erano una delle caratteristiche ambientali delle cittadine rivierasche fino agli anni cinquanta.
Quali sono le cause di questo generale tracollo? Certamente non sono estranee le strategie messe in campo soprattutto da Coldiretti e Cia, le più rappresentative sul territorio. Una accentuata disfatta e mediocrità operativa, scarsa lungimiranza che viene da lontano. Come le cause dall’abbandono dei campi e di addetti, l’assenza di cooperative che uniscano e difendano gli interessi dei produttori (vedi Emilia Romagna e Veneto, Alto Adige), l’avanzare senza contrasto efficace della cementificazione, non già case per i residente, seconde case vuote per 10 mesi all’anno. Speculazione e interessi nell’ascesa dei prezzi al mq dei terreni edificabili (residenziali, commerciali, artigianali). Lo strumento dei piani regolatori asservito a chi specula anziché all’attività produttiva- agricola in aree baciate dal clima e dalla qualità dei terreni, dalla facilità di accesso, con risorse idriche depauperate dal consumo delle falde per il fabbisogno abitativo nella stagione estiva.
Una domanda per chi è studioso di pianificazione futura. Fino a dove si spingerà l’abbandono di aree fertili della più estesa pianura ligure? Quante famiglie e quanti eredi proseguiranno l’attività di produttori agricoli? Solo guerra e carestia, come dimostra la storia, potranno far tornare e valorizzare le nostre origini?
16 GIUGNO – Da SavonaNews-…..”Albenga e il voto differenziato: i commenti di Cavallo (FdI), Foscolo (Lega) e Vaccarezza (FI)-
Due risultati completamente diversi: elezioni Europee e Comunali, ad Albenga, hanno viaggiato su binari completamente diversi. Gli elettori hanno votato in modo differenziato, preferendo in modo netto il centrodestra per le Europee, ma non per le Comunali. Angelo Vaccarezza, vicecapogruppo regionale di Forza Italia, Claudio Cavallo, coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, e Sara Foscolo, coordinatrice provinciale della Lega, spiegano, ai microfoni di Savonanews, il loro punto di vista.
“È abbastanza improprio paragonare le elezioni Europee con le Comunali – afferma Claudio Cavallo -. Le persone che sono entrate nella cabina elettorale con due schede in mano hanno votato secondo la loro fede politica per le Europee, con un eccellente risultato nella nostra provincia di Savona e anche ad Albenga (32,31%), mentre per le Comunali (ad Albenga. Il 10,16% dei votanti hanno scelto Fratelli d’Italia, ndr) hanno votato le persone. Ma d’altra parte, in sintesi estrema: corre più veloce il treno o è più bianca la neve? Significa che le due cose non sono paragonabili. Io non sono per nulla preoccupato per il risultato elettorale ad Albenga”.
Angelo Vaccarezza, dal punto di vista complessivo del centrodestra, commenta queste elezioni in modo positivo. “Il centrosinistra in Regione chiede di andare alle elezioni convinto che le vicende trascorse gli diano un vantaggio, ma credo che dovrebbe rivedere i numeri perché, a livello regionale oltre il 44% al centrodestra significa che ha avuto un’ottima tenuta, nel momento peggiore – spiega -. A livello savonese, sono molto soddisfatto, per il centrodestra e per Forza Italia. Abbiamo fatto meglio di cinque anni fa. Lo scorso 31 dicembre il gruppo di Forza Italia aveva 9 iscritti. In questi primi 5 mesi, si è formato un gruppo importante, con tanti ex militanti che sono tornati e altre persone che sono alla prima esperienza politica. Tra qualche giorno si chiuderanno le giunte e avremo moltissimi amministratori iscritti, tra sindaci, assessori e consiglieri. Dopo un periodo di sospensione dell’attività di radicamento, ora riprendiamo”.
“Ad Albenga Forza Italia ha avuto un risultato importante – prosegue Vaccarezza -. Il 13,53% alle Europee e il 9,60% alle Comunali. A livello generale, ad Albenga si sconta un insieme di fattori. Penso che Nicola Podio fosse il candidato migliore possibile, oltre che un ottimo candidato di per sé. Ma se il centrodestra vuole provare a competere su Albenga, deve evitare di fare l’errore fatto nei cinque anni appena trascorsi: non abbiamo costruito un’alternativa. Siamo arrivati all’ultimo momento e abbiamo costruito un’alleanza molto forte e molto ampia, ma troppo ‘giovane’ come progetto politico – commenta -. Se vogliamo creare una proposta seria per dare un’alternativa al centrosinistra, bisogna cominciare già subito. Credo che questa sia la volontà di tutti, perché dall’altra parte, seppur sotto mentite spoglie abbiamo una macchina da guerra, il Partito Democratico, che tra associazioni e lavoro quotidiano di fiancheggiatori, riesce ad arrivare preparato alle elezioni. Per vincere tra cinque anni – conclude -, la campagna elettorale deve cominciare oggi”.
Più critico il risultato della Lega, in particolare per le Amministrative, visto che non ce l’ha fatta ed esce quindi dal Consiglio Comunale. “Purtroppo, non è andata come speravamo – commenta la coordinatrice provinciale Sara Foscolo -. Le squadre che sostenevano Nicola Podio erano valide, con persone pronte a mettersi a disposizione della comunità ingauna, ma l’opportunità non è stata colta. Il voto politico è sempre stato diverso da quello delle comunali, è fisiologico, però ora analizzeremo bene i numeri e faremo delle valutazioni”.
“Siamo contenti che il consigliere Arboscello e il Pd siano contenti del risultato. Sommando broccoli e patate esce un ottimo minestrone, ma i broccoli restano broccoli e le patate restano patate. Per trovare una chiave di lettura positiva all’esito di queste elezioni, i dem confrontano le consultazioni che hanno appena confermato un rafforzamento della maggioranza di governo ligure con l’esito delle Regionali del 2020. Conteggi sempre arditi e per nulla significativi, tanto più che a questo giro mancava la presenza della Lista Toti, cioè l’espressione civica del presidente che, proprio alla luce di questi risultati, si conferma la chiave vincente in Liguria come in molte realtà locali, capace di portare la coalizione oltre la sommatoria di voti di partito”. Rispondono così Ilaria Cavo, coordinatrice della Lista Toti, e Alessandro Bozzano, capogruppo in consiglio regionale, alle azzardate analisi del voto proposte da esponenti del Pd.
“L’unico paragone a breve termine per valutare l’esito delle Europee non può che essere un voto di respiro nazionale, come le Politiche del 2022, rispetto alle quali i partiti di centrodestra in Liguria escono rafforzati del 2%, con la crescita o la sostanziale tenuta di tutte le componenti, al contrario di ciò che è avvenuto nel centrosinistra. Se Arboscello e i Dem vogliono continuare a vivere nel mondo dei sogni non saremo certamente noi a svegliarli. Ci penseranno ancora una volta, l’anno prossimo, i liguri, proprio come 5 anni fa. Alle Regionali del 2020, la gioiosa macchina da guerra di Pd e compagni, che alle Europee dell’anno prima aveva il 49,12%, si è risvegliata con il 38,90%, suo minimo storico, a fronte di un centrodestra al 56,13%, laddove i suoi partiti “tradizionali”, alle Europee dell’anno prima avevano raggiunto il 47,26%. E il tramonto di ogni illusione era di un arancione intenso, con la Lista Toti a fare la differenza”, concludono Cavo e Bozzano
UNICO ELETTO IN LIGURIA BENIFEI DEKL PD